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In quel periodo mi sentivo abbastanza giù, nulla andava per il verso giusto e stavo letteralmente crollando.
Brutti voti, delusioni, problemi famigliari...
Avevo la testa posata sul banco e gli occhi chiusi, pensavo a quello che mi stava succedendo ultimamente quando sentii la voce dell professore chiamarmi con tono irritato.
Mi alzai di scatto togliendo i capelli dalla faccia.
"Insomma è la terza volta che ti chiamo! Vieni a prendere la tua verifica."
A testa bassa e sotto lo sguardo divertito di alcuni compagni mi recai alla cattedra e presi il mio foglio senza anemmeno guardarlo tornando al mio posto.
Mi sedetti e tornai nella posizione precedente ascoltando il prof continuando a chiamare i compagni.
Non sono mai andata bene in matematica ma di solito alla sufficienza ci arrivavo. Di solito.
"Ehi" mi richiamó la mia migliore amica seduta accanto a me.
La guardai con gli occhi socchiusi e probabilmente avevo delle occhiaie profonde.
"Quanto hai preso?"
Girai verso di lei l'angolo del foglio mostrando lo zero rosso su di esso.
"Oh..io ho preso cento e nemmeno ho studiato ahahah" si vantò.
Non lo faceva con cattiveria anche perché pure lei prendeva spesso insufficienze, ma questo sicuramente non mi era di aiuto.
Le feci un sorrisetto e guardai l'orologio della classe.
Mancavano pochi minuti al fine della lezione ormai.
Appena la campanella suonò misi lentamente le cose nello zaino per poi uscire con calma dalla classe. Ormai non mi peroccupavo più di nulla, non avevo fretta di arrivare a casa ma nemmeno voglia di rimanere fuori.
Oggi non mi sarei recata al club, era il giorno libero e comunque non stava andando bene nemmeno lì ultimamente: mi avevano tolta dai titolari perché mi ero rammollita e non lavoravo bene; il coach aveva detto che finché non mi sarei ripresa non mi avrebbe più fatto partecipare alle partite.
Guardando la strada camminavo verso la stazione. L'unica cosa di cui avevo voglia in quel momento era buttarmi sul letto e dormire.
Mi fermai davanti alla striscia gialla che limitava i passeggeri intanto che aspettavano il treno senza curarmi del fatto che si stesse facendo un po' di folla attorno a me.
Sentii una mano toccarmi i capelli e sobbalzai pensando che fosse uno dei soliti vecchietti pervertiti.
"Calma.." mormorò.
Lasciai un sospiro di sollievo appena capii che era solo Kenma.
"Perché non mi hai aspettato?" Chiese con il suo solito fare rilassato.
Non risposi e guardai in basso.
Non volevo fargli carico dei miei problemi, non se lo meritava.
Mi diede un altra carezza per poi prendermi la mano come sempre e salire sul treno.
Ci sedemmo su due sedili più isolati, c'era gente ma non tanta da occupare l'intero vagone.
Questa volta non stava giocando al suo videogioco però.
Mi fissava come se fosse la prima volta che mi vedesse.
"Che hai?" Domandai di punto in bianco.
"Che hai tu piuttosto." Disse distogliendo finalmente lo sguardo.
Cominciai a giocherellare con il bordo della mia gonna ed appoggiai la testa sulla sua spalla.
"Brutto periodo." Mormorai.
"È per il club?"
"No. Cioè si, ma non solo."
Non rispose.
Sapevo che non era bravo a consolare le persone, era una delle cose che avevamo in comune in realtà.
Guardò il cartellino con scritte le fermate e mi prese la mano alzandosi.
Si diresse davanti alla porta che ormai si era aperta per scendere.
Mi guardai attorno e strinsi la presa sulla sua mano.
"Kenma questa non è la nostra fermata." Dissi preoccupata non conoscendo il posto.
"Lo so."
Continuò a camminare perché ovviamente non aveva la pigrizia di correre come facevano nei film romantici e lungo la strada non mi rivolse praticamente la parola; si limitava solo a gaurdarmi di tanto in tanto per poi focalizzarsi di nuovo sul percorso.
Eravamo arrivati di fronte ad una grossa struttura viola e piena di luci, mi soffermai sui kanji scritti nell'insegna ma purtroppo non sapevo come interpretarli.
Vedendomi in difficoltà il biondo mi guardò intenerito per poi accennare un piccolo sorriso.
"C'è scritto sala giochi."
Arrossii leggermente e lo guardai negli occhi per la prima volta in quella giornata.
"Grazie." Dissi per poi dargli un bacio sulla guancia.
Entrammo ed una volta presi i gettoni cominciammo a giocare a vari giochi.
Mentre lui finiva una partita ad un gioco di battaglia, genere che non amavo molto, io mi misi ad osservare un peluche a forma di gatto calico in un prize game.
"Quale ti piace?" Chiese Kenma che intanto aveva finito la partita senza nemmeno che me ne accrogessi.
"Il micetto." Dissi.
Mi avviai alla macchinetta e frugai nella mia cartella cercando delle monete ma il ragazzo mi precedette tirando fuori alcuni yen e caricando la macchinetta.
In un solo tentativo riuscì a prenderlo, a quanto pare ci aveva giocato molto e conosce ail trucchetto per vincere.
Presi il peluche e lo abbracciai come una bambina che aveva ricevuto la bambola dei suoi sogni per poi fare lo stesso anche con lui.
Ricmabiò e mi diede un bacio veloce sulla testa.
Quando uscimmo dalla struttura era ormai buio e per tutto il ritorno non mollai un attimo il gatto tenendolo sempre stretto a me.
Apprezzavo molto quello che Kenma aveva fatto per me oggi, lui non amava uscire e andare in posti anche solo un po' affollati ma aveva fatto questo sacrificio. Era stato così dolce da parte sua.
"Ti amo." dissi spezzando il silenzio che si era creato.
Mi mise un braccio sulle spalle avvicinandomi a lui.
"Anche io."

Haikyuu || Kenma Kozume x Reader ONESHOTSKde žijí příběhy. Začni objevovat