Capitolo 29

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Sebastian POV.


Mi siedo dietro la mia scrivania facendo cenno a Leonor di sedersi davanti a me cosa che fa anche se titubante. Manuel, Gerald e Juan rimangono in piedi.

- Spiega – Ordino incrociando le braccia al petto.

Si morde le labbra, guardando altrove. Tipico atteggiamento di quando vuole dissimulare il proprio nervosismo e vuole provare a non dare il peso che merita ad una situazione potenzialmente pericolosa.

- Alzati la maglietta-

Solleva di scatto la testa, gli occhi sgranati.

- Non puoi essere serio-

- Ti sembra che abbia voglia di scherzare? -

- Non puoi chiedermi di sollevarmi la maglietta! Sono una donna non una ragazzina! -

- Allora inizia a comportarti come la donna matura che dici di essere e smettila di negare che le cose ti sono sfuggite di mano-

- Ho tutto sotto controllo! Ed è della mia vita che stiamo parlando. Sono in grado di gestirla da sola, grazie-

- Ed è per questo che mia moglie ha avuto un attacco di panico vedendo i tuoi lividi? –

Impallidisce, un lampo di colpevolezza nello sguardo.

- Non sapevo che avrebbe rivissuto ciò che ha passato. Non sono insensibile. LE voglio bene, è diventata come una sorella per me in questi giorni che ho imparato a conoscerla e non le farei mai del male, non volontariamente almeno. Se avessi saputo che sarebbe stata male, non avrei mai mostrato i lividi –

- Che devono essere alquanto impressionanti se l'hanno spinta a rivivere il suo passato. Quindi te lo chiedo nuovamente: solleva la maglietta –

- Se non lo faccio? Mi farai tenere ferma e lo farai tu? –

- Ti consiglio di smorzare il tono provocatorio e darti una calmata, ricordati con chi stai parlando, ragazzina-

Impallidisce, mordendosi le labbra.

- Voglio la storia, completa. E ti conviene essere alquanto ricca di particolari perché se non sarò soddisfatto del tuo racconto, potrai dire addio al tuo lavoro. Passerai il resto dei tuoi giorni incatenata al mio fianco, come direttore artistico dell'azienda –

- Non puoi farlo! -

- Mettimi alla prova-

Prende un profondo respiro, stringendo le mani a pugno.

- Tutta la maledetta storia, Leonor. Senza tralasciare nulla-

- L'ho conosciuto un anno fa ad una sfilata. È un fotografo, come me. Lavora per una nota rivista di moda. Ci siamo piaciuti da subito e abbiamo deciso di uscire insieme. All'inizio andava tutto bene, era divertente, aveva un obbiettivo nella vita, pensava al futuro, non come i ragazzi della mia età che non pensano ad altro che a passare da un letto ad un altro-

- Quanti anni ha? –

- Trentadue-

Un'imprecazione da parte di Manuel.

- Continua-

- All'inizio andava tutto bene. Siamo andati a vivere nel suo loft e mi piaceva preparargli la colazione, svegliarmi al suo fianco la mattina, fare vita di coppia-

- Cosa è successo poi? –

Si morda le labbra.

- Ha iniziato ad essere possessivo. Non voleva che frequentassi i miei amici, si straniva se facevo tardi la sera per lavoro o se volevo uscire con le ragazze per una birra o farmi una serata in un locale. Voleva che stessimo sempre in casa o che uscissimo solo io e lui. Se andavamo al ristorante, guardava in cagnesco il cameriere e diceva che lo avevo provocato. Ho pensato che fosse stressato dal lavoro. Era un periodo faticoso per entrambi, con la settimana della moda ecco. Ma le cose sono peggiorate all'improvviso. Eravamo in un albergo a Milano, insieme ad altri fotografi arrivati per la settimana della moda. Era normale che frequentassimo tutti lo stesso ristorante o gli stessi locali. L'età media era trent'anni, quindi capitava che dopo la sfilata andassimo tutti insieme a mangiare. A volte venivano anche le modelle o i modelli. Ma ogni volta che rientravamo, era una scenata. Era convinto che filtrassi con tutti gli uomini presenti, che fossi una poco di buono e che lo tradissi. All'inizio ho provato a spiegargli che si sbagliava e ho anche limitato le frequentazioni con altri ragazzi, colleghi e amici. Ma le cose non migliorarono. Non era felice che avessi diminuito le uscite, dovevo rinunciarci definitivamente. Dovevo chiudere i contatti con le mie amiche, la mia famiglia, tutti. In quel preciso momento ho capito che era pericoloso e ho chiesto aiuto alle mie amiche. Siamo andate in un pub e abbiamo parlato e bevuto. Quando sono tornata a casa quella sera, mi aspettava alzato. Ha iniziato ad urlare e mi ha picchiata –

The Devil's Angel (mafia series 6) Completa.Where stories live. Discover now