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Dopo aver rimesso i tanti giri di benda, dovendole avute cambiare spesso poichè dopo pochi minuti erano già strabordanti di sangue, finalmente riuscii a far calmare la mia voce tremante, decidendo si scendere a tavola.
Dovevo fare qualcosa per saltare il pasto e evitare che mia madre si preoccupasse, quindi iniziai a pensare.
Iniziai a scendere le scale, saltando gli ultimi 2 gradini in legno come sempre fatto fin da piccolo, e mi avviai verso la cucina sapendo di trovare mia madre.
Mi sorrise indicandomi una ciotola ricolma di polpette, sicuramente fatte a posta per me, nonostante fosse ancora stanca dal lavoro.
Subito mi sentii in colpa.

<< Dai vieni a mangiare che si raffreddano, ce ne sono altre, se vuoi dopo prendile. >> Si avvicinò a me, poggiando una mano sulla fronte per verificare la temperatura, accompagnandolo con una leggera carezza che mi confortò.

<< Jisung a me sembri solo più caldo, tutto ok? >> Se andava tutto bene? Una favola, mamma.

Ormai il mio dolore si trasformava in strisce rosse e gocciolanti sul mio corpo.

<< Si mamma tranquilla, dove vai? >> Chiesi notando che si stava per dirigere verso il piano superiore.

<< Sono stanca dal lavoro e vado a dormire, se ti senti male stanotte chiamami. >> Mi diede un bacio in fronte e salì le scale sotto il mio sguardo attento.
Via libera!

Dai butta tutto.

Ci riflettei un'attimo. Non avrei mai buttato le polpette che mamma aveva fatto con tanto amore, soprattutto quando era appena tornata da un turno di lavoro di più di 10h e distrutta me le aveva preparate sperando che io mangiassi e le apprezzassi.
Riscattai in piedi, mettendole in un piccolo contenitore di plastica trasparente.
Cosa ci avrei fatto? Non ne avevo idea.
L'idea mi fu suggerita dal Labrador della mia vicina che prese ad abbaiare. Geniale, gliele avrei portate la mattina seguente, così gli facevo fare pure colazione.
Pregai internamente che la vecchietta non mi sarebbe venuta a seguire con il bastone per aver dato da mangiare al cagnolone senza il suo permesso.
Misi a posto la tavola, e con il contenitore nascosto dietro la schiena mi dirissi nella mia stanza al piano di sopra, facendo a due a due i gradini, con movimenti controllati e lenti, in modo da bruciare calorie e magari rendere più sodo quel culo moscio e pieni di cellulite che mi ritrovavo.

La falsa speranza ti da alla testa. Ma li hai sentiti gli addominali di Minho quella volta? Devi essere come a lui!

Minho? Cosa c'entra Minho adesso?

<< Jisung, hai mangiato? Erano buone? >> Mamma mi chiese dalla sua stanza che stava alla fine del corridoio, al contrario della mia che stava all'inizio.

<< Si mamma erano buonissime! >> Urlai per farmi sentire, chiudendomi nella mia stanza a chiave, e nascondendo le polpette nello zaino, sperando che non si sarebbero ammuffite.

Mi buttai sul letto stremato da quella giornata.
La febbre mi aveva fatto perdere il controllo, e il dolore dei miei tagli voleva essere il protagonista del mio corpo.
Boia se facevano male, ma quel dolore mi dava un senso di calma assoluto...

Sei proprio sicuro che è stata la febbre a farti perdere la testa? Pure bugiardo sei diventato.

Scusa.

Volevo dormire.
Dormire?
Da quando non dormivo per bene come un qualsiasi ragazzo della mia età?
Perchè non ero normale in nulla?
Dormivo al massimo 2h a notte.
I miei pensieri mi divoravano, impedendomi la calma del sonno.

Misi le cuffie alle orecchie provando a chiudere le palpebre.

Potrei provare a raccontare cosa riempie la mia mente ogni volta che chiudo gli occhi.
Apparizioni di paesaggi che sfiorano l'immaginario, parole roventi e gelide, buttate con violenza nella mia testa, tele variopinte da ammirare per ore, raffiguranti paesaggi, e persone che definivano la tristezza pura; rimembranze di affetto mancato e mai avuto, desideri accompagnati da sorrisi e attimi passati, preceduti da dei respiri affannosi, la faccia graffiata da lacrime insipide, come fossero ormai solo dolore allo stato liquido, senza forma ma solo con sapore salato.
Provavo emozioni che non sempre capivo, perchè non stavano stare ferme, correvano e urlavano nella mia mente, giravano in tondo, si rincorrevano fra loro dando vita a vortici fuori controllo che mi davano alla testa incredibilmente, in cui unico modo per fermarle lo trovai nel farmi male.
Dolore in cambio di pace per qualche istante nella mia mente.

Mi addormentai solo per le 3:30.
Ok la febbre mi stava dando veramente alla testa, perchè ero riuscito ad addormentarmi così "presto"?

La mattina mi svegliai ancora più stanco del normale.

trust me -minsungWhere stories live. Discover now