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Finalmente ero riuscito ad addormentarmi, non so per quanto tempo dormii, ma venni svegliato da qualcuno che continuava ad accarezzarmi la nuca.
Cercai di aprire le palpebre e sbatterle, ma un dolore atroce alla testa mi dava difficoltà.

<< Jisung? Sei sveglio? >> Sentivo tutto sfumato, non riconoscevo bene la voce, ma doveva essere per forza mia madre.

Mi sforzai a svegliarmi, strizzandomi gli occhi con le mani e girandomi con molta calma. Quando vici chi c'era davanti balzai scattando seduto.
Non dovevo farmi vedere in quelle condizioni.

<< Ciliegina, come stai? >> Mi accarezzò con calma la cute, quasi con il terrore di farmi del male, dopodichè prese l'asciugamano che stava iniziando a scivolare dallo scatto fatto, e lo appoggiò sul comodino.

<< Lix? Che ci fai tu qua, vattene potrei contagiarti. >> Abbassai il viso con la mano sulla bocca per poter tossire leggermente. Cazzo che male le costole.
Ci poggiai una mano sopra quasi a volerle sostenere.

<< Che succede? Ti fa male? Sdraiati subito dai. >> Feci come mi fu detto, il tutto con calma, causa del dolore che non cessava, poichè mi prendeva su tutto il busto, dalle costole alla pancia.

Felix mi guardava dall'alto preoccupato, e io mi chiesi per quante ore dormii, girai gli occhi verso la sveglia adagiata sul comodino...
Le 18:47? Io mi ero addormentato alle 8!

<< Ho dormito seriamente 10 ore?! >>
Ero confuso e stonato, di solito non superavo le 4h a notte... cazzo la febbre mi stava stonando.

<< Probabilmente Ciliegina. Ti vado a prendere qualcosa da mangiare. >> Lo bloccai subito dal polso che aveva ancora appoggiato sulla mia costola che prima stava accarezzando, poco sopra le mie cicatrici.

<< No seriamente Lix, non ho fame, tanto fra un po' torna mamma e ceno direttamente ok? >> Dovevo convincerlo, e forse ci riuscii, poichè annuì.
Stava per aprire bocca per dire qualcosa ma la suoneria del suo cellulare lo interruppe. Sbuffó e lo prese in mano, guardando me e dopo il telefono, accettando la chiamata.
Tenni lo sguardo su di lui, sperando che fosse la madre, in modo che potevo restare da solo per quel tempo rimasto prima che arrivasse mia mamma.

<< Si mamma? Ah sì, fra un po' vengo, sono da Jisung... cavolo me lo ero scordato... posso saltare? Han è malato e vorrei stare con lui. >> Lo guardai terrorizzato, continuando a dirgli di no e che non doveva perdere quella qualsiasi cosa fosse per colpa mia. Mi guardò sbuffando per l'ennesima volta. << Va bene arrivo... >> Chiuse la chiamata buttando il telefono dall'altra parte del letto, sdraiandosi accanto a me e appoggiando la testa sul mio cuscino, a pochi centimetri da me.

<< Mi ero totalmente scordato della cena di famiglia e devo andare a casa a prepararmi, che palle, volevo stare qua con te. >> Per tutti i santi santissimi... scossi la testa.

<< Vai Felix, mamma tanto arriva fra pochissimo, oggi fa meno ore... >> Non è vero, mamma oggi finiva alle 20:30.

Si rimise seduto, continuando a guardarmi con il muso di un cane bastonato.

<< Mi starai bene fin quando tua mamma attiverà? >> Felix cazzo...

<< Si Lix, adesso vai, non vorrai far ritardo! >> Si riprese il telefono, mi diede una carezza sulla testa e finalmente si alzó dal letto.
Ci salutammo con un "ciao" e uscì dalla casa.

Avevo bisogno di una fottuta dolccia.
Mi alzai tutto tremando, sentendo incredibilmente caldo ma nello stesso tempo freddo, dei brividi.
La testa girava facendomi vedere ancora un minimo opaco, ma mi dirissi in bagno comunque, aprendo l'acqua della doccia.

Aprila bollente... fatti del male.

Ero troppo sfuso per ascoltarla, la aprii tiepida e mi iniziai a spogliare, lamentandomi dei dolori a ogni movimento. Mi diedi un'occhiata allo specchio vedendo il solito schifo che mi rappresentava. Mi vergognavo di me stesso.

Entrai in doccia, sedendomi sopra la superficie ormai calda dalla doccia, e notai un qualcosa che illuminava, appoggiato sopra la mia spugna... avevo lasciato la lametta fuori. Cazzo dovevo stare più attento, e se mia madre l'avesse vista quando era entrata a bagnarmi l'asciugamano? Menomale non era successo nulla...

Usala sulla tua pelle.

Fatti del male.

Infliggiti questo dolore, te lo meriti tutto.

La continuai a fissare.
Ogni debolezza espone la carne, e la carne invita il coltello...
Nel mio caso la lama. La presi tremando un po', mettendomi meglio a terra. Dovevo farlo?

Si.

La prese con forza, impugnandola come un'arma, e decidendo dove scalpire.

Finisci l'opera d'arte sul tuo braccio sinistro.

Effettivamente dovevo finire i tagli del giorno prima... la strinse con forza e la passò sopra, un taglio netto e abbastanza profondo, abbastanza da far uscire tanto sangue. Ne fece altri 3 della stessa specie.

Scendeva.
Continuava.
Non si fermava.

Il mio polso era ricoperto interamente del mio stesso sangue.
Era così nauseante ma attraente nello stesso tempo.

Cazzo se sei un pazzo da manicomio.

Gli occhi mi si inondarono di lacrime amare.
Non ce la facevo più.
Volevo fermarmi.
Ma come.
Perchè non ci riuscivo?
Non ci stavo capendo nulla.
Non vedevo ormai nulla.
Ormai davanti a me c'era solo il buio.
Il vuoto assoluto.
Ma cosa stava succedendo?
Non capivo nulla.
Perchè mi odiavo così tanto.
Perchè mi stavo facendo tutto ciò?

Perchè te lo meriti Han.

La mia mente era una confusione totale, e qualcosa mi stava spronando ad approfondire i tagli sgorgenti di sangue e a crearne altri, il tutto sulle mie esili braccia.
Lo feci... ma non sulle braccia.

La doccia si stava riempendo di nuovo di pure sangue, avevo cominciato a tagliarmi il petto, cosa che avevo fatto poche volte nella mia inutile vita, preso dal desiderio di vedere pure quello macchiato di sangue.
Per un momento ripresi la coscienza di quello che stavo facendo.
Il piano della doccia in un lago di acqua rossa, causato dal mix del mio sangue.
Cosa cazzo avevo appena fatto.
Stavo tremando come una foglia, e realizzai in quel solo momento che mia madre stava ritornando. E la mia teoria si avverò.
Sentii dei passi sulle scale, e il loro scricchiolio.
Scattai in piedi facendo finta di nulla quando la vista divenne piena di puntini neri e iniziai a ballottare. Presi tantissima carta igienica e provai a pulirmi, ma il sangue continuava a scorrere come se lo stesse facendo apposta.
Preso dal panico me ne fottei di disinfettarlo, e con il pavimento, ormai pure quello macchiato di liquido rosso e con tanta carta igienica mi avvolsi tutto il braccio sinistro fino al gomito, facendo più giri, mentre sul petto mi misi un cerottone tipo da chirurgia, poichè le bende erano impossibili da mettere in quel punto.

<< Jisung! Stai in doccia? >> Mi girai di scatto per chiudere la porta a chiave, e mia madre bussò.

<< Jisung tutto bene? La febbre è diminuita?... Jisung perchè non rispondi? >> Jisung di qua, Jisung di là.

<< Si mamma, sono appena uscito dalla doccia. >> Provai a tenere la mia voce di un tono naturale, evitando di far sentire il tremolio.

<< Non dovevi farti la doccia con la febbre alta! Mannaggia a te Jisung, muoviti e vieni a mangiare. >> Non risposi, sedendomi sul water e guardandomi le bende già sporche zuppe di sangue. Dovevo cambiarmele già.




trust me -minsungOù les histoires vivent. Découvrez maintenant