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Mi svegliai soprassalto, preso in pieno da un ricordo sfregevole, sfregandomi gli occhi con le mani, cercando di mettere a fuoco la vista nella stanza, notando la luce arancio provenire dal balcone collegato alla mia stanza, segno che fosse prestissimo.
Spostai lo sguardo alla mia destra, trovandomi Minho che dormiva come un cucciolo di gatto, accucciato su ste stesso, con la testa poggiata sul suo braccio, e la bocca semi aperta, che rivelava i suoi due denti davanti che sembravano quelli di un coniglietto.
Dopo averlo fissato per qualche istante mi ritrassi, respirando a fondo quando sentii il mio cuore battere un po' troppo forte, preso dal panico del sogno fatto prima.

<<Jisung non potrai avere mai quello che vorrai da grande, lo sai vero? Non mi meritavo un figlio così, gay e pure brutto. >> Cominciò mio padre.
<< È sicuramente una fase, non potresti mai dire a soli 15 anni che ti piacciono i ragazzi, è una follia! >> Urlò mio padre, puntandomi il dito contro, una volta che mia madre uscì per andare a fare la spesa.
<< Non vedo l'ora di andarmene da questa casa e lasciare quella puttana di tua madre che ha azzardato a creare un figlio come te. >> Finì la frase con un ceffone secco sul mio volto, lasciandomi la sua impronta che subito la coprii con la mia mano vergognandomi di me stesso, scappando nella mia stanzetta e buttandomi sul letto, pregando di non svegliarmi mai più quando caddi in un sonno profondo.

Mi passai per l'ennesima volta la mano sul viso, cacciando indietro le lacrime e le goccioline di sudore che avevano cominciato a scendere dalla mia fronte, alzandomi cautamente, non volendo interrompere il sonno di Minho.
Mi dirissi in fretta in bagno, appena la sensazione di nausea si placò, controllando le mie condizioni; viso pallido, faccia gonfia di cui gli zigomi troppo sporgenti per colpa della mia magrezza, capelli arruffati e occhi gonfi e lucidi, spalancati e terrorizzati.
Feci un verso disgustato, sciacquandomi al volo il viso, e dirigendomi verso l'armadio in silenzio, prendendo una felpona di qualche taglia in più, con un disegno sul retro, e dei jeans leggermente larghi, che potevano coprire le mie cosce.
Mi pettai al volo, celando poi le occhiaie con un pochino di correttore, per cercare di nascondere i segni degli incubi che mi facevano compagnia ogni giorno, interrompendo quelle quattro ore scarse di sonno.
Fatto tutto, presi i vestiti sporchi di quei giorni che erano appoggiati in una cesta, lanciandoli poi con poca grazia nell'oblò, e quando mi piegai per prendere il detersivo poggiato accanto alla lavatrice, sentii uno schiaffo forte atterrare sulla mia natica sinistra, facendomi strillare.

<< Ma che cazzo! >> Mi girai sconvolto, con il detersivo in mano, fissando quella faccia gonfia da gatto appena sveglio, che mi fissava già sorridente.

<< È presto, torna a dormire. >> Ordinai a Minho, notando stesse a malapena sorgendo il sole.

Mi rigirai nuovamente per terminare il mio lavoro, ma una volta messo il detersivo e poggiato, venni di nuovo interrotto da due braccia rilassate che circondarono la mia vita.

<< Non riesco a dormire senza di te accanto. >> Mormorò nel mio orecchio, lasciandoci un bacio leggero per accompagnare il tutto.

<< Minho, dormi ogni giorno da solo a casa tua. >> Controbattei facendo il musone, cercando di fuggire dalla sue presa, facendomi sorridere.

<< Infatti dormo male. >> Mi informò serio, facendomi bloccare sul posto, trovandomi di nuovo bloccato tra sue braccia, finendo con la faccia appoggiata al suo petto a causa della differenza di altezza.

<< Vieni a letto con me? Sono solo le 6, abbiamo la sveglia alle 7:15. >> Pregò a parole, come se mi stesse dando una scelta, mentre mi trascinava a forza verso il letto con i miei talloni che si aggrappavano a terra per fermarmi, rinunciando dopo 10 secondi.

Mi lanciò sul letto velocemente, mentre mi posizionai più comodo, guardandolo stendersi con la testa sul mio bacino esigendo coccole come un cucciolo, e quando mi rifiutai, tornando a scrivere sul telefono, mi prese una mano con forza, mettensosela sui suoi capelli, esigendo con il broncio le mie attenzioni.
Continuammo così per un'oretta e forse un po' di più, con lui che dormiva sul mio bacino, e io che continuavo ad accarezzarlo, anche se la mia mano iniziava a pregare di fermarmi, minacciandomi di addormentarsi.

Scorrevo per i social nel silenzio totale, fin quando lo schermo venne interrotto dalla notifica della sveglia, che iniziò a suonare per tutta la stanza... peccato che il telefono era puntato perfettamente verso l'orecchio di Minho, e che io avessi la suoneria al massimo...

<< PORCA L'AMANTIDE RELIGIOSA DI MIA CUGINA AMERICANA, PUOI SPEGNERE QUELLA COSA?! >> Urlò Minho alzandosi di scatto, tirando una testata al telefono che tenevo ancora in aria, facendolo cadere dal letto, mentre lui bisbigliava qualche bestemmia, tendosi con la mano il punto dolorante. << Abbiamo iniziato veramente male, e scommetto che continuerà così sta giornata. >> Bisbigliò scocciato, con il muso che fra un po' toccava terra, interrotto nel suo sonnellino. Mentre continuavo a ridere come il pazzo, mi decisi a prendere il mio telefono malamente volato, finendo a cadere dal letto quando mi piegai fin troppo, trovandomi con il naso piegato contro il telefono, che si accese chiedendomi la password, con quello sfondo di Felix che faceva il terzo dito mentre indossava degli occhiali da sole a forma di cuore.

Ecco una semplice mattina a casa di Jisung.

Nella stanza si sentivano solo le nostre risate, che vennero interrotte dal rumore della porta che si spalancava, trovando mia madre che ci fissava scioccata, mentre io stavo ancora spalancato a terra a ridere con Minho; che faceva la stessa cosa ma sul letto.

<< È appena scoppiata una bomba o ho interrotto il pompino mattut- >>

<< MAMMA! >> Urlai imbarazzato, alzandomi e spingendola fuori dalla porta, mentre lei rideva fiera, facendoci la linguaccia poco dopo averle chiuso la porta in faccia, ritrovandomi in un silenzio imbarazzante con Minho, che continuava a mantenere il suo sorriso malizioso.

<< Io accetto l'idea del pompino per- >> Lo stoppai immediatamente, prendendo la prima cosa che mi capitò davanti, ovvero il mio astuccio di scuola poggiato sul mobile vicino alla porta, lanciandoglielo con tutta la forza possibile, baccandolo in pieno punto i suoi coglioni, sentendolo urlare.

<< PORCA TROIA JISUNG MI HAI STERELIZZATO! >> Urlò di dolore, accucciandosi totalmente e poggiando le mani su quel punto.
Bhe se c'era l'alzabandiera mattutino almeno lo avevo abbassato no?




Entrammo a scuola con un po' di distanza, per non destare troppi sospetti, mentre io rimanevo più indietro ma oltrepassando la stessa stanza, poichè la solita lezione di matematica.
Prima di aprire la porta dell'aula ed entrare, Minho mi bloccó da un braccio avvicinandosi al mio orecchio.

<< Se ti dicono qualcosa non calcolarli, e sopratutto non rimanere da solo con loro, nel caso corri da Felix. Dopo la lezione vado prima io sulla terrazza seminandoli, e poco dopo vieni anche tu, ci siamo intesi? >> Ordinò a sottovoce, facendomi annuire adrenalinico, sembrando in una missione da film, aggrottando le sopracciglia quando mi vide muovere la testa fin troppo felice.

Detto questo entrammo insieme, sicuri che quei due avessero fatto ritardo, salutando con un accenno di mano a Hyunjin, che ormai aveva cominciato starmi simpatico.

Io e Minho dormimmo per tutta la lezione, recuperando probabilmente tutte le ore di sonno perse, con le nostre mani intrecciate -nascoste dai compagni davanti e dal banco- dandoci una sicurezza condivisa che ci accompagnò per tutta la lezione.
Quando la campanella suonò, mi alzai leggermente dal banco, notando che Minho se ne fosse già andato, quindi raccolsi tutto e mi dirissi verso la porta, con l'intenzione di andarmene, se solo non fosse per una mano che mi bloccò l'uscita.

<< Dove credi di andare? >>

trust me -minsungWhere stories live. Discover now