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Il gattone ormai stava bello sdraiato sul mio petto, con la testolina sul mio cuore pulsante, mentre tutto tranquillo mi faceva le fusa e si godeva le coccole che gli stavo meritando... e si, nonostante l'infarto che mi aveva fatto prendere non sono riuscito a resistergli con quel faccione dolce, e finimmo così.
Non so come, ma Soonie mi fece un effetto calmante, infatti ormai avevo ripreso a respirare, e le lacrime erano secche sul mio volto, senza mai essese rimarginate fino ad allora.
La mia attenzione stava tutta per quella palla di pelo arancione, ma mi distratti nel momento quando notai una sagoma che ci fissava dalla punta del divano, e quasi saltai in aria, chiedendomi da quanto tempo stava là a osservarci, e lui con un sorrisino leggero sul volto, decise di sedersi delicatamente accanto alle mie gambe stese, osservandoci per un po', per poi decidersi a passare una mano sulla testolina del gattone, sfiorando leggermente la mia mano, e d'istinto facendomi ritrarre la mano quando la sfiorò con la mia, e dei brividi che non esitarono ad arrivare, sorpassando la mia intera figura, lasciando che solo Minho lo accarezzasse, e quella visione mi risultava così carina, fin quando lui notò che il mio sguardo era fisso su di lui e forse notandolo, pure lui mise lo sguardo su di me, beccandomi in pieno atto, e io, probabilmente rosso come un peperone, inziai a girovagare lo sguardo in giro per la stanza, pur di non posizionarlo su di lui, fin quando una risatina mi fece riposizionarlo come prima, fisso nei suoi occhi scuri.
Forse mi stava prendendo in giro, continuava a ridacchiare leggermente, mentre guardava la mia figura e quella del gatto, che ormai si era appoggiato con il muso nell'incavatura del mio collo, come se volesse un abbraccio.

<< Cosa ti ridi? >> Gli tirai un'occhiataccia, e lui finì solo a sorridermi, ignorando la mia domanda, per poi rispondermi solo dopo qualche minuto.
E cazzo quanto era bello il suo sorriso.

<< È solo che sei così carino con Soonie, siete adorabili. >> Guardai prima Minho e poi il micio, imbarazzandomi e coprendomi il volto con le mani, rosso fino ai capelli, e forse lo notò, poichè cambiò argomento in fretta, puntandolo su argomenti stupidi.

<< Sono ormai le 14, direi che è ora di pranzare, okay? >> Mi stava guardando, ancora col sorrisino in volto, e la testa leggermente piegata verso destra, come un gattino.

<< Adesso non ho fame, mangio dopo a casa. >> Sembrò non ascoltarmi, prendendo Soonie in braccio e togliendolo da sopra di me, per poi avvicinarmi la mano come segno per farmi alzare, e con molta insicurezza e paura la accettai, mettendo la mia mano sulla sua. Quel fottuto contatto mi fece quasi sudare freddo, la sua mano calda a contatto con la mia, probabilmente ghiacciata, mi fece rabbrividire e vedere le stelle.
Alzandomi di scatto dal divano, con la mano ancora nella sua, un capogiro mi venne a dare il benvenuto, facendomi subito ricadere sul divano, e lui posizionò subito le nostre mani sulla mia coscia, tenendola stretta, come per assicurarsi vada tutto bene, e si abbassò in fretta alla mia altezza, per assicurarsi fosse tutto ok.

O almeno questo è quello che speri, vero Jisung?

<< Jisung? Che succede, ti viene da svenire? >> Scossi leggermente la testa, strizzando gli occhi, e subito dopo feci finta di nulla, e mi alzai non curante, facendo slalom tra i capogiri e dicendo a Minho che non era nulla.

<< Tranquillo, soffro un po' di pressione bassa. >> Mentii facilmente.
Minho, con uno sguardo leggermente preoccupato, mi accompagnò fino alla cucina, probabilmente per non sforzarmi a parlare e per farmi mettere qualcosa nello stomaco, senza contare le mie prediche, mentre il mio sguardo era fisso sulle nostre mani incrociate, che sembravano fatte l'una per l'altra. Combaciavano alla perfezione.

Ti abbandonerà come tutti gli altri.

<< Con cosa vuoi pranzare? >> La domanda mi devastò, come nell'esatto momento quando notò il mio sguardo fisso alle nostre mani congiunte, e non avevo nemmeno realizzato fossimo già in cucina, la mia ultima speranza era quella di passare alle preghiere.

<< No Minho non ti disturbare, tanto andrò a casa fra poco, mangerò là. >>
Mi credette? Non saprei dirlo, stava in piedi davanti a me, le nostre mani intrecciate in mezzo a noi, la sua figura che mi sovrastava mentre provava a connettere il suo sguardo con il mio.
Era ormai un momento magico, e mi sentivo strano, pensavo che con lui mi sentissi a disagio, ma in realtà ero ormai a mio completo agio, il suo tocco non mi spaventava più, e le nostre mani ne erano la prova. Avevo superato la paura di Minho.
Il momento venne distrutto dal mio cellulare che squillò e realizzai solo in quel momento che non avevo ancora minimamente pensato al mio telefono, e soprattutto a dove poteva essere.

<< Te l'ho posizionato sul tavolino all'entrata. >> Quasi mi lesse nella mente, e staccando i nostri arti, con lui che mi seguiva pari pari, percorremmo tutto quei corridoio immenso di quella villa quasi correndo, per poi prendere il telefono in mano e rispondere a quella che doveva essere mia madre.

"Jisung, mi dispiace tantissimo, ma dovrò partire per due settimane per un lavoro importantissimo, forse riesco a farmi ammettere in un'agenzia, non è magnifico? Purtroppo partirò pomeriggio, e io sono fuori a fare delle commissioni, quindi andrò direttamente. Mi dispiace Jisungie, ci vedremo appena torno, ti amo tanto amore, ti chiamerò ogni giorno."

Volevo solo piangere, ormai non stavo mai con lei, partiva in continuazione, stava sempre a lavoro e io sempre solo, lasciandomi la casa a mia completa disposizione per affogare tra i miei pensieri.

"Tranquilla mamma, ti amo pure io."

E dopo un saluto breve chiusi la telefonata, guardando i messaggi di Felix ma evitandoli, notando non fosse nulla di importante.
Volevo solo avere un supporto morale, lei era l'unica che riusciva a capirmi con uno solo sguardo, ma come sempre non c'era mai. Solo.

È questo quello che ti meriti.

<< Dovrai stare da solo per due settimane? >> Finalmente riuscii a posare lo sguardo sul suo, e come d'istinto delle lacrime mi solcarono il viso, incastrandosi tra le mie ciglia, in mezzo a tutte quelle ormai asciutte di qualche ora prima.
Non era questo il mio obbiettivo, anzi era l'unica cosa che dovevo evitare, ma non ci riuscii, crollando a terra, e senza un motivo valido, solo il mio dolore che si era accumulato in maniera esagerata, scoppiando ad un tratto, dopo aver ricevuto l'essima notizia negativa di quella giornata.
Sentii due forti braccia prendermi, le stesse che mi sollevarono su quel tetto sporco a scuola, una poggiata dietro le mie ginocchia e l'altra sulla mia schiena, per poi alzarmi da terra e portarmi sul divano in cui stavo poco prima, lasciandomi là, seduto sulle sue gambe, e le sue mani che continuavano ad accarezzarmi i fianchi, mentre io mi limitavo a tenerle sul mio viso, coprendomi da tutta quella vergogna, e realizzando che la mia maschera era ormai crollata, esponendomi alla luce di Minho.

Un contatto caldò si posò per primo sulla mano destra, e poco dopo su quella sinistra, togliendomi le mani dal viso, e mentre io tenevo lo sguardo basso, lui con uno sguardo serio me lo fece puntare su di lui, mentre mi teneva il volto dritto, a pochi centimetri dal suo, e io volevo solo sparire dalla terra, facevo solo pena.

Cazzo, quando arriva il momento dove ti butta fuori da questa villa, dicendoti che fai schifo, sei frocio e non servi a nulla e che finirai solo a rovinargli la vita?

Ecco l'ennesima bomba sganciata che mi distrutte quel poco di contegno che mi rimaneva, facendomi scoppiare in un pianto isterico, mentre lui mi teneva fisso con un braccio sulla mia vita per evitare che io potessi cadere, e l'altra provava a eliminare le lacrime dal mio viso, ma stavano diventando esagerate, allora si limitò a spingere le mia nuca sull'incavo del suo collo, bagnandolo dalle mie lacrime.

Perchè non era ancora scappato?

Perchè forse fai pena.

trust me -minsungWhere stories live. Discover now