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Eravamo tornati all'ora di pranzo a casa mai, trovando mia madre ferma davanti alla porta con le braccia incrociate, incazzata nera, fin quando non vide il mio ragazzo accanto.

<< Minho, amore! Come stai!? >> Gli chiese mia madre correndo praticamente da lui senza nemmeno calcolarmi

<< Bene grazie, lei? >> Rispose ricambiando con un sorriso innocente e pure sul suo volto, come se il giorno primo non mi avesse spaccato in due tanto da star ancora camminando storto.

Finirono con la loro chiacchierata senza cagarmi, fin quando Minho non mi raggiunse sul divano dove ero seduto, sedendosi accanto a me e allungando il collo per lasciarmi un bacio sul collo che mi fece togliere totalmente il broncio, sostituendolo con un sorrisino.

<< Amo il tuo sorriso. >> Disse spontaneo, tirandomi da un braccio per farmi mettere sopra di lui, sistemandomi meglio a cavalcioni, tirando un leggero gemito quando schiacciai le chiappe sulle sue cosce dure.

<< Scusami per ieri. >> Mormorò quasi preoccupato, avvicinando le labbra a forma di culo per farsi dare un bacio che io subito gli diedi.

<< Ne è valsa la pena. >> Ridacchiai dolorante, pensando a come era stata la fantastica nottata passata il giorno prima. << Stavo pensando. >> Cominciai ditubante di dargli fastidio. << Non mi hai raccontato nulla di te. >> Dissi la cosa più ovvia del mondo, ma adesso che ne ero innamorato volevo conoscere ogni singolo pezzo di lui e amarne ogni particella.

<< Facciamo un giochetto, mh? >> Chiese sorridendo con fare tenero, facendomi corrugare il sopracciglio, intimandolo di proseguire. << Ognuno fa una domanda qualsiasi all'altro e l'altro deve rispondere. Qualsiasi domanda, per conoscerci al meglio... e anche in poco tempo dato che tua madre ha già messo a bollire un pentolone di acqua grande quanto una piscina. >> Continuò ridacchiando, facendomi sbiancare totalmente al sentire nominare cibo.

<< Ci sono io Jisungie, è tutto ok. Non combatterai quel demone da solo, va bene? >> Chiese leggendomi totalmente nel pensiero e iniziando ad accarezzarmi le guance con fare protettivo, dandomi un leggero schiocco sulle labbra.

<< Iniziamo il gioco... >> Cambiai discorso agitato, muovendomi leggermente sulle sue gambe, venendo fermato subito dal moro che spalancò gli occhi arrossendo. Subito mi paralizzai continuando a parlare per non cadere in un silenzio imbarazzante. << Cosa intendevi quanso dicevi di aver sofferto di disturbi alimentari? >> Chiesi leggermente curioso ma preoccupato di potergli mettere a galla vecchi ricordi, ma per fortuna sorrise leggermente, come a dirmi che andava tutto bene.

<< Ho iniziato a soffrire di anoressia all'età di 12 anni. I miei genitori si erano lasciati da poco e io ero stato costretto ad andare a vivere da mamma, venendo quasi trascinato. Iniziò a sfogare la sua rabbia su di me, urlandomi che non servono a nulla nel mondo, che sprecavo troppo cibo per una nullità come me, che dovevo dimagrire nonostante ero normopeso. Mi ricordo che tornavo a casa e la trovavo incazzata alla porta perché avevo fatto due minuti di ritardo per colpa del pullman e lei mi iniziò letteralmente a urlare dicendomi che non poteva aspettare uno come me perchè non mi meritavo nulla e che la mia esistenza non era importante e che era meglio se non fossi nato, buttandomi in faccia che fossi nato solo per sbaglio e che lei voleva pure abortire ma papà no.
>> Cominciò a raccontare malinconico, intrecciando le mie dita con le sue come a darsi coraggio. << A quel punto iniziai a prendere sul serio le sue parole e a smettere di mangiare per poter permettere al resto del mondo di mangiare di più, poichè "una nullità come te non dovrebbe nemmeno sprecare cibo", un ragionamento molto stupido ma che a quell'età era molto devastante. >> Spiegò adesso totalmente serio e con fare freddo e distaccato. << A 13 anni ormai pesavo qualcosa come 40kg da bagnato, ma per me non era mai abbastanza, volevo solo dimagrire sempre di piu, perdere un qualsiasi minimo strato di pelle; ero soddisfatto ogni volta che si vedevano le ossa, portavo la pancia in dentro apposta per vedere le costole sporgere in modo disumano fino a sorridere al mio riflesso, venendo però subito dopo insultato dal mio demone che mi diceva di dover totalmente smettere di mangiare anche solo quel singolo e minimo pasto che facevo al giorno. E allora lo ascoltai. >> Continuò serio, non mostrando nessun segno di debolezza, e in quel momento lo invidiai; lui stava raccontando la sua esperienza mantenendo la maschera... io? Ah bhe, io stavo gia piangendo da un pezzo, e lui se ne accorse ben presto.

trust me -minsungWhere stories live. Discover now