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Ero completamente nel mondo dei miei sogni, circondato da un calore che non riconoscevo, ma che era molto confortante.


Continuavo a sentire qualcosa di bagnato che mi punzecchiava su tutto il viso, senza fermarsi, e quasi infastidito aprii gli occhi, ritrovandomi due occhioni che mi fissavano da fin troppo vicino.


Quei suoi occhi stellati che tanto amavo, si trovavano a pochi centimetri dal mio volto, sguardo a sguardo, senza distoglierlo.

<< Che stai facendo?! >> Domandai subito dopo esser diventato rosso, mettendomi il braccio destro sul viso per coprirmi il volto mattutino che sicuramente faceva schifo come al solito.

<< Non ti svegliavi e allora ho deciso di farlo con un modo alternativo. >> Ghignò fiero, e quando tolsi il braccio, trovandolo ancora fin troppo vicino, notai fosse quasi a cavalcioni su di me.

<< Ah sì? Sarebbe? >> Chiesi quasi con un tono malizioso, e quando lo vidi spalancare gli occhi scoppiai a ridere.
BECCATO, RAGAZZACCIO!

<< HAN JISUNG SEI VERAMENTE UN PERVERSO! >> Urlò prendendo il suo cuscino in mano e lanciandomelo in faccia, mentre io continuavo a ridere a crepapelle, coprendomi il viso per pararmi, anche se i colpi che stava dando erano veramente leggeri.

A un tot si fermò completamente, togliendosi da sopra di me e sdrsiandosi accanto, e stessa cosa feci io.
Continuavamo a fissarci senza parlare, in un silenzio che si poteva definire "intimo", come se con quello sguardo potevamo leggerci a vicenza, esponendo tutte le nostre insicurezze e paura...
E lui sembrava quasi volesse farmi perdere nei suoi occhi ricoperti di stelle, per poi essere l'unico a potermi ritrovare.

<< Sei bellissimo. >> Lo sussurrò come se lo dedicasse solo ed esclusivamente a me, come qualcosa che non aveva mai detto a nessuno, come se pensasse io fossi l'unico.

<< Minho, dovremmo andare a scuola. >> Provai a cambiare discorso, in quanto fossero già le 7:30 e alle 8:20 la scuola iniziava.

<< Oggi niente scuola, giornata solo noi 2. >> Continuava a parlare a bassa voce, ficcando la testa dentro al cuscino, non accettando repliche.

<< Mia madre mi ammazz- >> La porta della stanza si spalancò.

<< BUONGIORNO TESORI! La colazione giù è pronta, muovetevi a mangiare che si raffredda. Jisung tu oggi resti con Minho e ti riposi, vado a lavoro! >> Parlò tutta in una volta mia madre, e senza fregarsene delle nostre risposte uscì nello stesso modo in cui era entrata, chiudendo la porta con un tonfo, non prima di averci tirato un'occhiata maliziosa.
A cosa stava pensando quella donna?

<< Voi due mi sembrate un po' troppo in armonia eh? Due grandi testoni. >> Spiegai avvicinandomi a Minho, e quando lui tolse la testa dal cuscino, io mo aggrappai totalmente a lui per trovare un qualsiasi contatto umano che mi era stato privato per molto tempo, e lui non perse tempo per ricambiare l'abbraccio, poggiano la sua mano sulla mia vita, accarezzandomi leggermente, schiacciando il suo corpo su di me.

Stavo quasi per riaddormentarmi, se solo non fosse per lui che si staccò alzandosi in piedi, lasciandomi da solo nel letto matrimoniale.

<< LEE MINHO, RITORNA QUAA! >> Esclamai quando lui era ormai troppo lontano, sentendo una risatina provenire da lui.

<< Dobbiamo mangiare e poi ti devo rimettere la crema sui lividi! >> Rispose dall'altra stanza, mentre io sbuffando cominciai ad alzarmi, con fin troppa lentezza.

<< HAN JISUNG, TI MUOVI? >> Come non detto.

Scesi sulle scale con molta tranquillità, non riuscendomi comunque a trattenere dal saltare l'ultimo gradino, come sempre stato.
Appena varcai la soglia della cucina lo vidi spostare tutti i piatti e i bicchieri, che se prima stavano uno di fronte all'altro, adesso stavano attaccati, con le sedie vicinie.

<< Perchè questo? >> Domandai quasi spaventandolo, e quando si girò mi mostrò un sorrisino da persona fiera del proprio lavoro, mostrandomelo con fare teatrale con le mani.

<< Così posso tenerti d'occhio e imboccarti! >> Rispose con fare ovvio.

No aspetta...
IMBOCCARE COSA?

<< Siediti Jisungie, questa mattina la mami ha preparato i pancake! >>

O cazzo, quella era nutella?

<< CAZZO DEVO PRIMA PROPRIO ANDARE IN BAGNO! >> Esclamai ritornando sui miei passi, quasi scappando.

<< HAN JISUNG VIENI QUA, NON MI SCAPPERAI! >> Urlò inseguendomi, iniziando così un inseguimento in giro per casa, iniziando a correre attorno alla penisola.

<< Scusate ragazzi, mi sono dimenticata l'agenda... ragazzi? >> Ci girammo tutti e due verso l'entrata, dove mia madre ci stava fissando più che confusa, mentre io e Minho con il fiatone, la stavamo fissando in imbarazzo, beccati in pieno.

<< Ok meglio che non dico nulla, CIAO! >> Salutò scappando, e quando mi asciugai la fronte dal leggero sudore causato dalla corsa, quasi mi accasciai a terra dalle poche forze, ma Minho mi prese subito dal fianco, trascinandomi con forza sulla sedia, dove una volta seduto fece mettere me sopra le sue gambe, ormai un'abitudine che però io tanto non gradivo.

Quando mangi il peso aumenta, attento a non schiacciarlo.

Non ebbi il tempo di protestare che Minho appoggiò il piatto, contenente dei pancake, sulla mia coscia, e io mi immobbilizzai subito per tenerlo in equilibrio, dovendo rinunciare al tentativo di toccare terra con le punte e contenere un po' di peso.
Con le sue mani grandi, prese la forchetta, tagliando un pezzetto di pancake e posizionandolo davanti alla mia bocca.

<< Apri, fai il bravo, su. >> Picchiettò leggermente sulla mia bocca, mentre io ero scioccato. Cosa stava intendendo fare?
Qualsiasi cosa era, dovevo fermarlo subito.

<< Minho ti prego, no, non posso. >> Lo supplicai non volendo mangiare, anche perchè sarebbe stato abbastanza imbarazzante farmi imboccare.

Minho inarcò un sopracciglio, già stufo dei miei capricci, e con la sua terstardaggine aveva già capito di avere il comando.

<< Non fare lagne, piano piano, mangia. >> Ordinò con fare dolce ma di chi comunque non accettava controproposte.

Schiusi la bocca per protestare, ma lui ne approfittò per ficcarmi la forchetta in bocca, e con esso anche il pezzettino di pancake, che forse capendo, non aveva riempito di qualche crema.
Una volta che notò avessi ingoiato quel pezzo controvoglia, inizio a fare cerchi immaginari sulla mia vita, incitandomi mentre sorrideva felice.
Sembrava che il mio girovita nelle sue mani era così sottile, perfetto per tenermi.
Non hai un girovita sottile, là c'è solo ciccia.

<< Basta. >> Protestai pieno.

<< Per quanto obbligarti non sia nelle mie intenzioni, in questo momento ce ne è bisogno, quindi dico io quando basta, Jisung. >> Ne prese un'altro pezzo, questa volta più grande di quello precendente, ripuntandomelo contro. << Dai piccolo, apri, ancora un pochino. >> E felice continuava a imboccarmi, fin quando un intero pancake era terminato.

Avrei potuto dire di no a tutto questo, ma Minho avrebbe ottenuto in qualsiasi modo ciò che voleva.

Finito l'intero pancake, posizionò le sue grandi mani nel mio interno coscia, aprendole totalmente per potermi mettere perfettamente a cavalcioni sul suo membro, dandomi un abbraccio forte, che mi rincuorò subito, sussurrandomi nell'orecchio:

<< Sei stato bravissimo piccolo, sono fiero di te. >>

trust me -minsungWhere stories live. Discover now