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<< MINHO NON SERVE CHE MI PORTI DENTRO CASA IN BRACCIO! >> Urlai impanicato quando mi prese con forza dal sedile del passeggero per prendermi in braccio; volevo non pesargli, ma anche se mi avesse lasciato probabilmente sarei caduto di faccia a terra, stando con dolori che si propagavano per tutto il mio corpo in continuazione, e con una sensazione di vertigini esagerata.

<< Smettila di fare il bambino brontoloso, so che lo stai pensando, no Jisung, non mi pesi un cazzo. >> Ok come lo aveva fatto a capire? Quel ragazzo mi faceva paura...

Mentre riusciva a tenermi con UNA fottuta mano, cercò le chiavi nei jeans, per poi aprire la porta della villa con totale calma, come se non avesse un ragazzo in braccio.
Salì al piano di sopra su quelle scale in vetro, mentre io, preso da un giramento di testa, mi aggrappai forte al suo collo, mettendoci anche il volto, con le labbra appoggiate poco sotto il suo orecchio.
Cercando di non farmi male mi appoggiò sul lettone, sedendosi subito accanto a me, osservando la mia figura per intero.

<< Fammi controllare i lividi e le ferite che ti hanno provato quegli stronzi, togliti la felpa. >> Decise con sguardo serio, fissandomi severamente negli occhi, e dando un'occhiata alla mia mano ancora posata sulla costola destra dolorante dal primo calcio dato.
Negai spaventato scuotendo la testa, per poi girarmi dall'altra parte, evitando il suo volto.

<< Jisung per favore... lo devo fare io? >> Scossi di nuovo la testa, sentendo le lacrime spingersi per uscire.

<< Che succede piccolo? Devi dirmelo. >> E finalmente lo guardai, con quegli occhioni luccicanti, lo sguardo triste e confuso mentre aspettava me.

<< Non voglio farti vedere il mio corpo. >> Protestai insicuro, abbracciandomi da solo incrociando le mani sul petto, evitando la costola dolorante o i vari lividi.

<< E perchè mai? Jisung cazzo, sei bellissimo. >> Mi crollò il mondo... nessuno me lo aveva mia detto.

Non te lo meriti, starà mentendo solo per vedere il tuo corpo e poi ridere di te.

Non potevo, si sarebbe disgustato.

<< Guardami Ji. >> Ordinó alzando il tono della voce, e ditubante lo guardai, mentre avvicinava la sua mano alla mia, stringendola delicatamente mentre la accarezzava.

<< Non ti toccherei mai senza il tuo permesso e non ti fisserò per non metterti a disagio, anche se a parere mio il tuo fisico è stupendo, mi dirai tu quello che potró fare e quello che no, ok? >> Provò a convincermi, e sì, ci riuscì.
Mi stavo fidando...

<< Va bene piccolo? >> Chiese aspettandosi una risposta, e io non
convinto annuii.

Mi chiese di togliere la felpa, ma provandoci un dolore letale al petto mi bloccò il movimento, e quindi Minho mi aiutò, poggiando le sue mani fredde sul bordo della sua felpa che mi aveva prestato quella mattina, per poi alzarmela lentamente.
Diede uno sguardo veloce al mio corpo nudo, e io imbarazzato subito mi coprii, provando a girarmi a lato, ma Minho mi bloccó subito con una mano sul fianco, spostando la mano che mi ero fin da subito appoggiato sullo stomaco.

<< Sei stupendo Jisung, quelle cicatrici non dovrai mai prenderle come un tuo difetto, ma come un punto di forza, facendo vedere veramente la decisione che hai avuto per andare avanti e continuare a vivere. >> Esclamò sorridendo felicemente, questa volta concentrandosi sulle ferite, cambiando subito lo sguardo dopo aver notato altre cicatrici sui miei fianchi o poco sopra la linea V, spostandolo invece sul gigantesco ematoma casuato da Daeshim, probabilmente capendo il mio disagio.

<< Questi lividi mi sembrano siano già sul punto di guarire, ti ha fatto del male altri giorni? >>

<< Lui mi fa sempre male. >> Rivelai tremante, impaurito da una sua possibile reazione, ma invece si limitó a mordersi il labbro e a sbuffare sonoramente.

<< Quel brutto figlio di puttana lo ammazzo un giorno di questi. Prendo subito una crema da mettere su tutti sti brutti lividi. >> Propose correndo subito verso il bagno, tornando poi con una pomata dalla confezione bianca.

Cautamente si avvicinò a me, aprendo il tappo e mettendosene un po' sulle dita in modo quasi sensuale, per poi appoggiare quel gel ghiacciato sulla mia costola, facendomi venire dei brividi per tutto il corpo, che mi fecero irrigidire i capezzoli, vedendo un ghigno da parte di Minho.

<< Ti sto facendo male? >> Chiese continuando a massaggiare con leggerezza per tutta la zona, mentre io negai.

Continuò così per tutti i lividi sparsi per tutto il petto, per poi con una carezza, porgermi la maglia.
E aveva mantenuto la sua promessa; non si era concentrato su tutti i tagli del mio corpo, ne sulle bende che ricoprivano le mie braccia.
Nulla di nulla.
Anzi, aveva detto di trovarmi bellissimo...

Jisung non sognare in grande.

Mi rimisi la maglia con la mente persa nei miei pensieri, e alzando lo sguardo trovai Minho con le braccia aperte mentre aspettava un abbraccio, e io sorridendo leggermente mi ci buttai dentro.

<< Piano Jisungie, non ti voglio far del male. >> Mi sussurrò all'orecchio.

Ero felice...
Finalmente felice dopo tutti quegli anni di sola tristezza.
Anche se quella felicità sarebbe durata massimo 30s, ero comunque emozionato.

trust me -minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora