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Han's pov

L'allenatore, in tutto questo tempo, aveva chiamato i genitori di Minho per venirlo a prendere e portarlo a casa.
Loro arrivarono in men che non si dica e appena fecero il loro ingresso, nella sala, si scaraventarono subito dal loro figlioletto.

Poi il coach, notando la tensione, cominciò a spiegarli, insieme al paramedico, la situazione, lasciando me e il viola da soli.
Lui aveva gli occhi chiusi e finalmente potevo vedere un espressione rilassata sul suo volto.
Gli avevano somministrato una dose di antidolorifico e antibiotico, cosa che lo portò ad addormentarsi pian piano.

Vedendo che tremava un po' dal freddo, presi la mia giacca e gliela misi sopra, cominciando a passargli la mano tra i capelli, tirandoli indietro.

" Hannie? "

" Dimmi "

" Che hanno detto i giudici? "

" Abbiamo fatto un capolavoro e ti augurano una buona guarigione. Ora non pensarci più alla gara, vai a casa, datti un risciaquo e fiondati sotto le coperte, che sembri un panda dalle occhiaie " Lui ridacchiò al paragone finale aprendo leggermente gli occhi per poterli posare su di me.

" Ah e miraccomando mangia e bevi tanto " Lui annuì sorridente.

" Ma guarda un po' mister scontroso si rivela essere cuore d'oro"

" Yah. Ritieniti fortunato " Affermai gonfiando le guance e facendo un finto broncio.

" Sei bellissimo, Hannie. Grazie per esserci " Disse prima di abbassare le palpebre e addormentandosi.

Dopo essermi assicurato che fosse arrivato a casa con i suoi, mi misi steso a letto, con addosso il pigiama e caddi in un sonno profondo  che fu interrotto la mattina dopo da quel aggeggio elettronico chiamato sveglia.

Pur non volendo abbandonare il grande calore delle coperte, mi alzai in piedi con un brontolio assurdo proveniente dallo stomaco, che mi fece capire che l'ora della colazione fosse arrivata.
Non me lo ripetei due volte e mi fiondai giù dalle scale, rischiando spiaccicarmi sul pavimento, fino ad arrivare nella sala da pranzo, in cui c'erano, stranamente, mia madre e mio padre.
Di solito a quest'ora erano al lavoro che fosse successo qualcosa?

" Papà, mamma, buongiorno " Li salutai confuso dalla loro presenza.

" Buongiorno tesoro "

" Buongiorno figliolo "

Erano pure strani e cupi, mi stavano palesemente nascondendo qualcosa ed era l'ora di scoprirlo.

" Che è successo? " Domandai per iniziare il discorso.

" È difficile da spiegare... Hai presente che noi lavoriamo all'agenzia Kan? Ecco, ci sono stati dei problemi finanziari ed economici e ciò ha portato a far prendere una grande decisione al capo, che non penso che ti piacera " Parlò mio padre, abbassando lo sguardo sulla tovaglia a quadri, ed incrociando le dita.

" Papà, che sta succedendo? " Domandai preoccupato.

" Tra due giorni ci trasferiamo in Malaysa. " Disse di punto in bianco lasciandomi scioccato e con la speranza che tutto fosse uno scherzo.

" Stai scherzando? "

" No, figliolo. Rimanendo qua, in Corea, l'azienda andrà in fallimento e noi non c'è lo possiamo permettere "

" Ma papà, mi sono appena creato una bella vita qua! Ho degli amici stretti e di cui mi posso fidare, ho una classe unita, frequento una scuola prestigiosa, ho pure un ragazzo e ho- "

" Hai un ragazzo!? " Chiesero entrambi sorpresi dalla mia affermazione.

" Sì! Da più di una settimana! "

" Perché non c'è l'hai det- "

" Perché non volevo! È la mia vita privata Mamma! E non mi interessa cosa pensate, ma io rimago in Corea! "

" Tesoro, non puoi... Capisci, ti prego. So che ci starai male a lasciare tutto e tutti, ma se rimaniamo perderemo il lavoro e andremo in crisi economica e non riusciremo a pagare i tuoi studi "

" Ma io voglio rimanere! "

" Figlio mio, mi dispiace dirtelo ma ormai è tutto programmato, volo, casa, scuola ecc. Non possiamo tornare indietro. Noi tra due giorni partiremo punto e basta. "

Non so se in quel momento provavo più rabbia che dolore, o se mi sarebbero mancati i miei amici, ma una cosa era certa.
Volevo rimanere per Minho.

I don't hate you // Han Jisung x Lee MinhoWhere stories live. Discover now