29. Anna Dillon (rev.02)

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Anna Dillon si era rivelata all'età di dodici anni. A sei anni, i genitori le avevano spiegato quale sarebbe stato il suo destino, palesandole sin da subito la possibilità che, come altri membri della sua famiglia, sarebbe potuta diventare una vedente fuori dal comune.

Non le ci era voluto molto ad imparare a sentire e quando improvvisamente aveva avvertito venire meno l'energia dell'amata nonna materna, che viveva a un centinaio di chilometri da lei, fu evidente che anche Anna, come la zia paterna e il nonno prima di lei, aveva chiaramente la capacità di percepire le energie anche a distanze non ordinarie. 

I vedenti come lei erano rari e per l'Azienda particolarmente preziosi: i segnalatori, così erano chiamati, erano operativi nelle sedi dell'Azienda sparse nelle città più densamente popolate e percependo gli sbalzi di livello sul nascere, potevano anticipare l'azione dei vedenti operativi in campo, inviando loro le coordinate in cui intervenire.

Lì, nella sede centrale, erano operativi nove segnalatori che si alternavano al centro smistamento posto al sedicesimo piano. Lavoravano su turni, in gruppi da tre, nell'arco delle ventiquattrore.

La loro funzionalità ed efficacia si basava sulla conoscenza dei vedenti presenti in città. Per tanto studiarne le energie era requisito imprescindibile: solo così infatti potevano imparare a riconoscere le diverse energie dei colleghi, sfruttando proprio la capacità della loro energia di diventare estremamente ricettiva e sensibile.

Pur non conoscendo la personalità e il carattere degli altri, avevano registrato interiormente la sensazione ricevuta nell'unico incontro che avevano avuto con ogni singolo vedente operativo. Non vi erano stati scambi di parole o di impressioni in occasione di quel faccia a faccia, ma solo un naturale imprinting che era rimasto scolpito nella loro memoria energetica.

Il centro di smistamento si sviluppava in un ambiente unico dalle pareti scure, privo di finestre, illuminato esclusivamente da una luce artificiale calda e soffusa che conferiva allo spazio una sorta di percezione atemporale.

Sulla parete opposta all'ingresso, era proiettata una gigantesca mappa interattiva dell'intera città. Frontalmente a questa, erano posizionati tre sedili ergonomici che permettevano ai segnalatori di sentire mantenendo corpo e energia in uno stato di perfetto rilassamento.

Dalle loro postazioni, con l'ausilio di tablet collegati alla mappa principale, i segnalatori trasferivano su di essa tutti i punti in cui avvertivano sbalzi significativi, riconducibili a istigazioni in corso.

Il via all'azione però veniva dato solo quando, su quell'enorme scacchiera fatta di vie e quartieri in connessione, tutte le pedine disponibili per la partita quotidiana erano state posizionate.

Alla loro sinistra, era installato quello che ironicamente avevano soprannominato il "wall of fame", un pannello su cui erano schierate le foto di tutti i vedenti, scattate loro in occasione della registrazione energetica. Osservandole, i segnalatori potevano fare mente locale della loro energia e trovarne la posizione esatta da trasferire sulla mappa. La fotografia infatti stimolava il ricordo di quanto sentito e grazie ad esso, l'energia stessa del segnalatore riusciva a diffondersi lungo tutta la città nella sua ricerca fino a vedere l'individuo e riconoscerne l'esatta posizione nella realtà.

Poter sentire le energie a distanze così estese implica necessariamente una grande concentrazione. Secondo i ricercatori dell'Azienda, l'energia di un segnalatore risulta essere più sensibile del comune. Quando un segnalatore scopre la sua energia, rendendola ricettiva, si mette emotivamente a nudo, dedicando tutto sé stesso al sentire. Per questo, molto probabilmente, i segnalatori non sono dotati della capacità di decifrare le emozioni umane poiché tutta la loro capacità è concentrata nella ricerca.

Quella mattina, al suo risveglio, Anna non si era sorpresa nel percepire più della metà dei vedenti concentrati nella sede centrale. L'onda di energia che l'aveva colpita nel sonno, quella notte, si era già impressa in lei, anche se non poteva ancora darle un volto. Era certa però che fosse la causa di quel raduno di massa e sospettava si trattasse di una certa rivelazione tanto auspicata e prevedibilmente sfuggita di mano.

Come sempre si presentò impeccabile, indossando una larga camicia militare allacciata fino all'ultimo bottone, castigata da un gilet color crema, sopra un paio di pantaloni neri aderenti, abbinati a un paio di anfibi alla caviglia. Era minuta, con uno sguardo deciso ed estremamente acuto. La testa rasata per scelta e il passo sicuro le conferivano un fare autoritario.

"Che succede di bello?" chiese ai due colleghi entrando.

"La portata principale del menù di oggi è stata la rivelazione di Adriel Wigan" rispose il segnalatore che occupava il sedile più a destra.

"Per proseguire con l'attesa del verdetto per Benedict Wigan" proseguì ironica la collega nella postazione più a sinistra.

Anna prese posto nel sedile centrale, lasciandosi scivolare fino a distendersi quasi completamente.

"Ho saputo e ho sentito" rispose lei con un sorriso mentre analizzava rapidamente la mappa a parete.

"È presto per avere già tutte queste istigazioni" constatò prendendo atto dei numerosi cerchi che a intermittenza illuminavano diversi quartieri cittadini.

"Direi che è normale quando la metà dei vedenti perde tempo a fare casino piuttosto che considerare le nostre segnalazioni e intervenire" ribatté mollemente il collega inglobato comodamente nella sua postazione.

"Comunque il problema dovrebbe essere risolto. I Wigan se ne sono andati e tutti dovrebbero tornare a lavoro, finalmente." Concluse la ragazza alla sua sinistra.

Anna si abbandonò completamente allo schienale, collo rilassato, occhi chiusi, respiro lento e controllato. Lasciò che la sua energia iniziasse ad espandersi oltre i limiti del suo corpo, oltre le pareti, e scivolasse a tappeto al di là di qualsiasi ostacolo. Iniziò così a raccogliere informazioni, sbalzi, energie, che si incrociavano a loro volta, si sfidavano, istigavano, perdevano l'equilibrio. Dopo una decina di minuti, in cui i suoi colleghi le lasciarono il giusto tempo, aprì gli occhi e rapida, iniziò a muovere l'indice sul tablet, aggiungendo, una dopo l'altra, nuove sfere intermittenti che si riproducevano sulla gigantografia cittadina davanti ai loro occhi.

"Non può essere..." si lasciò scappare la segnalatrice. "Non possono essere aumentate così tanto in così poco tempo."

I cerchi luminosi, che solo un'ora prima erano poco più di un centinaio, si erano quadruplicati.

"Rimettiamo tutti al lavoro e subito" asserì Anna seria.

"In realtà buona parte delle assegnazioni sono già state fatte" riprese la collega mettendosi a sedere di modo da poterla guardare in viso. "Sembrerebbe che oggi sia più difficile sedare le istigazioni..."

"Invece di diminuire sembrano aumentare..." constatò il collega stringendo gli occhi e facendoli scorrere su tutta l'estensione della mappa.

"Chi avete mandato al ponte tra la Sicomore e la House?" chiese Anna indicando con l'indice un punto preciso in cui l'intermittenza luminosa era particolarmente intensa.

"Wigan."

"E?" domandò lei.

"Wigan e basta. A lui non servono rinforzi" spiegò il collega con ovvietà marcata.

"Non può farcela da solo" ribatté Anna alzandosi di scatto. "Non la vedete anche voi? L'intensità dell'energia istigata sta aumentando troppo rapidamente e lui non è abbastanza vicino. Quando arriverà saranno troppi, persino per lui."

I suoi colleghi parvero non dare lo stesso peso alla sua preoccupazione.

Notando la mancanza di reazione sui loro volti, istintivamente, la sua energia cercò quella famigliare di Max, trovandola però troppo lontana da quella di lui e in compagnia di qualcuno che non aveva ancora mai visto di persona ma che le aveva già lasciato un segno dentro.

Sapeva perfettamente che qualsiasi vedente avrebbe ricevuto la segnalazione non si sarebbe recato sul posto, una volta percepita la presenza di Wigan. Scorse rapida lo sguardo sul "wall of fame" alla ricerca di una soluzione; forse, riuscì a trovarne più di una.

La Rivelazione di AdrielWhere stories live. Discover now