6.1. ALLA SCOPERTA DI ETHAN

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Mentre provavo gratitudine verso Ethan per avermi salvata, un misto di rabbia e imbarazzo covava ancora dentro di me. Nel frattempo, ignaro dei miei sentimenti contrastanti, il giovane si accomodò al tavolo della colazione, inchiodando su di me uno sguardo pungente e sarcastico.

«Buongiorno.» Mormorai ignorandolo e cercando di concentrarmi su mia madre e Ben.

Loro mi sorrisero. Erano molto rilassati.

«Ebbene, dimmi, quali sono le tue affascinanti intenzioni per la giornata?» Mi domandò Ethan con un tono sarcastico. «Spero tu voglia fugare subito ogni dubbio e decidere se preferisci precipitarti da una rupe o forse aspettare il buio della notte. O magari ti va di attendere ansiosamente la prossima bufera, chissà?»

«Ethan.» Lo ammonì severo il padre.

Mi irrigidii, sentendo la pungente ironia delle sue parole tagliare come lame affilate. Mi morsi la lingua, desiderando di poterlo insultare e gridare come un'isterica. Ethan alzò un sopracciglio, sostenendo il mio sguardo con uno di sfida. Sembrava quasi capace di leggere i miei pensieri.

«Sono sicuro che se ti fossi degnata di ascoltare le raccomandazioni, avresti saputo delle tempeste dell'Alaska e non ti saresti messa in una situazione del genere. Ma chi sono io per pretendere che tu prenda in considerazione gli avvertimenti degli altri?» Mi rimbeccò ancora Ethan con un tono tagliente e sarcastico

Sentii la rabbia bruciarmi dentro come il fuoco di un vulcano in eruzione. Non sopportavo il suo tono sarcastico e arrogante, che trasudava superiorità.

«Non ho avuto il tempo di spiegare niente a Emma.» Intervenne un po' imbarazzato Ben. «Purtroppo lei non conosce i pericoli di qua.»

«Emma è stata troppo avventata.» Si affrettò a dire mia madre sotto il mio sguardo allibito. «Tesoro, se tu fossi venuta un po' in perlustrazione con me e Ben avresti imparato tante cose. Sono sicura che ti avrebbe raccontato anche di come sono le tempeste di neve da queste parti.»

«Non posso credere di essere finita qui con voi tre. In questo Inferno freddo e selvaggio. Voglio solo tornare a casa mia!» Gridai esasperata.

Le mie parole erano cariche di frustrazione e delusione. E gli occhi lo erano di lacrime trattenute a stento.

Ethan mi guardò intensamente per un momento, durante il quale non potei evitare di distogliere il mio sguardo dal suo. Poi si alzò di scatto in piedi, mi si avvicinò con un'espressione seria in volto.

«Sai cosa? Anch'io vorrei che tu fossi a casa, lontana da tutto questo. Quindi, se vuoi andartene, nessuno ti trattiene. Ma non pensare nemmeno un attimo di farlo da sola. Non sono sicuro che sopravviveresti ancora una volta là fuori.»

«Ethan!» Sbraitò Ben contrariato. «Non ti permettere di dire queste cose alla nostra ospite. Scusate mio figlio.»

Ignorai i tentativi maldestri di Ben di mettere una toppa sull'arroganza del figlio e mi concentrai sul bel stronzo che avevo di fronte.

«Non ho intenzione di partire da sola. Ma per favore, smettila con le tue frecciate sarcastiche. Sto facendo del mio meglio per adattarmi a tutto questo, ma non è affatto facile per me.» Gli risposi, sfogando la mia frustrazione.

Non avevo più energie per combattere. Era un'impresa ardua anche solo trattenere le lacrime che minacciavano di sgorgare.

Ethan si fermò per un istante, guardandomi intensamente negli occhi. Poi, all'improvviso, il suo tono si ammorbidì.

«Lo so che non è facile. L'Alaska può essere spietata, ma ha anche una bellezza unica che ti lascerà senza fiato se glielo permetterai. Forse potrei mostrartela, se sei disposta ad aprire il tuo cuore.»

«Ah, questa è una splendida idea!» Cinguettò mia madre.

Rimasi per un attimo senza parole, sorpresa dal suo repentino cambiamento di umore e dalla sua improvvisa gentilezza.

«E perché dovrei fidarmi di te? Non mi hai fatto una buona impressione finora.»

«Emma!» intervenne mia madre stavolta, rimproverandomi.

Ethan sospirò allargando le braccia in segno di resa.

«Hai ragione, non mi sono comportato bene. Ma credimi, quando ti dico che c'è qualcosa di magico in questa terra. Sarà meglio se mi permetti di mostrarti ciò che l'Alaska può offrire. Potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa.»

Lo guardai per un istante, notando un luccichio di sincerità nei suoi occhi. Forse c'era davvero qualcosa di speciale in lui e in questo luogo selvaggio.

«Va bene. Prova a farmi innamorare di questa terra. Ma non aspettarti che sia facile.»

Ethan sorrise un po', riconoscendo la sfida implicita nelle mie parole.

«Non preoccuparti, non ho mai detto che sarebbe stato facile. Ma sono pronto a provarci.»

Senza aggiungere altro, afferrò un cappello di pelliccia dall'appendiabiti e me lanciò in faccia con uno sguardo cupo e la mascella serrata.

«Seguimi!» Mi ordinò con tono brusco, voltandosi e iniziando a camminare con passo deciso verso l'uscita. Mi sentii presa alla sprovvista, rimasi immobile stringendo il cappello tra le mani.

«Come, scusa?» Chiesi, indispettita ma anche incuriosita dalla sua stranezza.

«Metti quel cappello, una giacca pesante e seguimi.» Ordinò ancora, senza lasciare spazio a repliche.

«Dove vuoi portarmi?» chiesi, obbedendo al suo comando mentre indossavo il cappello e la giacca.

Non ottenni alcuna risposta. Il suo volto era scuro e il suo silenzio mi faceva sentire un misto di frustrazione e fascino. La mia mente era piena di domande, ma il suo sguardo deciso non lasciava spazio a ulteriori spiegazioni. Così, mi lasciai guidare da lui, e presto ci ritrovammo ad attraversare dei sentieri tortuosi sempre più dentro alla foresta. Mentre procedevamo, il paesaggio si apriva di fronte a me, rivelando la magnifica bellezza tipica delle terre selvagge dell'Alaska. Le maestose montagne si innalzavano verso il cielo, coperte di neve scintillante, mentre il fiume impetuoso si snodava tra le valli.

Ci avventurammo nella fitta foresta, con gli alberi che si stagliavano verso il cielo come guardiani antichi. La luce del sole filtrava tra le fronde creando giochi di ombre e riflessi, mentre il profumo pungente del muschio e della terra umida riempiva l'aria.

Rimasi senza fiato a contemplare il paesaggio. Alcune zone erano completamente avvolte da un manto candido di neve, mentre altre apparivano prive di qualsiasi traccia di bianco. Era un contrasto stupefacente che rendeva quelle zone ancora più affascinanti e imprevedibili.

Ethan non si fermava mai, guidandomi con sicurezza attraverso terreni impervi e sentieri accidentati. Ogni tanto si voltava, assicurandosi che lo seguissi. Non c'era bisogno di parole. Il suo silenzio comunicava più di mille discorsi.

Mi trovavo immersa in un mondo selvaggio e meraviglioso, lontano da tutto ciò che avevo mai conosciuto. L'Alaska mi stava svelando la sua anima, con la sua bellezza maestosa e la sua imponente solitudine. Ero affascinata, incantata da quel luogo così diverso da tutto ciò che avevo sperimentato prima.

Continuammo il nostro cammino, attraversando il fiume scintillante e affacciandoci sui dirupi che si aprivano sulle valli sottostanti. Ogni passo era un'avventura, un'immersione profonda nel cuore della natura selvaggia.

Nonostante la sua aura di mistero e la sua apparente ostilità, Ethan si mostrava esperto di quelle zone e affidabile.

Alaska, Amore & Orsi MannariWhere stories live. Discover now