19. ENIGMA

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CCamminai con passo pigro verso la porta con l'intenzione di uscire. Il sole del primo pomeriggio filtrava attraverso i rami spogli degli alberi, disegnando ombre intricate sul terreno umido. La casa di Ben ed Ethan era di legno, tipica baita alaskan, ed era immersa in una tranquilla radura. A pochi passi dal portico, gli ultimi resti di neve si stavano sciogliendo piano piano, lasciando spazio alla terra umida e alle piccole pozze d'acqua.

Percorsi il portico fino a quando non notai Ethan seduto sul bordo, al telefono. Indossava una felpa grigia e un paio di jeans. I capelli danzavano sotto la carezza giocosa del vento, come se una mano invisibile li scompigliasse con leggiadria.

Aveva uno sguardo determinato e la sua voce era carica di energia mentre parlava al telefono.

Riuscii a catturare le parole finali della conversazione: «Certo, ti mando tutte le foto e le testimonianze che riesco a raccogliere. Cosa? Mi farò aiutare da Hoss, Tom e il vecchio Sam. Ti invio tutto e poi vediamo se la polizia si decide a fare il lavoro per cui viene pagata.»

Forse parla con Ben, pensai e mi avvicinai in silenzio.

Prima di varcare la soglia, mi avvolsi in una giacca a vento robusta e infilai la parte finale dei jeans all'interno di pesanti stivali di pelle, consapevole di sembrare un po' goffa, ma determinata a fronteggiare il clima imprevedibile dell'Alaska. Mentre mi avvicinavo non potei non rimanere incantata dal paesaggio che ci circondava: le montagne maestose all'orizzonte, il lago che brillava sotto la luce del sole e la vasta distesa di verde che caratterizzava la natura selvaggia di quei luoghi.

«Ethan, di cosa stavi parlando?» Chiesi con curiosità, cercando di scoprire cosa l'avesse tanto eccitato.

Ethan mi accolse con un sorriso. «Stavo parlando con un tizio che ha conosciuto mio padre e che lavora nella polizia locale. Forse, finalmente stanno arrivando i frutti delle incazzature che si sta prendendo in questi giorni.» Spiegò. «Gli sto inviando via email tutte le prove e le informazioni che abbiamo raccolto sulle lettere minatorie e sugli strani eventi degli ultimi giorni. Vogliamo che prendano sul serio questa faccenda e agiscano, invece di ignorare tutto come ha fatto lo sceriffo.»

Annuii non potevo essere più d'accordo. «È una buona idea.» Confermai. «E credo che coinvolgere Hoss, Tom e il vecchio Sam sia stata una mossa saggia. Insieme possiamo fare di più e risolvere questo mistero.»

«Esatto. Non possiamo stare con le mani in mano e aspettare che qualcun altro risolva tutto. Dobbiamo agire e scoprire chi si nasconde dietro a tutto questo.»

«E quali altri programmi abbiamo per oggi?» Chiesi ridendo.

«A mio padre ho detto che avremo giocato a Cluedo.»

Ci guardammo per un istante in silenzio, poi scoppiammo in una fragorosa risata.

«E dove giocheremo?» Chiesi.

«In mezzo ai testimoni che dicono di aver visto questo fantomatico orso mannaro. Visto sul serio, non solo subito i danni.»

«Oh! Quindi qualcuno che ha visto com'è fatto esiste?»

Ora la faccenda si faceva davvero interessante.

«Non so quanto possano essere considerati attendibili.» Rispose smozzando il mio entusiasmo. «Uno è Charlie che è sempre sbronzo. Poi c'è Annie che però è miope e poi c'è...»

«Sembra una barzelletta.» Commentai sconsolata.

«... il piccolo Matt.» Concluse ridendo.

«Quanti anni ha Matt? Dimmi che almeno lui è un testimone credibile?»

Alaska, Amore & Orsi MannariWhere stories live. Discover now