20. ANNIE

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La signora Annie era davvero una montagna di persona con un volto paffuto e gli occhiali erano spessi così tanto che sembrava guardasse il mondo attraverso le lenti di un binocolo rovesciato.

«E chi siete voi due?» Chiese con voce graffiante, scansionando i nostri volti.

«Sono il figlio di Ben Davis.» Rispose Ethan con gentilezza. «Abbiamo sentito che ha avuto un incontro... interessante e volevamo saperne di più.»

La signora Annie sembrò restia a parlare e arrossì un po'. «Non voglio parlare con nessuno, andatevene! Mi hanno già preso in giro abbastanza per questa storia.»

Mi affrettai subito a rassicurarla. «Non si preoccupi, non rideremo di lei. Siamo qui solo per ascoltare.»

Dopo un breve momento di silenzio passato a fissarci reciprocamente, la signora Annie cedette e ci invitò a entrare. La sua casa era piena di oggetti strani e antichi, che conferivano all'ambiente un'aria misteriosa e affascinante.

«Lo scorso mese, durante una notte di luna piena, stavo guardando fuori dalla finestra.» Cominciò Annie. «E ho visto una creatura enorme nel bosco, vicino al vecchio capanno abbandonato. Aveva gli occhi rossi come il fuoco e sembrava camminare su due zampe.»

Ascoltammo con attenzione, senza interrompere. La signora Annie continuò a raccontare con voce tremante, descrivendo l'incontro con il presunto orso mannaro nei minimi dettagli: «Era... era una figura alta e massiccia. Più di me.» Aggiunse ridendo. «Aveva grandi occhi rossi brillanti che sembravano illuminarsi al chiarore della luna. La creatura si muoveva con passo pesante, quasi umano e sembrava camminare eretta su due zampe.»

«A quale capanno si riferisce?» Chiese Ethan. «A quello che abbiamo visto arrivando? Quello vicino al pozzo.»

«Sì, quello.» Confermò lei.

«E lei a quale finestra era affacciata?» Chiese ancora lui.

«Quella.» Rispose la signora Annie indicando una finestra dietro di noi.

Ethan si alzò e si avvicinò alla vetrata. Mi alzai e lo affiancai.

«Che ne pensi?» Chiesi sussurrando.

«Non lo so. La descrizione è ricca di dettagli. Mi chiedo se sia possibile vedere tutti questi particolari guardando da questa finestra. Il capanno vicino al pozzo è distante ed era buio.»

«C'era la luna piena.» Ricordai.

«Era comunque notte e lei è molto miope.»

«Ho notato...» Ci interruppe la signora.

«Cosa, dica?» La sollecitò Ethan tornando subito a sedersi di fronte a lei.

«L'orso mannaro aveva una folta pelliccia scura, simile a quella di un orso kodiak, ma le sue dimensioni sembravano fuori dal comune.» Riprese. «E io di kodiak ne ho visti molti nella mia vita. I suoi movimenti erano fluidi e aggraziati e da come spostava i tronchi accatastati sembrava che avesse una forza sovrumana.»

«Beh, gli orsi hanno una forza maggiore di noi umani.» Osservò Ethan.

Vidi la donna irrigidirsi.

«Sì, ovvio Ethan. La signora, però, intende che era molto più forte anche di un comune orso.» Intervenni.

Annie annuì e la vidi rilassarsi di nuovo. «Ho visto anche una strana lucentezza metallica sui fianchi dell'essere, come se avesse indosso qualcosa di metallico o una sorta di armatura. Anche questo mi ha fatto dubitare che si trattasse di un orso comune.»

«L'ha raccontato allo sceriffo?» Chiese Ethan.

«Sì e mi ha consigliato di tornare dall'oculista di città.» Rispose lei con una smorfia contrariata. «Ma io so cosa ho visto. Era un'immagine nitida. Ho anche sentito degli strani suoni provenire dalla creatura, simili a grida gutturali e ringhi minacciosi. Ho ancora I brividi lungo la schiena solo a ricordarli.»

Alaska, Amore & Orsi MannariWhere stories live. Discover now