22. LO SCERIFFO MILLER

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Lo sceriffo Jim Miller si fermò sul portico e si grattò pigramente la testa. La prima cosa che notai, osservandolo, fu che era un uomo corpulento e annoiato del lavoro che stava facendo. Aveva i capelli grigi e il volto segnato dagli anni di servizio. Indossava l'uniforme logora e sembrava poco interessato a ciò che lo circondava. Al suo fianco camminava il vice sceriffo, un ragazzetto alto, magro e brufoloso di nome Tim. Era giovane e inesperto, ma si capiva quanto fosse desideroso di imparare.

«Caro Davis, cosa ti ha spinto a chiamare la polizia?» Domandò lo sceriffo con un tono di noia nella voce.

Ben preso alla sprovvista, si mostrò un po' innervosito, ma lo affrontò comunque con determinazione. «Sceriffo Miller, finalmente ci incontriamo! Non so se l'ha saputo, ma ci sono stati strani attacchi nei dintorni e una casa è andata a fuoco. Credo che ci sia qualcosa di pericoloso là fuori e ho bisogno del vostro aiuto per risolvere il caso.»

Lo sceriffo scrollò le spalle indifferente. «Sono convinto che si tratti di una buffonata mitologica. Non è la prima volta che circolano queste storie su orsi mannari o altre creature misteriose. Non ci perderei troppo tempo, se fossi in te.»

Ben era visibilmente irritato dalla risposta dello sceriffo. «Ma molte persone hanno subito attacchi! Non possiamo ignorare quello che sta accadendo.»

Miller lo fissò con uno sguardo assente. «Questi spiacevoli incidenti si sono sempre verificati in queste zone. Qui non abitano santi e angeli, Ben. La polizia farà ben poco per risolvere il caso. Siamo già oberati di lavoro e non possiamo occuparci di queste stupidaggini.»

Il vice sceriffo Tim annuì, confermando le parole del suo superiore. Sembrava impacciato e non sapeva cosa dire. Era evidente che preferiva non essere coinvolto in questa faccenda.

La parole dello sceriffo furono una vera delusione. Non nessuno di noi si aspettava tanto scetticismo e indifferenza riguardo a ciò che stava accadendo nella comunità. Avevamo sperato in un aiuto concreto per risolvere il mistero degli attacchi.

«Sceriffo Miller, vi prego. Abbiamo delle prove e testimonianze. C'è qualcosa di pericoloso là fuori e abbiamo bisogno del vostro aiuto per proteggere la gente di questa zona.» Intervenne mia madre.

Lo sceriffo sbuffò. «Va bene, va bene. Se proprio volete, potete consegnare le vostre prove e testimonianze al nostro ufficio. Faremo una breve indagine, ma non garantisco nulla.»

Capimmo subito che non avremo ottenuto niente di più da quella visita. Ringraziammo lo sceriffo per il suo tempo e Ben consegnò le prove raccolte fino a quel momento. Lo sceriffo sembrava non dare molto peso a ciò che aveva tra le mani.

«Ti farò sapere se troviamo qualcosa di utile.» Disse lo sceriffo mentre tornava verso la sua auto.

Guardando lo sceriffo che risaliva in auto, mi avvicinai a Ben. Avevo ascoltato tutto l'incontro e mi sentiva arrabbiata quanto lui per l'atteggiamento del poliziotto.

«Non possiamo fidarci di loro, vero?» Chiesi.

Ben annuì. «Purtroppo sembra che dovremo risolvere questa faccenda da soli. Non possiamo aspettarci che la polizia ci aiuti.»

Mi sentii rafforzata dalla determinazione di Ben. Sapevamo che dovevamo continuare le loro indagini e scoprire cosa stava succedendo nella loro comunità.

«Ci riusciremo, Emma.» Disse Ben con fermezza.

Alaska, Amore & Orsi MannariWhere stories live. Discover now