21. DI NUOVO A CASA

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La sera era calata avvolgendo la regione in una luce dorata e sfumata. Io e Ethan eravamo seduti al tavolo della cucina, intenti a gustare un esempio di tipica cena del posto: deliziosi granchi freschi. Il profumo del pesce cotto riempiva l'aria, aggiungendo un tocco di appetitoso richiamo al nostro pasto.

«Devi spezzare la gamba del granchio e immergere la carne nel burro fuso. Così.» Disse Ethan mostrandomi come fare.

Lo imitai. Gustosissimo.

Mentre assaporavamo ogni boccone, la porta si aprì, rivelando Ben e mia madre che carichi di valigie e borse rientravano a casa. Sembravano entrambi molto stanchi, ma sereni.

«Ehilà! Sorpresa!» Gridò gioiosa mia madre.

Era ben lontana dalla donna depressa che era atterrata in Alaska molte settimane fa.

Il loro sguardo si posò subito sul piede fasciato di Ethan e Ben non poté fare a meno di esternare la sua preoccupazione: «Cosa ti è successo? Hai bisogno di essere portato al pronto soccorso?»

Ethan accennò a un sorriso e scosse la testa. «Niente di grave, papà. Sono solo inciampato in una delle nostre trappole, come un perfetto coglione. È solo un graffio.»

Mia madre si avvicinò e gli accarezzò la guancia. «Stai attento, tesoro. Non vogliamo che ti faccia male.»

Notai come Ethan rimase sorpreso da comportamento di mia madre. Non era abituato alla tenerezza del suo atteggiamento materno. In quel momento, compresi quanto fosse stata dura per lui crescere senza una figura materna, in un luogo così rude e crudele come l'Alaska.

Mentre terminavamo la cena, Ben ci aggiornò su ciò che avevano fatto loro da quando erano partiti.

«È come cercare un ago in un pagliaio.» Commentò Ben, passandosi una mano tra i capelli. «Una diatriba assurda tra la polizia della cittadina e il nostro merdoso sceriffo locale. Ora pare che dovrebbero raggiungerci qua. Stanno, però, aspettando un okay formale dello stronzo che ovviamente tarda ad arrivare. A ogni modo, in settimana dovrebbero essere qua.»

«Come possiamo scoprire se dietro a tutto questo ci sono degli individui senza scrupoli?» Chiesi in un tentativo disperato di cambiare argomento, mentre mia madre cercava di coinvolgermi in un racconto dettagliato sulla cittadina, la nuova casa che aveva affittato e la nuova scuola che avrei frequentato.

«Possiamo creare una trappola.» Propose Ben prendendo una chela di granchio dal piatto del figlio.

«No, non possiamo.» Disse Ethan spostando il piatto per allontanarlo dalle mire predatorie del padre. «Non sappiamo dove potrebbero muoversi. Sono zone vaste, queste.»

«Quanto dista la casa di Annie da quella di Charlie?» Chiese il padre cercando di arginare le difese di Ethan e conquistarsi un altro boccone.

«Poche miglia.»

«E l'avvistamento del piccolo Matt?»

«Non abbiamo parlato con il ragazzino. Si dice che sia un raccontaballe.» Rispose Ethan. «Molla il mio piatto!»

«Metti alla fame tuo padre!» Ribatté Ben attaccando di nuovo con la forchetta la cena di Ethan. «Ci andremo io e Marta dal bambino, domattina.»

La forchetta si piantò sul tavolo e rimase lì, dritta, fino al mattino successivo. Come un baluardo indomito, quasi a sfidare il destino a scuotere la sua imperturbabile posizione.

Mi svegliai con un senso di inquietudine quella mattina, ma all'inizio non feci molto caso all'assenza di rumori in casa. Mi alzai dal letto, strofinandomi pigramente gli occhi ancora appesantiti dal sonno e mi avvolsi in una calda vestaglia. Scendendo le scale, notai che il solito frastuono della casa era assente. Non c'erano rumori provenienti dalla cucina, né dalle altre stanze. Era strano, ma lo attribuii al fatto che forse Ben e mia madre erano già usciti alla ricerca di Matt.

Alaska, Amore & Orsi MannariWhere stories live. Discover now