14.1 BATTUTA DI CACCIA

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La luna era alta nel cielo e diffondeva una tenue luce argentata sui boschi oscuri e fitti. Un freddo vento notturno sibilava tra gli alberi, creando un'atmosfera sinistra e carica di mistero. Ben aveva passato la giornata a radunare uomini per la battuta di caccia. Se un predatore stava terrorizzando la comunità, adesso anche lui sarebbe stato stanato e catturato.

Il team di cacciatori, formato da sei uomini esperti, si muoveva con cautela, avanzando tra gli alberi con passi silenziosi e attenti.

Ben, a capo del gruppo, scrutava attentamente il terreno, cercando segni o impronte che potessero confermare la presenza dell'animale che stavano cercando. Il resto del team lo seguiva da vicino, muniti di torce e fucili. Avevo discusso molto con mia madre, ma alla fine le avevo strappato il permesso di andare con loro. Ethan aveva ricevuto mille raccomandazioni e praticamente era diventato il mio babysitter.

I cacciatori si fermarono di fronte a un'ampia radura, il cuore della leggenda secondo gli anziani più superstiziosi. Consideravano, questo luogo, la vera dimora della creatura. Nel pomeriggio, Ben, accompagnato da Ethan, era andato a parlare con l'anziano pescatore che era stato molto più loquace e collaborativo in presenza di un adulto. Gli aveva raccontato che proprio in quella zona, all'imbrunire, era morto il suo cane. Gli aveva spiegato che si trovava sul bordo del sentiero, dove le piante cedevano il passo alla vasta distesa dei boschi, quando era accaduto. Il suo cane era andato avanti, scorrazzando qua e là. All'improvviso, aveva sentito i latrati disperati del fedele Toby risuonare nell'aria e colpire le sue orecchie come lame infuocate. Anderson aveva raccolto a sé tutte le sue energie per correre seguendo i lamenti. Aveva descritto, con gli occhi inumiditi di lacrime, come i suoi stivali erano affondati nella neve sporca e fangosa, rallentandolo. Ben aveva avuto la sensibilità di non dirgli che a frenare la sua corsa era stata l'età più che la neve.

«Toby! Sto arrivando, resisti!» Raccontò di aver gridato più volte con voce tremante.

Man mano che si avvicinava a quella zona, i latrati si erano fatti sempre più deboli, fino a spegnersi del tutto.

Il vecchio aveva poi spiegato di essersi fermato di colpo, con la lanterna che oscillava leggermente tra le sue mani tremanti. E con il cuore pesante, aveva scoperto il corpo esanime del suo unico compagno di vita e amico. Il pelo del cane, bianco e nero, era intriso di sangue.

Ben gli aveva chiesto se aveva esaminato il terreno circostante e se aveva trovato delle tracce. Il vecchio pescatore aveva risposto che sì, aveva cercato dei segni del predatore per capire cosa potesse essere accaduto, ma le impronte erano state coperte dalla neve. Si era rifiutato di partecipare alla battuta di caccia.

«Sono troppo vecchio, sarei un peso per tutti.» Aveva detto con un filo di amarezza nella voce.

Dopo quel racconto e molti altri simili sentiti in giro, la tensione nel gruppo era diventata palpabile. Le voci erano sussurri sommessi, come se temessero di disturbare gli spiriti della foresta.

Un brusio tra gli alberi li fece sobbalzare strappando ognuno dai propri pensieri. I loro sguardi si fissarono nella direzione del suono. Un fascio di luce proveniente dalla torcia di Hoss illuminò un paio di occhi brillanti e luminosi che li fissavano seminascosto dall'oscurità e dalla vegetazione.

«Guardate laggiù!» Gridò Hoss con voce strozzata, indicando con un cenno del capo la presenza di qualcosa tra gli alberi. Il mio cuore iniziò a battere più forte e il brivido della paura mi attraversò come una scarica elettrica.

Senza esitazione, vidi il gruppo avanzare nella direzione degli occhi luminosi, adottando una formazione serrata. I loro passi erano rapidi ma silenziosi, mentre la tensione cresceva ogni passo che facevano. Il bosco sembrava vivo di mistero e intrighi, e il sussurro del vento sembrava portare con sé antiche voci di creature invisibili. Ethan mi spostò dietro di sé sussurrandomi all'orecchio: «Tu non muoverti di qua, intesi?»

Alaska, Amore & Orsi MannariWhere stories live. Discover now