cap I Il pub

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Emy mi diceva sempre che la nostra era una relazione tossica, e forse avrei dovuto dargli ragione.

Oh Josh, mi sembrava il ragazzo perfetto.
Stavamo insieme da un annetto, e lui era sempre più possessivo. Era arrivato ad alzare le mani, Emy ha sempre avuto ragione.

Eravamo in macchina e, come sempre, c'era quel silenzio che contraddistingue la nostra relazione, tanto oramai avevo capito che qualsiasi cosa avrei detto, avrei solo fatto peggio.

Gli interni della macchina tremavano per il silenzio, lo ruppi esordendo: "Questo weekend c'è il gp qua a Monaco, possiamo andare a casa di Emy a vederlo, il suo balcone da sul circuito". Non lo avessi mai fatto.

Corrugò subito le sopracciglia e disse: "Non se ne parla, tu stai a casa con me domenica, lo sai che odio quella tua amica" disse in maniera aggressiva, con tono arrogante.

Mi guardai le dita che si stavano intrecciando per il nervosismo. "Ok scusami, lo guarderemo su Sky" dissi con voce bassa e impaurita e il silenzio cadde di nuovo nella macchina.

Arrivammo alla nostra destinazione, il pub preferito di Josh per vedere i suoi amici.

A me nemmeno andava di venire ma Josh non mi ha voluto lasciare a casa da sola. Volevo mettere un vestito ma mi ha fatto mettere i pantaloni, non fa niente alla fine faceva freschetto, meglio così.

Ci incontrammo dentro con i suoi amici. Non mi piaceva come si comportavano con me, o per lo meno come Josh mi presentava a loro, si vantava di me, delle mie forme e della mia bellezza, mi usava per ostentarmi con i suoi amici.

Era orribile, più di una volta gli avevo ribadito che mi dava molto fastidio, ma quando ho capito che era inutile ripeterlo e che lui avrebbe continuato a farlo, ho preso le speranze.

Emy mi aveva supplicato più volte di lasciarlo, ma io le avevo sempre risposto di no, senza Josh io sono persa.

In fondo, io lo amo, lo so che lui lo fa solo per il mio bene.

Tutto sommato la serata andava bene, anche se mi ero rassegnata a scorrere Instagram per ore, non avevo nemmeno tentato un approccio con quei beceri.

Josh aveva alzato leggermente il gomito. Era già successo, ma sempre in situazioni dove avevamo un passaggio per il ritorno, questa volta avrebbe dovuto guidare lui, e io tutto volevo tranne che ci facessimo male.

"Josh," gli dissi appoggiandogli dolcemente la mano sul braccio "forse è caso che non prendi un altro drink". Lui subito fece un movimento brusco e io ritrassi la mano, poi la afferrò dal polso stringendola forte, mi attirò a lui bruscamente e dicendomi: "Faccio quello che mi pare e piace non sei tu che decidi, stai zitta" poi mi ributtò indietro mollando in polso dalla presa stretta.

Subito massaggiai la mano con l'altra, c'era il segno rosso lasciato dalla mano ossuta di Josh.

"Amore stai tranquillo però, io lo dico perché non voglio che ci succeda nulla di male". Non so da dove tirai fuori quelle parole, fatto sta che quel coraggio mi sarebbe dovuto mancare.

I suoi occhi rabbiosi si scagliarono subito su di me, deglutì, avevo fatto una cazzata.

Mi afferrò dai capelli, mi attrasse di nuovo la lui, strattonandomi, mi bruciava il cuoio capelluto, cercavo di liberarmi dalla presa, ma le mani di Josh mi trattenevano violentemente.

"Ti ho detto che devi stare zitta, a casa facciamo i conti". Mi lasciò i capelli.

"Scusami " mormorai, avrei voluto che non mi avesse mai sentito.

Di nuovo i suoi occhi di indole cattiva mi saettarono addosso, sapevo che stava per accadere qualcosa di male.

La sua mano volo velocemente dal bicchierino di alcool al mio viso in maniera talmente veloce che non mi accorsi di cosa era successa fino a quando la mia guancia non si infiammò.

Aveva alzato le mani, di nuovo.

Si fermò tutto.

Non parlava più nessuno.

Sentivo un milione di occhi addosso.

La guancia bruciava da morire, ci appoggiai una mano e una lacrima ci scese sopra.

Ero così in imbarazzo. Infine, si avvicinò al mio orecchio e disse sussurrando: "Brava anche stasera mi hai fatto fare una figuraccia, è imbarazzante andare in giro con te. Quello schiaffo è solo un inizio, ne riparliamo stasera a casa".

Si allontanò dal mio viso e guardò gli altri clienti del pub con il suo solito sguardo minaccioso, poi, tutti ripresero a parlare come se non fosse successo niente.

Stavo per scoppiare a piangere, quando un braccio si posò violentemente sul nostro tavolino facendo muovere tutto il liquido nei bicchierini.

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