cap XXXII Gelosia

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Ci fermammo a guardare un paio di negozi, tutto troppo costoso per essere comprato, ma Emy diceva sempre che guardare e sognare di indossarli non costava nulla. Poi, dopo un paio di ore di camminata e osservazione attenta delle vetrine, ci salutammo con un lungo abbraccio, e tornammo a casa.

Nuovamente, i pensieri tornarono a tormentarmi le tempie.

Charles era a casa? Cosa avrei dovuto fare? Come mi sarei dovuta comportare? Ma soprattutto... lui come si sarebbe comportato?

Tutti pensieri che mi portai dietro fino al vialetto di casa Leclerc. Feci un grande respiro, percorsi il vialetto mattonato del giardino, infilai che chiavi nella toppa, girai. Aprii la porta di ingresso. Mi guardai intorno: Charles non era in casa. Per un secondo mi preoccupai, se non era a casa dov'era?

*Charles è grande e grosso, se la cava da solo* pensai.

Così mi diressi in camera, accesi la TV, mi misi a guardare un programma su case da ristrutturare.

Eppure, non riuscivo a togliermi il pensiero di dove fosse il monegasco, controllavo lo schermo del telefono in continuazione, sperando in una notifica, che non arrivò.

L'ora di pranzo si avvicinava, la fame si faceva sentire, ombra di Charles ancora nulla.

Spensi la TV e andai in cucina, misi sui fornelli una pentola con dell'acqua per preparare la pasta e aspettai che bollisse.

Dopo poco, l'acqua aveva iniziato a riempirsi di bolle e creare increspature, misi dentro due porzioni di pasta, sperando che Charles arrivasse.

Tirai fuori dal frigo un vasetto di pesto.

Passato il tempo di cottura, scolai la pasta nel lavandino e ci versai dentro il condimento.

Presi due tovagliette, un paio di bicchieri e delle poste, le misi a tavola, sistemai i piatti vicino alle posate, e mi sedetti su una delle sedie.

Guardai di nuovo lo schermo del telefono, nessuna notifica dal monegasco.

Aprii Instagram e iniziai a guardare le storie e i post, aspettando che Charles arrivasse.

Fortunatamente, poco dopo la serratura della porta schioccò e il ferrarista varcò la porta.

Lui non disse nulla, io lo salutai, dicendogli:

"Ciao Charles, ti stavo aspettando, ho preparato il pranzo"

Lui entrò in cucina.

"Grazie chéri, non dovevi" mi rispose con tono freddo e distaccato, poi si sedette e iniziò a mangiare.

Quasi non mi degnò nemmeno di uno sguardo. Io lo continuavo a guardare, ancora impietrita da quello che avevo capito prima con Emy.

Accorgendosi che non stavo mangiando, ma soprattutto che lo stavo fissando, alzò lo sguardo dal piatto e mi chiese: "Chéri, è tutto ok? Mangia sennò si fredda"

Io non dissi nulla, semplicemente abbassai gli occhi sulla pasta, afferrai la forchetta, e iniziai a mangiare.

Nuovamente, il silenzio tra di noi era imbarazzante, ne avevo le orecchie piene, non lo sopportavo più.

"Charles, oggi è sabato, ti va di andare da qualche parte stasera?" azzardai, stritolandomi le dita.

"Veramente, stasera esco con una ragazza"

Sgranai gli occhi, lui mi guardò con fare innocente, del resto ne aveva tutto il diritto.

*Cosa ha appena detto?!*

Ti amo da qui a Maranello Where stories live. Discover now