cap XXV Bollicine

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Tornammo a casa un paio di ore dopo.

Per distendere i nervi, Charles mi aveva portato a fare un giro in un parco.

Mi sdraiai sul letto e scrissi a Emy:

Lo hanno arrestato

Inviai e appoggiai il telefono sul materasso.

A pancia in su, guardavo il soffitto della camera.

Mi ripassavano le immagini di quel momento nella testa un miliardo di volte.

Eppure, sapevo che non ci dovevo pensare.

Come diceva il mio monegasco preferito, era tutto finito.

Entrò proprio lui in quel momento nella stanza.

Si sdraiò accanto a me e mi prese una mano. La coccolò in silenzio, senza dirmi nulla, sapeva che mi bastava questo per sentirmi meglio.

Cercavo di rilassarmi il più possibile e di svuotare la mente, sentivo che stavo affondando nel materasso.

"Vuoi fare una cosa ancora più rilassante?" disse Charles a bassa voce

Mi tirai su e mi misi seduta sul letto, poi lo guardai con una espressione confusa.

Lui mi prese la mano e scattò in piedi, facendomi fare lo stesso movimento.

Poi uscì dalla camera e si diresse nella sua cabina armadio.

Aprì un'anta del grande armadio, ma non era piena di vestiti, bensì, c'era una scala.

Il monegasco iniziò a salire, mi fece cenno di seguirlo.

Alla fine della scalinata, c'era un'altra porticina, Charles la spalancò e mi disse di passare con un gesto del braccio.

Superai la porta. Eravamo sull'attico della casa. Davanti a me, c'era una vasca idromassaggio.

La guardai con occhi sbalorditi, poi mi girai verso il pilota.

"Ti va di usarla?"

Non dissi nulla, corsi giù, aprii l'armadio e presi un costume. Andai in bagno e mi cambiai alla velocità della luce. Infine afferrai un telo, lo misi in vita, e risalii su.

Charles, intanto, aveva acceso la vasca, infatti adesso l'acqua era calda e si muoveva, creando increspature e bolle.

Scese anche lui e si cambiò.

Tornò su poco dopo con il costume e un telo in mano.

Dovemmo attendere ancora poco, poi ci immergemmo.

L'acqua calda mi fece rilassare come nient'altro poteva.

Mi sentivo veramente meglio dopo quella giornata terribile.

Infine, Charles tirò fuori un piccolo telecomando e premette un pulsante. Improvvisamente, sulla parete bianca che era davanti a noi, apparve la schermata di Netflix.

Guardai prima il pilota, poi dietro di me, notai un proiettore. Il mio sguardo estasiato ricadde di nuovo su Charles, che disse:

"Che guardiamo stasera?"

"Direi di optare per un classico, Il grande Gatsby?"

"Ci sto! È uno dei miei preferiti"

Poi, il ferrarista avviò il film.

Non pensavo che il paradiso si potesse trovare sul tetto di casa Leclerc, e invece le mie ipotesi erano sbagliate.

Mi stavo godendo a pieno quella serata di puro relax. Stava aiutando a digerire quella giornata tremenda.

Il sole stava tramontando, iniziai a sentire freddo, ma non volevo assolutamente uscire dalla vasca. Mi abbracciai su me stessa, cercando di creare del calore, ma ovviamente non funzionò.

Dopo poco iniziai a tremare, se non si fosse notato sono una persona estremamente freddolosa.

Appena Charles lo notò, si avvicinò a me e mi abbracciò.

Una vampata di calore del ferrarista mi invase, trovai subito sollievo.

E così continuammo a guardare il film abbracciati nella vasca al tramonto.

Alla fine del film, ero ovviamente in lacrime, come ogni volta che lo vedevo.

Charles se la rise un po', disse che gli facevo tenerezza.

Uscì dall'acqua e si asciugò velocemente con un telo, che poi allacciò in vita, poi mi diede una mano a uscire dalla vasca.

Anche io legai l'asciugamano addosso e tornammo giù. 

Charles mi disse di farmi una doccia per togliere il cloro, così, velocemente, mi misi sotto il getto d'acqua, feci una veloce passata di shampoo e uscii.

Indossai il pigiama, che era ovviamente una maglietta di Charles, e asciugai i capelli.

Il ferrarista ci mise veramente poco a farsi la doccia, pensai che fosse l'abitudine del fare le cose il più velocemente possibile.

Anche lui quando uscì dal bagno, indossava il pigiama, che era, come sempre, un semplice pantaloncino di tuta.

Lo stavo aspettando in cucina, seduta di uno degli sgabelli. Avevo il telefono in mano, aprii wathsapp.

Emy: 2 messaggi

Cliccai sulla chat

Mi rispose al messaggio che le avevo mandato quel pomeriggio riguardo l'arresto di Josh.

Lo sapevo, mi è arrivata una mail stamattina, non ti ho voluto dire nulla

Non fa niente Emy, ormai non è più un problema

Inviai il messaggio e alzai la testa dallo schermo.

Non un paio di farfalle, uno sciame, aveva preso affitto nel mio stomaco.

Lo vidi entrare in cucina. Petto nudo, capelli bagnati, che stava tamponando con un asciugamano.

Avevo la mandibola a terra e gli occhi fissi un quelli verdi smeraldo dell'affascinante monegasco che si stava avvicinando a me.

"Terra chiama Cécile, c'è nessuno?" disse Charles passandomi una mano davanti gli occhi imbambolati. Subito rinsavii.

"Scusami, stavo pensando a una cosa importante"

"Beh, intanto pensa a cosa vuoi da mangiare stasera" aggiunse poi il pilota, iniziando ad aprire gli scaffali della cucina.

"Penso che un piatto di pasta vada bene"

"Ai suoi ordini Chéri"

Charles aveva calato la pasta nella pentola di acqua calda. Dopo una decina di minuti la scolò, la condì con del sugo e la impiattò. Io, intanto, avevo preparato la tavola.

Gustammo la cena tra una chiacchiera e l'altra.

"Chéri, domani ti va se ti porto un un posto speciale?" mi chiese ad un certo punto Charles.

Lo guardai per un secondo per capire se fosse serio, ne ebbi la conferma, poi ovviamente risposi di sì.

Sparecchiammo velocemente e ci buttammo a letto il più in fretta possibile, eravamo entrambi molto stanchi.

Diedi la buonanotte ad Emy via messaggio, e poi misi in carica il telefono e appoggiai la testa sul cuscino. Charles, ovviamente, mi stringeva nel suo abbraccio confortevole. Prima che mi addormentassi, avvicinò cautamente la bocca al mio orecchio e sussurrò:

"Ci sono io qui"

E poi, crollai nel sonno.

Ti amo da qui a Maranello Where stories live. Discover now