cap XIV Faccia a faccia

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Arrivati a casa mia, Charles fermò la macchina. Le luci del soggiorno erano accese, Josh era a casa..

"Vuoi che entro chéri?"

"No, è una cosa che devo fare da sola". Risposi decisa.

Feci per scendere, ma mi resi conto di una cosa fondamentale. Non potevo uscire con i merchandising della Ferrari, Josh mi avrebbe scoperto.

"Charles, hai una felpa?"

"Penso di sì", uscì dalla macchina e cercò del portabagagli. Tornò indietro con una felpa grigia.

La indossai sopra la maglietta, tolsi il cappellino e gli occhiali da sole.

"Sei sicura Cécile?"

Feci un respiro profondo: "Sì"

Afferrai la borsetta e chiusi lo sportello della macchina. Presi le chiavi e le girai nella toppa.

Entrai. Josh sera nel salotto sul divano. Stava guardando una partita di calcio.

"Finalmente eh" disse sentendo i rumori delle chiavi.

"Non sono qui per te" dissi mentre mi dirigevo in camera nostra.

"Cécile non te ne andare di nuovo" Si alzò dal divano e mi seguì.

"Josh, ti ho detto che non sono qui per te"

"Invece secondo me sì" Si avvicinò da dietro e iniziò a passare le sue labbra sul mio collo.

Mi girai. "Josh smettila, guarda cosa mi hai fatto!" dissi urlando e mostrando l'occhio nero.

"Mh... così sei ancora più bella" Afferrò il mio bacino al suo e mi mise una mano nei capelli. Mi spinse addosso al muro del corridoio.

Avevo una paura matta. Il cuore andava a trecento battiti. Avevo paura di Josh, che mi potesse fare del male.

"Cécile io lo so che tu mi vuoi"

"Josh lasciami!" cercavo di dimenarmi in tutti i modi, infine lo allontanai con il braccio che avevo libero.

Andai in camera. Presi la mia valigia e iniziai a mettere la roba dentro. Tutti i vestiti che avevo, la biancheria, le scarpe.

"Tanto lo so che torni prima o poi" continuava a prendermi da dietro e a toccarmi in maniera aggressiva. Mi toglievo le sue mani da dosso, ma dopo poco ritornavano. Presi il beauty, mi spostai in bagno.

Presi le mie cose, trucchi, prodotti per la skin care, spazzolino e dentifricio e un paio di asciugamani.

"Josh smettila, non voglio più stare con te, è finita"

"È finita quando lo dico io". Mi afferrò un polso e mi girò verso di lui. Di nuovo spinse il suo bacino contro il mio. Pensai che avevo fatto una cazzata, pensai che dovevo far entrare Charles. Dovevo cavarmela da sola e uscire da quella casa il più in fretta possibile. Questa volta riuscii ad allontanarlo con un calcio. Ripresi il beauty e mi fiondai in camera. Lo misi nella valigia e la chiusi velocemente.

Josh mi veniva ancora dietro, mi seguì fino a fuori casa.

Caricai il più rapidamente possibile la valigia nel portabagagli.

"E questa macchina di chi è?!" urlò Josh arrabbiato "E la felpa?!"

"Di una persona che mi ama più di te!" gridai io, Charles mi sentì e scattò fuori dall'auto.

"Non gli mettere mani addosso, ti ammazzo"

"Ah sì, che paura" rispose Josh con tono provocatorio.

"Charles non fare cazzate" dissi io mettendogli una mano sulla spalla.

"Tranquilla chéri, so quello che faccio" disse, mi spostò dietro di lui per proteggermi.

"Com'è che la chiami? Chéri?! Cécile è la MIA ragazza"

"Ah, la TUA ragazza, l'hai picchiata a sangue, è un bene che sia ancora viva"

"Ma tu che cazzo ne sai eh!?"

"Beh l'ho presa da qui che non si reggeva in piedi"

"Ah quindi tu sei quello del pub!?"

"In carne ed ossa"

Josh si scrocchiò me nocche: "Non vedevo l'ora di averti sotto mano" gli tiro un pugno.

Lo zigomo di Charles diventò subito rosso e gonfio.

Assunse subito l'espressione più seria che gli avessi visto finora. Sapevo benissimo che Josh contro Charles non avrebbe avuto speranze.

"Charles, fermo, non fare l'incosciente"

"So benissimo quello che faccio". Prese per il colletto della maglia si Josh. Lo attirò a lui. Gli ficcò un pugno dritto dritto alla bocca dello stomaco. A Josh mancò subito il fiato, ma il pilota non lo lasciò andare.

"Charles ti prego mollalo..."

"Lo mollo quando lo dico io" poi si avvicinò all'orecchio di Josh: "Avvicinati di nuovo a Cécile in quel modo, e ti do il resto. Non ti meriti una ragazza come lei"

Poi mollò, Josh, che cadde sulle ginocchia, senza fiato.

"Entra in macchina" disse Charles rigido. Lo feci subito, poco dopo entrò anche Charles in macchina, mise in moto.

"Charles..."

"Domani non avrà nemmeno il livido, non gli ho fatto nulla, era solo un modo per farlo stare fermo, non ha prove per incolparmi di averlo picchiato, e poi, ha iniziato lui".

Alla fine aveva ragione.

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