cap XXXV Il gossip che uccide

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Il mattino seguente, la sveglia suonò alle 8:30, Charles era già pronto in piedi.

La luce limpida della mattina entrava dalla grande finestra della camera principale, arrivava direttamente sulle candide coperte del letto.

Guardai il pilota, era in piedi davanti al letto, di schiena.

Parlava al telefono

"Pronto?" disse una voce al di là dello schermo

"Buongiorno June" disse lui con voce soave e candida

"Buongiorno Cha', come sta andando?"

"Tutto bene, te come stai"

"Così così, se ci fossi tu meglio..."

"Torno presto"

"Promesso?"

"Ma certo, ti porto qualcosa dall'Azerbaijan"

"Una vittoria sarebbe il massimo"

"Ci posso provare"

"Ottimo, ora ti lascio, devo andare"

"Va bene, ci sentiamo dopo"

"A dopo" e la ragazza riattaccò.

Non capivo come Charles potesse essere così spontaneo con quella ragazza anche se a ogni occasione mi guardava, anzi, mi mangiava con lo sguardo.

Infilò in telefono nella tasca del jeans, si girò.

I suoi soliti occhi color smeraldo erano accentuati dalla luce del sole, che gli dava un colore più azzurrino.

"Chéri... Sei sveglia..." si vergognò rendendosi conto che avevo ascoltato tutta la chiamata.

"Già" dissi con tono di sufficienza, volevo fargli intendere che avevo origliato tutto ma che non mi importava più di tanto.

Si sistemò il colletto della polo rossa e il cavallino su un lato per cercare di tirarsi fuori da quella conversazione per lui così imbarazzante.

Spostai le lenzuola da sopra le gambe e mi alzai dal comodo letto.

Presi i vestiti che avrei indossato durante la giornata ed entrai in bagno per cambiarmi.

Indossai la maglietta della Ferrari e dei pantaloncini di jeans corti, avrebbe fatto molto caldo in quella giornata.

Uscii, trovai Charles che mi aspettava per andare a fare colazione seduto su una poltroncina disposta non molto distante dal letto.

"Andiamo?" dissi, distogliendo la sua attenzione dal schermo del telefono e portandola a me.

"Sì" affermò lui velocemente, scattò in piedi e mi aprì la porta, passai, poi uscì lui, infilandosi la tessera della camera in una taschina del suo pantalone.

Percorremmo il corridoio fino alla porta dell'ascensore, che con nostra fortuna era al piano, e scendemmo fino al parcheggio delle auto.

In un attimo, la Ferrari fu su strada, direzione: circuito.

La macchina fu fermata al parcheggio, proprio davanti ai tornelli. Entrambi passammo i nostri pass ed entrammo.

Stavamo camminando nel vialone del paddock, quando una voce chiamò il monegasco.

"Charles!"

Ci girammo. Pierre Gasly, pilota per la Alpha Tauri, con la sua fidanzata Kika.

"Pierre!"

I due si abbracciarono. Io e la ragazza ci salutammo con un cenno di mano. Ci eravamo conosciute a Monaco, i due ragazzi erano amici stretti già in gioventù e la loro amicizia persiste in formula uno.

Ti amo da qui a Maranello Where stories live. Discover now