cap VIII La chiamata con Emy

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Adesso che il mio telefono era carico, potevo chiamare Emy

Cercai il contatto nella rubrica e chiamai. Squillava.

Dopo pochi squilli Emy mi rispose.

"Cécile! Stavo aspettando la tua chiamata, tutto bene?"

"Emy mettiti comoda, devo raccontarti un po' di cose"

"Mi devo preoccupare?"

"Un po'"

"Josh?"

"Sì" risposi netta, "Questa volta ha esagerato"

"Amore cosa intendi per esagerato?" disse lei con tono preoccupato

Feci qualche istante di silenzio, sapevo che se avessi detto a Emy quello che mi aveva fatto, gli sarebbe preso un colpo, ma non glielo potevo nascondere.

"Mi ha picchiata". Dall'altro lato del telefono non ci fu una risposta immediata.

"Come scusa?" rispose poi con voce fredda

"Abbiamo litigato al pub, mi ha dato uno schiaffo e un ragazzo mi ha aiutata, quando sono tornata a casa..."

Non mi lasciò finire la frase: "Dove sei adesso?" disse con tono rigido e protettivo.

"A casa di Charles Leclerc"

Anche qua ci fu qualche istante di silenzio.

"Scusa un secondo Cécile, ma tu a casa di Charles Leclerc come ci sei arrivata?!"

"ahahahaahhahah è una lunga storia"

"Vabbè amore, tu ora come stai?"

"Piena di lividi ma tutto sommato bene, mi è andata bene"

"Domenica vieni a vedere il gran premio da me?" Charles aveva sentito e mi guardò con occhi dolci, come per dire che a lui dispiaceva se non venivo nel paddock domenica

"In teoria penso che Charles mi voglia nel paddock" dissi leggermente ridendo

"Uffa, va bene, però stasera vieni da me"

"Va bene ci vediamo stasera"

"Cécile, mi hai fatto molto preoccupare, ne parliamo meglio quando ci vediamo, cosa vuoi per cena?"

"Un piatto di pasta mi va benissimo"

"Va benissimo, ci vediamo dopo cucciola"

"Ciao Emy"

Riattaccai. Ero sollevata dal sentire la voce di Emy, quando stavo con Josh non potevo mai chiamarla, e tanto meno vederla ogni tanto.

"Oddio ma è tardi, andiamo" Esordì Charles mentre controllava l'orologio allarmato.

Presi la borsetta in camera, ci infilai il telefono e uscimmo dalla villa il più velocemente possibile. Ci infilammo in macchina, Charles mise in moto e partimmo.

Charles girò la curva e il sole ci capitò in faccia, solitamente non mi avrebbe dato fastidio, ma l'occhio nero era delicato e il sole mi fece male. Feci una espressione di fastidio e il ferrarista lo notò: "Chéri, vuoi i mei occhiali?" disse mentre mi tendeva i suoi RayBan neri. "Grazie" dissi, e li afferrai. L'occhio si rilassò all'istante e avevo risolto anche un altro problema, il livido non si vedeva più.

Sorrisi a Charles per ringraziarlo.

"Ti dona il rosso chéri" disse lui

Feci una faccetta soddisfatta e poi con tono altezzoso dissi: "Mh, non posso dire il contrario". La macchina si riempì di risate.

Ti amo da qui a Maranello Where stories live. Discover now