cap XI Cena da Emy

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Erano le 19:30 quando Charles fermò la macchina davanti alla porta di casa di Emy.

Salutai il ferrarista, che si raccomandò di chiamarlo per qualsiasi cosa.

Suonai il citofono ed Emy mi aprì.

La ragazza bionda mi abbracciò subito, appena mi vide. La abbracciai a sua volta, era tantissimo che non la vedevo, Josh me lo impediva. Scaricai la tensione delle ultime ventiquattro ore in quel gesto di affetto che tanto mi mancava.

Entrata nello spazioso appartamento, che dava sul circuito, mi sedetti sul divano e tolsi le scarpe.

"Allora" iniziò Emy, "Abbiamo tante cose di cui parlare eh". Le sorrisi un po' forzata, sapevamo entrambe che non potevamo scampare QUELL'ARGOMENTO stasera.

Tolsi il cappellino della Ferrari, ma non i RayBan.

"Senti, alla fine non avevo voglia di cucinare, ordiniamo una pizza?"

"Certo!"

"Tu che gusto vuoi?"

"Una margherita va benissimo"

"Ok" concluse Emy, poi fece squillare il telefono, fece l'ordine, e si venne a sedere sul divano, vicino a me.

"Cécile, togliti gli occhiali, il sole sta andando via"

Feci un sospiro, poi sfilai gli occhiali da sole dal viso. Emy fece subito un'espressione spaventata.

Conoscevo la bionda dai tempi del liceo, avevamo passato insieme i momenti peggiori e migliori, è sempre stata fondamentale nella mia vita, ho sempre pensato che senza di lei io non sarei sopravvissuta nemmeno un giorno. E forse proprio in questa serata mi sono resa conto di quanto Emy voglia bene a me. Ha sempre messo da parte i miei difetti, il mio essere cocciuta, caparbia, preoccuparmi delle cose inutili, farsi le paranoie per tutto, mi ha sempre aiutata a riaggiustare i casini che avevo combinato perché non l'avevo ascoltata, e forse, se un anno fa l'avessi fatto, per la prima volta dopo anni di amicizia, ora non sarei a casa sua con un occhio nero e un fidanzato aggressivo che mi cerca per il principato.

"Céci..." disse appena mormorando.

"Lo so..." risposi io, accasciandomi sulla sua spalla e mettendomi a piangere.

"Amore, non fa niente, non è colpa tua, non c'è motivo di piangere". Emy mi faceva le carezze sulla testa mentre sprofondavo nei singhiozzi e nella sua spalla.

Avevamo pianto per tante cose insieme, i ragazzi, un brutto voto a scuola, quando non stavamo bene, quando litigavamo con i nostri genitori, ma quella volta, fu diverso, sentivo che nemmeno Emy sapeva bene cosa fare, anche se lei aveva sempre una risposta pronta a tutto.

Continuavo a singhiozzare. "Céci, ascoltami" disse poi Emy tirandomi su e prendendomi il volto nelle mani, "Non devi piangere così, non è colpa tua, guarda come ti ha ridotto quel bastardo, devi stare tranquilla, si risolverà tutto".

Avvicinò il mio volto al suo e mi diede un bacio sulla fronte. Io mi asciugai le lacrime sul viso con il dorso della mano. Emy mi sorrise.

"Senti, puzzi come un cavallo, vuoi fare una doccia?"

"Vorrei, ma non ho nulla da indossare dopo"

"Tranquilla, ti presto qualcosa io"

La abbracciai e mi diressi nel bagno, Emy veniva dietro a me.

"Ma se dormissi qui stasera? Così ti posso anche lavare i vestiti" esordì poi Emy

"Si credo si possa fare, scrivo subito a Charles così gli chiedo se va bene". Presi il telefono nella tasca del pantalone, entrai su wathsapp e scrissi:

Charles stasera rimango a dormire da Emy, è un problema?

Pochi secondi dopo Charles mi aveva già risposto:

No chéri, va benissimo, però domani mattina alle 9:30 ti vengo a prendere, ho le prove libere alle 11:00

Ok perfetto, grazie Charles

Buona serata Cécile


Spensi il telefono: "Perfetto, rimango a dormire qua, domani mattina Charles mi viene a prendere alle 9:30"

"Evviva! Dai spogliati e dammi i vestiti che te li lavo.

Tolsi prima i pantaloni, poi la maglietta.

Emy guardava incredula e preoccupata i miei lividi e gli ematomi sulla pancia.

"Sto bene, tranquilla" le dissi leggermente sorridendo.

Tolsi anche la biancheria, diedi il cumulo di vestiti sporchi a Emy, chiusi la porta e mi gettai sotto la doccia.

Quando uscii dal bagno le pizze erano appena arrivate. Emy mi prestò un suo pigiama, mi spazzolai al volo i capelli e andai a tavola. Brindammo con due birre e mangiammo le ottime pizze tra risate e chiacchere.

"Cécile, tu lo sai che Leclerc è single vero?" se ne uscì a un certo punto Emy

"Certo che lo so, sono stata a casa sua"

"E lo sai che ha pure tanti soldi e che è molto bello"

"Sì Emy so anche questo, ma non ti lascerò arrivare al dunque, devo risolvere con Josh"

"Cécile, tu mi stai dicendo che vorresti tornare con Josh?"

"No assolutamente no, ma prima di pensare ad altro, devo chiudere definitivamente con lui"

"Cécile, ma tu hai già chiuso con lui, ti ha picchiata, è finita"

"Si ma io glielo devo dire un faccia, altrimenti non mi toglierò mai questo peso, non potrò evitare il problema per sempre, e poi quando lo denuncio che faccio, lo evito anche in quel caso?"

"Non lo hai ancora denunciato?!"

"No Emy, dovevo prima discuterne con te"

"Senti, lunedì andiamo in commissariato e facciamo la denuncia"

"Va bene"

La serata continuò tranquillamente tra le risate di due amiche che avevano molto da dirsi. Verso mezzanotte andammo a dormire.

Ti amo da qui a Maranello Where stories live. Discover now