cap XIII Giri in bici

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Mezz'ora dopo, venni svegliata dal movimento del petto del monegasco. Stava cercando di alzarsi senza farmi svegliare, ma con scarsi risultati.

"Scusa chéri, non volevo svegliarti"

"Non fa niente Charles tranquillo" dissi tirandomi su e mettendomi a sedere sul materasso.

"Comunque, è ora di andare, tra cinque minuti ho l'incontro con i fan" disse poi il monegasco, prendendo occhiali e cappellino e indossandoli, feci lo stesso e uscimmo.

Arrivammo giusto in tempo, Carlos ci stava aspettando.

"Piccioncini, cosa stavate facendo che siete arrivati in ritardo?" disse Sainz con una faccetta ambigua.

Charles gli diede un pugno sulla spalla, "Stai zitto" gli disse mentre lo spagnolo se la rideva. Intanto i due erano saliti sul palco.

A quanto avevo capito, l'incontro con i fan consisteva in una intervista con la presenza dei tifosi, ai due piloti di ogni scuderia, durava circa mezz'ora, dopo i piloti scendevano e firmavano un po' di cappelli e poster degli appassionati.

Le domande erano sempre le stesse, com'è l'umore in scuderia, pronostici per il weekend, qualche domanda personale ai piloti e così via.

Dopo una mezz'oretta, Charles e Carlos scesero dal palco. Prima di essere risucchiato dai fan, il monegasco venne da me e mi disse:

"Dieci minuti e ho finito chéri"

Gli sorrisi e lui si diresse verso i fan che si dimenavano per avere una foto con i piloti della rossa.

Una decina di minuti dopo, i due fecero gli ultimi saluti. Stavamo per allontanarci quando altri due piloti si avvicinarono a noi, Max Verstappen e il suo compagno di squadra Sergio Perez.

Sainz non li sopportava per niente, ma lo dava troppo a vedere, Leclerc parlava solo con Max, poiché erano amici da una vita. La conversazione, infatti, fu solo tra loro due.

"Buon pomeriggio ferraristi, come sono andate le vostre prove libere?" Iniziò Max, Sainz non rispose, ma lo fece Charles,

"Tutto bene grazie, i fan sono impazziti oggi"

"Immagino, ci si vede eh"

"Ciao"

E ce ne andammo al più presto possibile.

Era come se i piloti Red bull avessero il mal di Ferrari e i piloti Ferrari avessero il mal di Red bull. Non si potevano né vedere né sopportare, dentro e fuori la pista. Gli unici che si potevano parlare erano Max e Charles, che a differenza degli altri due, erano abbastanza in confidenza.

Alle 16:45 c'era l'altra sessione di prove libere, erano le 15:00 e avevamo un po' di tempo.

Charles decise di portarmi a fare un giro del circuito in bici. Prese la sua e quella di Carlos, che mi prestò gentilmente.

Uscimmo dalla pit lane con le biciclette, arrivammo sul circuito.

Mentre pedalavamo Charles mi spiegava ogni dettaglio di ogni curva. Come sempre, mi perdevo nelle sue parole. Infine fermammo le bici davanti a un bar e prendemmo un caffè.

Erano orami le 16:15, era ora di tornare ai box.

Uscimmo dal bar e prendemmo le bici, velocemente attraversammo tutto il circuito e tornammo alla pit lane.

Charles si andò a cambiare, io tornai dove ero prima e indossai le cuffie.

Charles questa volta era leggermente in ritardo, entrò nel box già con la tuta completamente indossata. Rapidamente infilò il passamontagna bianco, sistemò la radio e mise il casco.

Si infilò nell'abitacolo della monoposto giusto alle 16:45 e uscì.

Anche in questa sessione di prove libere la macchina non girava per niente male, anche se peggio delle prime prove, dai team radio Charles lamentava un po' di stanchezza. Mi aveva confessato che era sempre così, il venerdì era il giorno peggiore per lui.

Solo dopo 45 minuti, chiesero alla monoposto 16 di rientrare ai box. La macchina girava bene e Charles aveva fatto un ottimo lavoro.

Uscì dall'abitacolo, aveva una espressione abbastanza provata, era palesemente più stanco della prima sessione.

"Chéri, mi do una sistemata e andiamo a casa" disse Charles, il viso paonazzo per la fatica e per la pressione del casco, i capelli scompigliati.

Si diresse nella stanzetta, lo seguii e lo aspettai fuori, sentii la doccia aperta per cinque minuti, poi un fruscio di vestiti. Dopo 10 minuti il monegasco uscì dal camerino con i capelli bagnati, la maglietta con il numero 16 dietro e il cappellino, gli occhiali da sole appesi al colletto della maglietta.

Uscimmo dal circuito. Prima che qualcuno mi potesse vedere, indossai gli occhiali da sole. Il cappellino lo appesi alla borsetta.

Charles aprì la Ferrari 488 parcheggiata fuori e mise in moto.

"Charles, mi puoi accompagnare un secondo a casa mia, vorrei prendere un po' delle mie cose"

"Ma certo Chéri"

Così prese la strada per casa mia.

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