cap XXIV Cena poco romantica

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Era un classico tavolo da quattro, io e Charles da un lato, Emy e Tomas dall'altro.

La bionda e il ragazzo stavano insieme da poco, si erano conosciuti all'università e si erano trovati subito molto simpatici a vicenda. Iniziarono a uscire dopo un mesetto di sguardi a lezione, Emy era molto titubante, ma alla fine l'avevo convinta a uscirci. Poi... l'amore aveva fatto il suo effetto, e ora stavano insieme e si volevano un gran bene.

Ordinammo da mangiare e da bere, Charles cercò comunque di attenersi alla sua dieta, anche se aveva detto che un giorno di leggero sgarro non importava poi così tanto.

Gli antipasti di mare arrivarono quasi subito insieme a un buon vino bianco, i due ragazzi bevvero giusto un mezzo calice, dato che erano entrambi incaricati di guidare al ritorno.

Tomas era un vero appassionato di formula uno e fece un sacco di domande a Charles, che non mi sembrò per niente scocciato di rispondere. Emy mi aveva confidato di aver detto al suo partner di non essere troppo invadente, seppur non gli sembrava vero di poter andare a cena con il pilota numero 16 della Ferrari. 

All'arrivo dei primi piatti, il silenzio calò sul tavolo, eravamo tutti impegnati a degustare quel cibo delizioso.

A pance piene, le conversazioni ripartirono a pieno ritmo.

La serata era veramente piacevole, fino a quando, verso la fine della cena, Tomas esordì con una domanda che fece congelare la positività del momento:

"Ma quindi... voi due state insieme"

Il silenzio piombò improvvisamente. Io sgranai gli occhi e rivolsi lo sguardo verso Emy, che voleva palesemente prendere a pizze Tomas.

Poi rivolsi il viso verso Charles, che si era fatto tutto paonazzo sulle guance, guardava in basso, poi ci guardammo negli occhi, nel pieno del nostro imbarazzo.

Poi, decisi di spezzare quel silenzio penetrante, rispondendo:

"No no, noi non siamo nulla, Charles mi ha solo aiutato in un momento di difficoltà e ora siamo..." non sapevo nemmeno io come definirci.

"Coinquilini" continuò Charles.

"Già..." abbassai la testa e sistemai una ciocca di capelli dietro le orecchie, guardai le mie mani, me le stavo stritolando, come sempre.

"Credo sia il momento giusto per chiedere il conto, no?" disse Emy, guardando il fidanzato con aria minacciosa e tirandogli uno scappellotto dietro il collo.

Lui ci mise subito una mano sopra, guardando con viso innocente la fidanzata.

Chiese il conto a un cameriere di passaggio, che ce lo portò immediatamente. Tomas pagò la cena a Emy, io tirai fuori il portafogli, ma Charles aveva già messo i soldi per entrambi sul tavolo. Lo ringraziai.

Uscimmo dal locale, salutammo la coppia.

Io ed Emy ci abbracciamo, lei mi sussurrò all'orecchio:

"Dopo ti scrivo"

Poi si allontanò, entrò nella macchina del fidanzato, e se ne andò.

Anche io e Charles entrammo in macchina, il pilota mise in moto e prendemmo la strada verso casa.

Silenzio, riuscivamo as emettere solo silenzio. L'imbarazzo era ancora troppo alto, accumulatosi tutta la giornata, da quello che era successo a pranzo, e poi anche stasera. Sapevamo entrambi che dietro a quelle insulse affermazioni, c'era qualcosa di più.

Ti amo da qui a Maranello Where stories live. Discover now