cap V Casa di Charles

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Il viaggio fu veramente silenzioso. Io non avevo forza di parlare e gli occhi di Charles mi dicevano chiaramente che i sensi di colpa lo stavano distruggendo.

Avrei voluto dirgli che non era assolutamente colpa sua, ma non ne avevo la forza.

La macchina si fermò davanti a una villa, una delle più belle di Monaco.

*ma certo Cécile, con quella macchina che ti aspetti? Che viva in un appartamento?*

La guardavo incantata, era veramente bella, moderna.

Charles scese dalla macchina e poi venne a prendermi in braccio.

Entrammo nella casa, non vidi molto dell'abitazione, avevo il viso gonfio e non vedevo molto bene, oltretutto ero sprofondata nel petto di Charles per lo sfinimento.

Charles mi appoggiò sul suo letto soffice. Mi tolsi il cappuccio e il monegasco mi guardò con occhi strani, preoccupati.

"Charles, qualcosa non va?"

"I tuoi capelli..."

"Cos'hanno che non va?"

"Sono intrisi di sangue chéri...vuoi fare una doccia?"

Li toccai, effettivamente erano pieni di sangue secco, ma il pensiero di fare la doccia e di dover rimanere in piedi mi uccideva.

"No Charles non fa niente, ci penso domani mattina"

Charles rispose con un sorriso

"Vado a prenderti delle cose per dormire, magari anche del ghiaccio, credo tu ne abbia bisogno" sorrise di nuovo e uscì.

Nell'attesa scrissi a Emy

Emy domani mattina ti chiamo, ti devo raccontare un po' di cose.

Inviai il messaggio senza pensarci troppo.

Il mio telefono suonò, era arrivato un messaggio. Non era Emy. Era Josh

Dove cazzo sei?

Mi salì di nuovo l'ansia.

*che gli rispondo adesso?...*

Decisi di fare una azione poco matura, ma che un questa situazione era la cosa migliore da fare. Lasciai il visualizzato.

Intanto Charles rientrò in camera. Aveva in mano una maglietta nera, del disinfettante, una pomata per i lividi e un paio di buste con del ghiaccio avvolte in dei panni da cucina.

Mi pose la maglietta. "Cambiati con calma, quando hai fatto c'è del disinfettante e della crema, magari ti possono aiutare, ti ho portato anche del ghiaccio".

Nel mio volto gonfio non si vide molto, ma gli sorrisi e lo ringraziai, poi uscì dalla camera e io mi diressi nel bagno per cambiarmi.

Quando mi guardai allo specchio, ebbi un attimo di paura.

Il mio volto non era più quello di prima. Lo zigomo e le labbra erano spaccate e gonfie con goccioline di sangue secco qua e là. Un occhio era livido e gonfio, l'altro aveva ancora una forma leggermente normale.

Mi sciacquai il viso e tolsi il sangue, poi misi del disinfettante sullo zigomo e sul braccio ferito, i tagli bruciavano, ma andava un po' meglio.

Sfilai i pantaloni e applicai la pomata sui lividi delle gambe. Tolsi delicatamente la felpa poi la maglia, rimasi senza fiato.

Il busto era completamente coperto di ematomi.

La serratura della porta si aprì, era Charles

"Chéri, mi sono dimenticato di dirti che..." Anche a Charles mancò il fiato quando mi vide un biancheria piena di macchie violacee.

"Cécile, vuoi dell'altro ghiaccio?..."

"Magari" dissi mentre una lacrima silenziosa scendeva.

Ti amo da qui a Maranello Where stories live. Discover now