cap XII Prove libere

373 10 5
                                    

La mattina dopo, alle 8:30 suonò la sveglia che avevo impostato la sera prima.

Io ed Emy ci preparammo e facemmo colazione con calma. I miei vestiti si erano asciugati. Applicai la pomata, che portavo sempre con me, sugli ematomi della pancia e mi vestii.

Charles alle 9:30 spaccate era sotto casa. Salutai Emy e scesi la rampa di scale e aprii il portoncino, la Ferrari 488 del mio monegasco preferito mi stava aspettando lì.

"Buongiorno chéri!" disse Charles con un grande sorriso

"Buongiorno Charles, siamo di buon umore oggi?"

"Io sono sempre di buon umore chéri"

"Andiamo?"

"Sì" e mise in moto.

Arrivati ai tornelli, Charles mi spiegò la sua giornata come era strutturata:

"Allora Cécile, alle 11:00 ho le FP1 (Free practice 1), ogni prova libera dura circa un'oretta. Dopo ho una pausa pranzo, mi riposo faccio la doccia e mangio, alle 14:30 ho l'incontro con i fan e alle 16:45 ho le FP2. Per le 18 dovremmo aver finito".

Annuii ed entrammo nei paddock.

Ovviamente indossavo gli occhiali e il cappellino, oggi dovevo farci ancora più attenzione di ieri, c'erano molti più fan e molti più giornalisti.

Era fondamentale che non venissi ripresa, altrimenti Josh avrebbe potuto trovarmi.

Arrivati ai paddock rossi, andammo a salutare Carlos, era arrivato poco prima di noi e si stava già sistemando con calma nel suo box numero 55. Si affacciò anche Lando per salutare lo spagnolo, Charles mi aveva detto che erano inseparabili, da quando Carlos era stato in McLaren, prima di Ferrari, quei due si erano trovati, era impossibile tenerli lontani. Ovviamente c'era anche Daniel, che ci salutò con uno dei suoi classici sorrisi. Io e il pilota numero 3 eravamo entrati in simpatia.

Alle 10:00 tutti i piloti erano nei rispettivi box.

Charles si era andato a cambiare, mettendo l'abbigliamento adatto per entrare in macchina.

Uscì dal suo camerino con la maglietta aderente protettiva, la tuta da gara infilata solo dalle gambe e le maniche legate in vita.

Adesso avevo capito perché le ragazze impazzivano per lui, era dannatamente attraente con quella maglia aderente che gli scolpiva perfettamente i pettorali e gli addominali, lo guardavo un po' intontita.

"Tutto bene chéri?" disse lui guardandomi storto

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

"Tutto bene chéri?" disse lui guardandomi storto

Distolsi lo sguardo da scema dai muscoli del monegasco e gli dissi: "Sì sì, solo un po' di sonno"

"Ah ok" rispose poi lui.

Tornammo nel box 16, la monoposto era quasi pronta. Erano le 10:45, tra un quarto d'ora Charles sarebbe dovuto uscire in pista.

"Chéri, puoi guardare le prove libere dagli schermi dei box, ti puoi sedere qua".

Il pilota mi indicò degli sgabelli appena dietro la monoposto dove si vedevano perfettamente gli schermi con la diretta Sky.

"Ok perfetto" gli risposi sorridente.

"Ah cosa importante" disse lui, "Metti queste, le macchine fanno molto rumore" mi disse tendendomi delle cuffie rosse con il logo Ferrari.

Le afferrai, tolsi il cappellino e gli occhiali e le indossai, completamente dimenticandomi del mio occhio nero.

Guardai Charles mentre tirava su la tuta, infilava il passamontagna bianco, poi infilò in casco con il numero 16 rosso e bianco, sempre a ricordare i colori del principato.

Il ferrarista entrò nella monoposto con calma, era in anticipo.

Quando Charles fu dentro, tirarono giù la macchina dai carrellini che la tenevano sollevata e misero le termo-coperte sugli pneumatici.

Alle 11:03 spaccate, Charles era in pista. La macchina girava bene, fece un paio di cambi gomma per provare il passo gara. Alle 11:56 era di nuovo nei box con una macchina che andava bene.

Uscì dalla monoposto. Si tolse il casco. Anche lì, iniziai a guardarlo come una scema. Sudato stanco e le vene delle mani visibili, Il segno del casco tatuato sulle guance. La mia bocca aperta diceva molto sulla situazione.

"Chéri, cos'è quella faccia? Non ti sei divertita?"

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

"Chéri, cos'è quella faccia? Non ti sei divertita?"

"No no" dissi tornando in me, "La mia espressione era di stupore, non so come ho fatto a non guardare la Formula 1 per tutti questi anni, veramente emozionante". Diciamo che me la svignai così.

"Ne sono contento" disse sorridendo.

Ringraziò i meccanici e uscì dal box.

"Cécile, mi do una rinfrescata e arrivo dammi cinque minuti"

"Ok, ti aspetto qui". Il pilota entrò nel camerino e io lo aspettai fuori.

Uscì con la polo della Ferrari e i jeans, come era stamattina, un paio di occhiali da sole e il cappellino.

Uscimmo dall'edificio della Ferrari, indossai occhiali e cappello e andammo a un bar che stava nel circuito, prendemmo due panini e andammo a mangiarli in una piccola piazzetta con le panchine vicino la pista.

Charles mi stava parlando di come erano andate le prove libere, di come sentiva la macchina, di come la SF-75 fosse diversa in tutto dalla macchina dell'anno prima.

Mi perdevo nelle parole del ferrarista.

Senza accorgercene, si era fatta l'una e mezza. Charles disse che prima dell'incontro con i fan, avrebbe dovuto riposare un po'.

Tornammo nel suo camerino, solo entrando scoprì che era più grande di ciò che pensavo. C'era un piccolo letto, un armadio per sistemare la tuta da gara e un bagno con doccia, in tutto in tinta con il colore rosso.

Charles si sdraiò sul letto, mi fece segno di venirmi a stendere vicino a lui. Tolsi cappellino e occhiali, li appoggiai su un tavolino che era nella camera insieme alla borsetta e mi sdraiai vicino al ferrarista.

Appoggiai la mia testa sulla sua spalla, lui afferrò il telefono e aprì Instagram. Intanto cercò il mio nome sul social e mi andò a seguire. Quando mi arrivò la notifica ricambiai il follow. Chiesi a Charles se poteva farmi vedere i profili degli altri piloti. Presi i nomi degli account e li andai tutti a seguire.

Charles scorreva le storie di Instagram dal suo telefono, io le guardavo scorrere, fino a quando non mi addormentai sul petto del monegasco.

Ti amo da qui a Maranello Where stories live. Discover now