Umberto 0.8

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Era lunedì, significava a dire
Primo giorno di lezioni alla scuola di amici.
La sveglia suonò ripetutamente nella camera, energica mi alzai dal letto mettendo in ordine il mio lato della stanza e dopo aver preso ciò che mi serviva, mi recai in bagno per prepararmi.
Mi feci una doccia calda, indossai una tuta qualunque e sistemai i capelli in un chignon basso.
Afferrai il borsone dal mio armadio e con fretta, andai in cucina per fare colazione.

Non ero una persona particolarmente mattiniera, odiavo svegliarmi presto ma dovevo farlo.
Solo che, quel giorno ero emozionata per le lezioni e non vedevo l'ora che la lancetta dell'orologio posto sul muro segnasse le otto in punto, ora in cui le lezioni sarebbero iniziate.

Salutai i ragazzi e mi precipitai alla porta
«Fate in fretta, abbiamo palestra prima!» Dissi mentre lasciai la casetta dirigendomi in studio, passando persino in sala relax per lasciare i miei effetti personali.

Appena anche gli altri ragazzi mi raggiunsero, tutti insieme andammo in palestra per il nostro risveglio muscolare delle sette e mezzo.

Avrei dovuto incontrare la maestra Celentano alle 9.15 esatte, senza un minimo di ritardo.
Non mi era concesso di dare una brutta figura dinanzi a lei.

«Perché sei così felice alle sette del mattino?» Sì avvicinò Matthew

«Vedo per la prima volta la maestra,sono emozionata»

«Mi aiuti a metterla?» Prese dalle sue tasche una collanina in oro molto semplice, annuii e gli feci segno di abbassarsi.

«Nonostante mi sia abbassato, ti metti in punta di piedi?» Rise di getto e sorrisi divertita mentre agganciai l'anellino.

«Sono alta un metro e settanta, non sono bassa. Sono nella media»

«Non fare la permalosa adesso»

«Aspetta hai-» mi avvicinai al suo viso, la mia mano si alzò all'altezza della sua fronte e gli tolsi dava ti agli occhi una ciocca di capelli.

«La solita perfettina»

«Non vuoi essere perfetto?» Lo guardai negli occhi, per captare la sua risposta.

«Voglio essere diverso»
«smettila di guardarmi così» Aggiunse mentre ci avviciniamo per iniziare con la nostra lezione di esercizi, continuò a restare vicino a me, mentre alla mia sinistra avevo Sofia che come sempre mi sorrideva come se fosse una bambina in un parco giochi

Era un'anima pura.
' siete bellissimi ' mimò con le labbra e la fulminai con lo sguardo, ma sapeva benissimo che in realtà, mi facevano solo piacere.
Lei era attenta ai dettagli, per questo mi capiva senza che io le parlassi.

«Così ,come?» Mi dedicai al biondo

«Come se fossi la tua preda di oggi»

Sì sbagliava, ero io la sua.
Che cadevo ripetutamente nella sua trappola e non facevo nulla per uscire, perché il mio cuore si era abituato alla sua presenza..

Emise un ghigno beffardo ammiccando anche qualche sorrisetto sfacciato.

«Ragazzi mettetevi in coppie, fate presto» ordinò uno dei professionisti che si dedicava alla palestra..

«Noi già lo siamo» ripose matthew, tirandomi a sé facendomi scontrare con il suo petto.

Il mio olfatto riconobbe l'odore dolciastro e alzai il capo per sorridergli.
Era davvero così impulsivo?

«Hai un buon profumo» ammisi.

Si avvicinò al mio orecchio chinandosi e soffiando Sussurrò:
«Preferisco il tuo, mi ricorda casa.
Quando mi sei attorno, non la penso mai.
il tuo profumo fa ubriacare le mie narici e anche a metri di distanza, riconoscerei il tuo unico profumo.»

Atelofobia// Amici23Where stories live. Discover now