Chapter 49

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" adesso una nostra allieva diplomata nella nostra scuola di ballo, si esibirà per voi.
Lei è una bravissima ballerina e sono sicura che molti di voi la conosceranno, se così non fosse, vi presento Brigette."

Il sipario si aprì e il bagliore della luce del riflettore  mi accecò, iniziai a sentire la musica e aspettai il giusto attacco per partire

Mi sentii avvolta da una bolla ogni volta che ballavo,  i miei piedi seguivano i momenti da soli consapevoli del loro lavoro, le braccia erano leggere come ogni parte del corpo.
Era il solito teatro in centro, dove ogni saggio natalizio era svolto lì, come sempre il 23 Dicembre, per fare gli auri di Natale alle famiglie dei piccoli ballerini.

Ero invitata come ospite speciale, eppure dentro di me sentivo come de si stesse chiudendo un cerchio della mia infanzia..
Avevo iniziato a ballare a tre anni, avevo battezzato la mia danza proprio si questo palco per la mia prima esibizione in tutta la mia vita e  pensavo proprio fosse l'ultima quella che stavo commentando.

Le emozioni mi trasportavano, avevo bisogno di sentire la musica nelle viscere, di performarmi l'anima,di bruciarmi il cuore e di stordire le mie orecchie.
Io non ballavo per pura passione,
Ballavo per vivere e la danza era stata creata per essere vissuta.

Non avevo il modo per descrivere come mi sentivo ogni volta che danzavo a ritmo di musica, da un'intera variazione a uno stupido balletto fatto in camera con le ragazze di Amici.

Le mie insicurezze appena partiva la base cessavano, non esistevano momentaneamente, non avevo l'occasione per essere triste mentre ballavo, ero sempre entusiasta di ballare, mi svegliavo per ballare.
Avevo il compito di trasmettere qualcosa con la mia arte, dovevo portarlo a termine ogni volta che mettevo piede su un palco.

Ogni volta che sentivo della musica.

Giri, salti, braccia in aria..
Esercizi alla sbarra,  tantissime piroette fino a quando non usciva una serie perfetta.
Il mondo della danza era duro, ma ti aiutava per vivere, per essere persuasiva, per non rinunciare ad un sogno

E io, non mi sarei mai permessa di rinunciare ai miei.
Se l'avessi fatto, non sarei stata più brigette.
Ma una sconosciuta, perché io esisto solo grazie ed unicamente alla danza.

La musica termino e smisi anche la mia esibizione, il pubblico iniziò ad applaudire e tutti gli allievi della scuola di danza mi accerchiarono.
Era l'ultima esibizione della serata, la maestra Elisabetta augurò  a tutte le famiglie un sereno e felice Natale.

Vidi in prima fila, nei posti riservati i miei genitori che si tenevano per mano sorridenti per la soddisfazione di avere una figlia determinata e ambiziosa, c'era Greta con gli occhi che colmi di lacrime.. era sempre così, io ballavo e lei scoppiava a piangere per l'emozione e poi... Alla destra della mia migliore amica vi era seduto Umberto, vestito elegante con una camicia verde petrolio sbottonata, un paio di pantaloni neri e dei mocassini neri, al suo polso portava un orologio oro.. applaudiva molto contento.

Il sipario si chiuse e andai di corsa a cambiarmi per abbracciare le persone a cui tenevo.
Salutai tutti i bambini e i ragazzini che conoscevo, abbracciai la mia maestra dicendole che ci saremmo viste per Natale e corsi con il mio borsone dai miei genitori.

Mio padre, come ad ogni saggio, mi prese il borsone dalla spalla e se lo caricò sulla sua, mi diede un bacio sui capelli e si avvicinò al mio orecchio.

" Ho visto come ti guarda, è quello giusto."

Non avevo chissà quale rapporto con i miei genitori eppure, loro non avevano bisogno di parlare, capivano tutto con un semplice atteggiamento o parola.

Mia madre mi spostò una ciocca di capelli e si congratulò.
"Sei stata bravissima"

Grace si avvicinò e mi chiuse in un abbraccio, mi allontanai di qualche centimetro e le asciugai una lacrime che scendeva sul suo viso.
"Sei la solita drammatica"

" Sei tu a non capire quanto sei brava"  sussurrò sorridendomi.

"Noi andiamo a casa, ti aspettiamo. Non fare tardi." Disse mio padre

"Cosa? E come torno io?"

Mio padre indicò dietro le mie spalle, capii al volo che intendesse farmi ritornare a casa con Umberto.
Salutai Grace e i miei genitori che uscirono dal teatro senza voltarsi in dietro.

Mi voltai, cono sguardo perso nel vuoto e confusa sul perché Umberto non avesse detto nulla.

"Non volevo intromettermi nel momento, era così intimo" disse come se avesse il potere di leggere i miei pensieri.

Era così l'amore? Essere connessi?
Pensare le stesse cose..
Non ero mai stata innamorata in vita mia, ho sempre cercato di privarmi di una vita vera, perché dovevo fare carriera, eppure Umberto aveva il potere di darmi la possibilità di lasciarmi andare.
Era questo l'amore? Spronare l'altro, supportarlo e metterlo al primo posto sopra ogni cosa?

Le emozioni che provavo anche stargli vicino erano immense, le gambe diventavano molli, la schiena era sempre invasa da piccoli brividi, avevo la pelle d'oca, un fastidio allo stomaco e il cuore pieno di vita.

"Non c'è bisogno che io parli, sei stata magnetica."

"Grazie" gli lasciai un bacio sulla guancia.

Mi prese per mano e camminammo fino alla sua macchina che aveva noleggiato per i pochi giorni che stava trascorrendo a Milano.

"Aspetta"

Mi fermai all'instante, Umberto aprì la sua auto e fece uscire un piccolo bouquet di rose bianche sfumate, alcune petali esterni erano celesti...
Erano magnifici.

"Sono bellissimi.."

"Essere la tua ragazza significa avere la camera piena di fiori?"

"Essere la mia ragazza significa avermi stregato, il mio cuore è tuo brigette.
Solo e soltanto tuo."

Lo baciai in modo profondo, per fargli sentire le capriole che stava facendo il mio cuore ad ogni sua parola.
Le sue mani accarezzavano la mia pella ricoperta dal maxi maglione che avevo indossato eppure sentivo la pelle andare a fuoco ad ogni suo tocco.

"Essere il tuo ragazzo significa avere il tuo nome e non potevo chiedere di meglio.
È tutto così perfetto."

E se quello era amore,
Io ero innamorata dell'amore.

N/A
Ecco a voi  il capitolo della settimana, magari oggi cercherò di di fare un doppio aggiornamento!
Vi auguro delle buone vacanze di pasqua!

Atelofobia// Amici23Where stories live. Discover now