Cosa sarebbe originale per te?

100 5 3
                                    

"Abiti qui vicino?" mi chiede dopo che abbiamo camminato per un po' in un timido e reciproco silenzio.

"Venti minuti a piedi" rispondo a testa china. Mi sento in imbarazzo e non so per quale motivo.

"Hai freddo? Altrimenti passiamo a casa e ti porto in macchina" propone. Avverto un formicolio scorrere per tutto il corpo. Non so perché ma l'idea di noi due in macchina da soli mi fa venire in mente strani - intimi - pensieri.

"No, sono abituata, grazie."

"E la sera torni sempre da sola dopo l'allenamento?" ma è un terzo grado?

"Dipende, spesso viene a prendermi mia madre o incontro Stefano e torno con lui, quando non ho la macchina disponibile."

"Mi dispiace che sia toccato a te accompagnarmi ma..."

"Mi sarei offerto comunque. Non sarei rimasto a fare la candela tra quei due e Stefano è stato abbastanza convincente nell'esporre il suo piano..."

"Esporre il suo cosa? Come fa quel ragazzo a voler calcolare sempre tutto? E gli va sempre bene!" scoppiamo a ridere.

"Sì, diciamo che si è incastrato tutto sorprendentemente bene."

"Che vuoi dire?"

"Che... che fortunatamente volevo andarmene anch'io, così li abbiamo lasciati soli" balbetta. Ho come l'impressione che stia improvvisando, ma fingo di crederci.

"Sì... aspetterò a dirglielo ma anche Irene è cotta di lui..."

"Davvero? Lui è convinto di doverla ancora conquistare. Sta pensando di farle trovare dei fiori per il giorno di San Valentino e una scatola di cioccolatini sul banco" sbuffo.

"Tipico di Stefano quando vuole corteggiare una ragazza. È estremamente intelligente ma a volte spudoratamente poco originale... insomma è dalla notte dei tempi che si fa così!" dico a testa bassa mentre cammino in bilico sul marciapiede. Se avessi perso l'equilibrio sarei finita in strada, ma in questo momento non sta passando nessuno. Camminiamo nel buio, sotto coni di luce.

" Cosa sarebbe originale per te?" Manuel si è fermato improvvisamente per pormi questa domanda e in quel momento accade tutto così velocemente. La profondità della sua voce, che si è insinuata dentro di me, mi fa perdere l'equilibrio, un clacson suona riecheggiando per tutta la via, deserta finché non hanno iniziato ad accendersi una ad una, con effetto dinamo, le luci degli inquilini per constatare cosa sia successo, e se non fosse stato pronto ad afferrarmi per stringermi a lui probabilmente ora non eravamo lì a guardarci negli occhi, a fare a meno di tutto il resto, a sentire solo il respiro affannato e il battito irregolare dei nostri cuori. Si poteva essere così ipersensibili forse solo quando avevi appena temuto che accadesse il peggio.

"Stai attenta ragazzina!"le grida del guidatore che sfreccia via, dopo la frenata, ci portano alla realtà. Mi tiro i capelli indietro, rendendomi conto di cosa sia appena successo.

"Stai bene?" mi chiede portandomi le mani al collo. Per qualche strano motivo ho bisogno di essere accarezzata da lui, in quel momento, per cui lascio che le sue dita si insinuino tra i miei capelli e facciano vibrare i miei sensi.

"Sì" dico dopo aver fatto lentamente scivolare le sue mani via da me. Niente distrazioni, continuo a dirmi. Proseguiamo lungo il marciapiede, questa volta Manuel si è posizionato verso il lato della strada e quel gesto mi fa ridere. Dopo venti minuti intensi di camminata, morsi da un freddo invadente, arriviamo a destinazione.

"Ecco, sono arrivata" abito in una casa singola di una modesta zona residenziale. La luce della sala è accesa, così come quella della camera di mio fratello, opposta alla mia.

Un amore da serie ADonde viven las historias. Descúbrelo ahora