La resa dei conti

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"Bren" sento la sua voce chiamarmi, ma non mi volto. Sfido la calca e riesco a sgattaiolare fuori dove mi confondo tra anelli di fumo e gruppetti che chiacchierano tra loro. Non posso crederci. A volte mi sembra di conoscerlo a tal punto da pensare che certi atteggiamenti non sarebbero da lui, altre volte invece il suo comportamento smentisce ogni considerazione che ho di lui. 

Ubriacarsi pochi giorni prima della partita. Come può prendere così sottogamba la sua carriera? In questo modo, anziché tornare in serie A, potrebbe essere spedito direttamente in serie C o D, rinunciando al suo sogno. Cerco di calmarmi, penso al consiglio di mia madre. Devo darmi tempo di conoscerlo.

"Ehi" sono sovrappensiero, quando mi raggiunge una voce.

"Ciao Raul" rispondo distratta.

"Come mai tutta sola qui?" si trova con alcuni suoi compagni di classe, che provvedo a salutare.

"Avevo bisogno d'aria" sorride. Mi offre una sigaretta, che rifiuto, mentre assisto al suo gesto di infilarla tra le labbra, per poi proteggere la fiamma dell'accendino che lotta con un lieve venticello.

"Hai freddo?" mi chiede Alessandro, ci conosciamo di vista, dal momento che frequentiamo la stessa scuola, ma non ho molta confidenza con lui. Tuttavia, la sua domanda mi fa rendere conto che sono uscita dal locale senza preoccuparmi di indossare il cappotto. Mi stringo nelle spalle, senza rispondere, ma lui intuisce che sono un fascio di brividi e si accinge a posarmi sulle spalle la sua giacca di lana.

"Grazie" dico riscontrando il beneficio.

"Bren!" vedo Chiara quando Alessandro e Raul aprono un varco tra loro per capire chi è che mi cerca con tanta foga. E' preoccupata, a tal punto che anche lei è uscita senza cappotto.

"Bren, vieni dentro. Manuel..." appena associo la sua preoccupazione a Manuel, si offusca tutto quello che dice e, scavalcando chiunque mi trovi davanti, rientro dentro. Do un rapido sguardo in giro e non li vedo. Non lo vedo. Chiara mi prende per mano per guidarmi, conducendomi da loro. Manuel è privo di conoscenza.

"Cos'è successo?" chiedo. Stefano e Nahoko sono accanto a lui.

"Non lo so" risponde confuso. Non so come riacquisto la lucidità in un momento in cui mi sembra di non avere fiato, ma provvedo a mettermi davanti a lui perché non lo vedano occhi indiscreti.

"Lo hanno visto?" Manuel è pallido, lo colpisco lievemente sulle guance, biascica qualcosa e ha lo sguardo perso. Non lo riconosco.

"Chi?" chiede Chiara nervosa.

"Non lo so, in generale, lo hanno visto così?" la mia paura è che lo abbiano ripreso e che una sua fotografia in queste condizioni possa causargli guai con la società.

"No, Brenda, non lo ha visto nessuno" dice Nahoko che, con la sua naturale pacatezza, mi infonde sicurezza.

"D'accordo... lo porto a casa. Stef aiutami ad alzarlo" quando lo mettiamo su, Manuel continua a mormorare qualcosa che non capisco e mi accorgo che dalla mano, mentre Stefano cerca di sostenerlo, gli cade un bicchiere di plastica.

"Attenzione" dico e mi rivolgo a Stefano "avete bevuto ancora?" chiedo senza riuscire a contenere una dose di rabbia che percepisco crescere.

"No, era già abbastanza ubriaco, ma è venuto un compagno di squadra e gli ha offerto un drink e lui ha bevuto solo un sorso per non offenderlo..." un compagno di squadra?

"Cristian" sussurro.

"Come?" replica Stefano.

"Aspettatemi fuori vado a recuperare la sua giacca nel privé." Manuel mugugna il mio nome, non riesco a vederlo così. Non dovevo andarmene, non dovevo lasciarlo lì, se fossi rimasta con lui lo avrei dissuaso dal bere il cocktail di Cristian che lo ha sicuramente drogato. Prendo un respiro profondo. Voglio affrontarlo. Salgo a passo deciso la rampa di scale che mi conduce al soppalco, dove non impiego molto a trovarlo, circondato da due ragazze, una alla sua destra e l'altra alla sinistra.

"Come hai potuto?" non ho paura di affrontarlo con disprezzo, ma ovviamente lui non è lucido, ha il suo sorriso perfido e quell'espressione strafottente di chi non gliene frega niente di sé e degli altri.

"Sei venuta a difendere il tuo ragazzo? Lui non è capace di farlo da solo?" mi sfotte, ma non mi smuove. Non faccio un passo indietro.

"E tu pensi di sentirti più forte trattando male i più giovani? Non riesci a perdonarti che forse sei un fallito e non puoi farci niente" dico serrando i pugni. Si alza di scatto strattonando le ragazze accanto.

"Non ti azzardare mai più a rivolgerti a me in questo modo" sta per mettermi le mani al collo prima che arrivi Alberto a fermarlo.

"Vattene Bren" mi consiglia. Osservo gli occhi iniettati di odio, rabbia e rancore, la sua cicatrice sul sopracciglio sinistro, la cresta che spicca al centro di una testa rasata completamente e il tatuaggio al collo, una corona di spine. Non mi fa paura, solo ribrezzo.

"Lo ha drogato!" Cristian cerca di divincolarsi dalla stretta di Alberto, che è più alto, ma meno robusto, tuttavia, riesce a contenerlo.

"La prossima volta può toccare a te, lurida s..." Alberto gli chiude la bocca.

"Bren, vattene!" mi rassegno al suo tono perentorio. Intravedo la giacca di Manuel proprio dove ore prima abbiamo fatto un brindisi alla serata e la recupero. Prima di imboccare di nuovo la scalinata per scendere, sul divanetto accanto, vedo il ragazzo che frequenta la nostra scuola e che Manuel ha fatto tornare a casa prima di litigare con Cristian. Sta dormendo, con la testa inclinata all'indietro, che sbecca dallo schienale del divanetto. La camicia è sbottonata e sgualcita. È solo. Ma non posso pensare a lui, ora devo tornare da Manuel.

Stefano, Chiara, Nahoko e Manuel sono in un angolo. Lo hanno fatto sedere e noto che gli hanno procurato una bottiglietta d'acqua che fortunatamente sta bevendo. Tasto le tasche della giacca e trovo le chiavi.

"Grazie, ragazzi..."

"Sta meglio, ma non credo sia solo alcol Bren" suppone Stefano dispiaciuto. Annuisco.

"Lo porto a casa sua e resterò con lui. Chi... dirò a mia madre che dormo da te" è un favore che le sto chiedendo.

"Non preoccuparti. Sicura che non vuoi che restiamo con te?" scuoto la testa.

Un amore da serie ADove le storie prendono vita. Scoprilo ora