"Smettila di preoccuparti per me!"

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Chiara si ferma a chiacchierare con le ragazze della 5^ B, con cui collabora per il giornale della scuola, e Stefano mi porta al bar, dove Maria sta finendo di sistemare le colazioni.

"Ehi, buongiorno! Niente lezioni?" ci chiede. Io mi appresto ad aiutarla e Stefano prepara i caffè. Sì, facciamo un po' come ci pare. Ma finché Maria ci lasciava fare.

"Ecco i caffè per le ragazze più belle della scuola" dice con il suo aplomb. Oggi è particolarmente affascinante. Ha i capelli biondi tirati indietro con il gel, un golfino verde in tinta con i suoi occhi e dei jeans scuri.

"Grazie, ma dimmi... come va con Irene?>" lo stuzzico.

"Bene, ieri siamo stati al cinema" dice tronfio della sua conquista.

"Oh, quindi Stefano Balestri è impegnato sul serio questa volta" motteggio.

"Shh non dirlo ad alta voce" sussurra. Io e Maria ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

"Doveva arrivare prima o poi anche per te..." parlo come fossi esperta nel campo.

"A proposito..." continua a bassa voce come se fossimo spiati o controllati "questa mattina è stata colpa mia se..." lo fermo subito.

"No, Stefano. Non è stata colpa di nessuno. Ho capito che tipo sia e mi è bastata la scenata di questa mattina per non voler più avere niente a che fare con lui... be' insomma niente che..." sono finita in un vortice ora e non posso tornare indietro. Ho praticamente ammesso che mi piace o, almeno, che mi sarebbe piaciuto approfondire la nostra conoscenza ma ora...

" Bren, ho assistito al diverbio di questa mattina. Ma, io ti conosco e so che per te quello che ha detto può avere un significato più amplificato di quello che effettivamente volesse dire..." lo fulmino con lo sguardo.

"Stef, no. Puoi anche difenderlo, ma non lo giustifico" ribatto convinta, con le braccia al petto.

"Non lo sto difendendo, non andrei mai contro di te" dice sfiorandomi il naso con il suo indice. Sorrido, Stefano riesce sempre a farmi tornare il buon umore.

"Ma, non chiuderti subito. Non lo conosci e lui non conosce te, non sa..." mi fa l'occhiolino. Fa per girarsi.

"Stef" lui si volta "non dirgli niente, ti prego>" sa a cosa mi riferisco. Annuisce e fa un gesto come se si chiudesse la bocca con un'immaginaria zip.

"Ho un appuntamento clandestino in cortile con Irene" confida. Proprio in quel momento sentiamo delle euforiche grida provenire da lì. Ci affacciamo alla finestra che ridà sul cortile, proprio davanti al bar. Vediamo Manuel insieme a dei ragazzi che giocano a calcio. Si abbraccia con uno alto - assomiglia al ragazzo con cui aveva parlato davanti alla nostra classe - fanno squadra.

"Andiamo?" mi propone. Guardo Maria che, ci ha sentiti, e mi fa segno con la mano di andare. Annuisco e scendiamo in cortile.

Qui Manuel si accorge subito di noi. Lascio soli Stefano ed Irene, mi siedo sui gradini davanti allo spiazzale, mi porto le ginocchia al petto e inizio ad ascoltare la musica dalle cuffie. Vedo che Manuel è intento a lasciare la partita per raggiungermi, ma il suo compagno lo ferma e lo dissuade. Con espressione corrucciata Manuel lo asseconda, meglio così. Non deve pensare che sia lì per lui. Sento delle mani poggiarsi sulla mia schiena, è Chiara. Mi tolgo le cuffie e sento un vocio provenire dall'interno della scuola. Ci ha raggiunti tutta la classe. Natalia mi lancia uno sguardo minaccioso, non ho proprio voglia di averla intorno e dunque di risponderle con la stessa moneta.

"Risalgo" annuncio a Chiara.

"Di già? Mancano venti minuti!" si è appena seduta e non ha voglia di alzarsi.

Un amore da serie AWhere stories live. Discover now