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È ora di cena quando torno a casa.

"Ehi dove hai passato il pomeriggio?" chiede mia madre. Le racconto tutto e lei assiste sorpresa e perplessa, come si stesse trattando della trama di un film. Sua figlia davvero ha fatto questo? Da quando ho conosciuto Manuel, ho improvvisamente trovato la mia dimensione, il mio baricentro. Prendo decisioni che non hanno a che fare con la programmazione di interrogazioni o allenamenti, mi ascolto, mi diverto e soprattutto amo. 

E per amore esco fuori dai limiti che per anni mi sono costruita intorno, come una gabbia che contenesse la mia stessa personalità. Ho sondato nuove parti di me, ho esplorato sfumature ignote, mi sono incontrata e tutto questo grazie a lui. Non credo che siamo fatti per stare soli, per non amare, ma credo che è nel momento in cui siamo convinti che non ci serva un'altra persona, perché la nostra vita è già piena, che possiamo davvero innamorarci di qualcuno, qualcuno che migliori le nostre giornate, qualcuno che porti il sole anche quando fuori piove, che porti l'estate quando l'inverno non accenna ad andarsene. E per me Manuel è stato così, è così. E io lo voglio nella mia vita.

Prima di dormire, sfoglio il libro di italiano. Domani avrò l'ultima interrogazione. Ormai mancano solo tre settimane per la fine della scuola, gli esami sono sempre più vicini e così tutti i punti interrogativi che il futuro prevede. Ma ho meno paura ora. Ho sperimentato il gusto dell'avventura da quando Manuel ha stravolto i miei piani con il suo arrivo a Ravenna, con il tornado che ha scatenato nella mia vita. Ho messo da parte i programmi, prenderò le mie decisioni ogni volta che si presenterà il momento, senza previsioni. Mi metto a letto ma un messaggio sul telefono cattura la mia attenzione prima che spenga la luce.

Aprimi!

Questo messaggio alle undici di sera può significare solo una cosa. Manuel è in giardino e vuole entrare dalla finestra. Mi affaccio e lo trovo con il cappuccio della felpa tirato su e lo zaino in spalla. Prima o poi lo scopriranno.

"Ma una chiamata no?" dico ironicamente quando si è catapultato dentro.

"Troppo poco originale" sorrido. Mi siedo sul letto "domani ho l'interrogazione, non posso fare tardi" fa cadere lo zaino e la felpa a terra, poi avanza verso di me costringendomi a distendere e non impiego molto a finire sotto di lui. Intreccio le braccia intorno al suo collo.

"Non devi dirmi niente?" cavolo. Sa? Qualcuno gli ha detto della mia conversazione con Melli? E ora? Non so cosa rispondere, mi prendo qualche secondo, d'altronde non mi sembra arrabbiato, dunque, di qualsiasi cosa si tratti forse non ce l'ha con me.

"So tutto" dice con il suo sorriso malizioso.

"Tutto cosa?" cerco ancora di tenermi sul vago.

"Non fare la finta tonta" mi morde il labbro, poi fa correre la sua lingua sul mio collo. Sorrido.

"Sei arrabbiato?"

"Domani cacceranno Cristian..." sgrano gli occhi. Mi sollevo sui gomiti, Manuel si mette a sedere.

"E..." non so cosa dire "sei sicuro?"

"La stagione è praticamente finita, non rinnoveranno il contratto, d'altronde su di lui gravano già altre accuse per molestie in discoteca..."

"Ce l'avrà con te..." per un attimo temo per Manuel, Cristian si vendicherà.

"Non mi importa. Oggi mi hai insegnato ancora una cosa... ad essere coraggiosi. Io non l'ho fatto nonostante avesse provato a farti del male" mi avvicino a lui.

"Non mi è successo niente, Cristian ti ha drogato Manuel..."

"Avrei dovuto parlare io con il direttore, avrei dovuto..." lo interrompo.

Un amore da serie AWhere stories live. Discover now