Prime volte

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"Devi dormire ora" penso ad alta voce, senza smettere di baciarlo.

"Forse è meglio" infila le mani sotto la maglietta, esitante. Ma non voglio si fermi, per cui scivolo con le gambe ancora più verso il suo bacino, inarcando la schiena, su cui le sue dita si imprimono come fossi una tela da dipingere.

Si stende sul letto e quasi meccanicamente mi sfilo la maglietta. Non sono in me, ora le parti sembrano invertite, sembro io quella in preda ad effetti allucinati, ma lo sono, mi sento di esserlo. È lui la tentazione da cui stare alla larga, è lui che ha un effetto inebriante, elettrico e totalizzante che mi fa perdere il controllo, immergere in parti di me fino ad ora sconosciute.

Lentamente mi fa cadere sotto di lui, posizionandosi su di me. Siamo completamente, diversamente preda di un delirio che non ci sta facendo rispondere di noi stessi. Se potessi essere razionale in questo momento, dovrei fermarlo, evitare di incoraggiare qualsiasi contatto tra noi, incitarlo a dormire. Invece mi lascio coinvolgere dalle emozioni, pulsioni più irrazionali, quelle che non riesco a domare, a controllare. Anzi, voglio che una volta per tutte sia lui a placarle, a scatenarle così come a soddisfarle.

"Vuoi ancora dormire?" la sua voce è profonda ed io so rispondere solo con gemiti che non riesco a reprimere, e si fanno più intensi quando la punta della sua lingua inizia a tracciare un percorso dal collo, al seno, che fa suo in una presa che vi aderisce perfettamente, come se i nostri corpi fossero stati plasmati per calzare sull'altro.

Inarco la schiena, ho gli occhi chiusi, non sento più nulla, assecondo solo quel piacere che trasuda dalla mia pelle e che lui sta nutrendo sempre di più. Le sue labbra approdano sul mio ventre con un intenso e lungo bacio. Sento un calore addensarsi lì, non so cosa voglio, non so cosa sto provando, non ho mai provato niente di tutto questo. Un estenuante bisogno di sentirlo su di me... dentro di me.

"Non lo faremo così, Brenda" chiosa tornando con il suo sguardo su di me. Apro gli occhi come risvegliata da una trance. Ho il collo sudato e, dopo tutto il calore che ho provato, ho la pelle d'oca. Manuel prende la maglietta caduta a terra e me la infila, come fossi una bambina.

Mi guardo intorno, mi sembra un posto nuovo, diverso, che vedo con altri occhi. O forse sono io ad essere leggermente diversa dalla ragazza che ero prima. Manuel mi sta forgiando facendomi accedere a sfumature, porte sconosciute dentro di me e, giorno dopo giorno, al suo fianco, mi sento più grande.

"Non so cosa mi sia preso..." pronuncio quelle parole come fossero una giustificazione. Sono in imbarazzo, non so esattamente per cosa.

"Non voglio farlo sotto effetto di qualche schifoso stupefacente...voglio essere lucido quando farò l'amore con te, Bren. Voglio farti conoscere posti in cui ancora non sei arrivata" sibila al mio orecchio.

"E come?" chiedo ipnotizzata. Schiude le labbra per rispondere ma si frena improvvisamente. Scrolla la testa e la solleva con uno sguardo malizioso che mi fa sperare che sia finito l'effetto della sostanza e sia tornato in sé.

"Ora è tardi..." annuisco perdendomi ancora nei suoi occhi e assecondo il bacio che mi sta porgendo. Mi alzo dal letto, devo avvisare mia madre che non torno a casa a dormire. Non mi piace mentirle ma so che dirle la verità, per quanto comprenderebbe, la farebbe stare in pensiero. 

"Vado un attimo in bagno" informo. Lui mi risponde con un sorriso. È interamente rivestito di marmo. Resto sempre più colpita dalla sobria eleganza di questa casa che hanno affittato per lui.

Chissà se i suoi genitori non temono che cada nelle tentazioni o nelle compagnie sbagliate, nelle amicizie che potrebbero influenzarlo e deviarlo dalla sua strada. Mi sembra sintonizzato e consapevole di quello che faccia.

Io mi fiderei di lui, ma posso anche comprendere sua madre e suo padre. Quando ritorno in camera, lo trovo di spalle, che dorme su un fianco, verso il finestrone che lascia intravedere un frammento della notte che impera lì fuori.

Nervosa, per non aver mai dormito con un ragazzo prima d'ora, mi convinco a sdraiarmi accanto a lui, infilandomi con tutta la delicatezza di cui posso essere capace per non svegliarlo, ma ecco che, non appena prendo il mio posto, dandogli le spalle, il suo braccio arriva a cingermi fino ad accorciare la minima distanza che c'è tra di noi.

Il suo corpo aderisce al mio e, se un attimo prima ero nervosa, ora mi sembra di non essermi mai sentita più a mio agio di così. Sovrappongo il mio braccio al suo fino a intrecciare le nostre mani. Ed è così che Morfeo ci fa piombare in un rassicurante, avvolgente, profondo sonno.

Un amore da serie AWo Geschichten leben. Entdecke jetzt