Priorità

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Quando avviso Chiara della mia imminente partenza, mi ricopre di insulti per non averle chiesto di venire con me e quando glielo propongo mi prende per una pazza - deve studiare. Stefano non è venuto a scuola oggi e neanche Manuel.

"Bren, c'è una ragazza che ti fissa da un po'" siamo all'ingresso principale e le parole di Chiara mi incuriosiscono. Mi volto in direzione del suo sguardo e scorgo un volto conosciuto.

"Credo di aver capito... ci vediamo dopo Chi" le do un bacio e mi dirigo verso quella ragazza.

"Sei Brenda vero?" dice con un sorriso che conosco molto bene. È disinvolta e mi mette a mio agio. Si sfila gli occhiali da sole, i suoi occhi richiamano quelli del fratello ma sono un po' più chiari, come i capelli, lunghi, sciolti e castani. È alta, quasi quanto lui.

" E tu devi essere Giada" rispondo allungandole la mano.

"Meno male che ti sei avvicinata, avevo paura di confonderti, ma, ora che ti guardo bene, sarebbe impossibile" non so se prenderlo come un complimento. Arrossisco, sentendomi in imbarazzo.

"Ti va di venire a pranzo con me?" a pranzo con lei? Ma i Medina sono così diretti? La guardo con sospetto, ma, il fatto che sia diretta, disinvolta, sicura e sorridente - come suo fratello - in fondo mi piace.

"Perché no?"

"Bene, ho bisogno di compagnia femminile che mi consigli negli acquisti" dice mentre mi invita a salire nella sua auto "sai qui ho conosciuto solo i compagni di squadra di Manuel" fa roteare gli occhi. Sorrido e per non sembrare sgarbata non la avviso sul mio totale disinteresse per la moda el shopping, a meno che non riguardi occasioni particolari.

"Ma immagino che tu ne sappia qualcosa" aggiunge. È simpatica.

Dopo aver avvisato che non rientro a casa per pranzo, Giada mi porta con sé al centro commerciale. Dice che ha voglia di fare compere.

"Ho un'ossessione compulsiva per lo shopping in effetti, ma è quello per cui studio e mi sto formando" dice con trasporto che quasi mi fa venir voglia di comprare nuovi abiti anche a me.

"Cosa studi?" chiedo mentre passa a setaccio gli abiti esposti nel negozio in cui ci troviamo.

"Moda a Milano, spero di poter aprire un mio atelier, con una linea a cui sto lavorando" dice entusiasta.

"Appena ci sediamo per il caffè te la mostro."

"Che ne dici di questo?" mi mostra un tubino corto dorato, firmato da una casa di alta mod.

"È... appariscente" commento.

"Ma sì, lo provo... anzi... lo prendo" scopro che il lo provo, anzi lo prendo è il mantra di Giada, un codice personale che segue in ogni negozio. Ci troviamo al punto di ristoro del centro commerciale e accanto a lei ci sono cinque buste rispettivamente a destra e a sinistra. E non è per nulla esausta.

"Allora, dimmi di te..." mi incalza guardandomi negli occhi, vi riconosco quelli di Manuel a cui non posso fare a meno di pensare e avverto una stretta allo stomaco. Sospiro.

"Giada, perché invece non mi chiedi direttamente quello che vuoi chiedermi da quando sei venuta a scuola?" Lei sfodera il sorriso di famiglia, quello candido e malizioso al tempo stesso.

"Hai ragione. Sei più diretta di me vedo" constata "sono arrivata da poco, ma conosco abbastanza mio fratello da capire che è davvero preso da te. Ti dico solo che oggi si è rifiutato, persino di andare agli allenamenti" dice quasi sconvolta. Mi viene da sorridere per la sua smorfia, ma forse Manuel non è andata agli allenamenti per altri motivi...

"Non voglio intromettermi" si chiarisce. Deve aver intuito la mia espressione che stava anticipando il mio educato consiglio a non toccare l'argomento "ma se non lo vedessi davvero coinvolto, Brenda, non mi sarei mai permessa di venire a cercarti, a scuola per di più" scherza.

Un amore da serie AWhere stories live. Discover now