Domenica con te (2)

42 2 0
                                    

"Ehi!" Stefano ha il cappuccio tirato in testa e gli occhi visibilmente assonnati.

"Postumi della sera prima Balestri?" lo stuzzico.

"La domanda è come fai tu ad essere così sveglia a quest'ora..."

"Sono le due del pomeriggio Stef, non le dieci di domenica mattina" ribatto ridendo.

"Sei da Chiara?" mi chiede sollevando il cellulare dopo essersi abbandonato sullo schienale di una poltrona in pelle su cui è seduto. Non mi sembra di averla mai vista a casa sua... ovvio... deve essere ancora da Manuel.

"Sì..."

"E lei dov'è?"

"Torna a momenti..." mi viene da chiedere se hanno discusso, è una mia impressione o c'è dell'imbarazzo da parte di entrambi? Chiara si è alzata dalla sedia con un certo disagio quando abbiamo visto la video chiamata di Stefano sul nostro gruppo, ma ecco che me la vedo comparire alle spalle - me ne accorgo dal quadrante che mi riprende - mentre accanto a Stefano si fa nitida l'immagine di Manuel.

Sento improvvisamente il cuore andare in accelerazione, non me lo spiego. È a distanza... cosa potrebbe mai farmi? Cosa potrei aver paura di fare io? Mi agito nervosamente sulla sedia, come fossi scomoda e non riuscissi a trovare la posizione corretta.

"Perché non venite qui?" propone Stefano. Io e Chiara ci guardiamo come ci avesse chiesto di andare sulla luna.

"Dobbiamo studiare!" risponde con le mani ai lati della bocca "Comunque ciao a tutti!" dice facendo ciondolare le treccine ai lati delle guance.

"Ciao Chiara" dicono in coro.

"Come procede con storia?" chiede Stefano.

"Potrebbe andare meglio... ma la mia amica qui mi sta facilitando le cose" risponde abbracciandomi ai limiti dello strangolamento.

"Chi..." riesco a pronunciare con un sibilo.

"Anche io devo studiare... ho un programma ridotto ma mi è sempre utile ripassare, in compenso vi offro la cena" propone Manuel e a Chiara si illuminano gli occhi quando sente la parola "cena".

"Vado a prepararmi!" e si dirige per le scale con una rincorsa che mi chiedo come non abbia fatto ad inciampare.

"A dopo?" deduco, chiudendo la video chiamata visto che la reazione di Chiara è stata alquanto esplicativa. Sistemo i libri e i quaderni sparsi sul tavolo, preoccupandomi di non lasciare nulla in disordine.

"Chi, io devo passare un attimo a casa, non posso andare da Manuel con l'abito di ieri sera e avrei bisogno di farmi una doccia" dico simulando le virgolette visto che per via della fasciatura non posso farmi una vera e propria doccia.

"Be' a lui non dispiacerebbe..." dice mentre fruga nei cassetti. Sorrido lasciandomi andare sul letto.

"Sicura che vuoi andare da Manuel? Devi ancora ripassare la Seconda Guerra Mondiale..."

"Sì, mi farà bene distrarmi un po'."

"Hai ragione" convengo.

Come previsto riesco a passare da casa, mentre Chiara approfitta per andare a comprare il gelato e una torta - di cui dividiamo la spesa - da portare a casa di Manuel.

"Ehi come è andata ieri sera?" mia madre si affaccia alla porta della camera, che provvedo ad aprire interamente per farla entrare mentre finisco di vestirmi.

"Bene, è stata una serata divertente" e mi si stende un sorriso sulle labbra, che potrebbe dirsi il dipinto della felice ed inaspettata serata che ho trascorso.

"I tuoi occhi parlano" commenta ed io lascio trasparire la mancata indifferenza con un rossore che riveste le mie gote.

"Sono contenta che ti stai godendo un po' di spensieratezza, Bren" mi volto verso di lei. Sento che vorrebbe dire altro.

"Sono sempre io mamma" dico come se dovessi giustificarmi.

"Certo che sei sempre tu, tesoro" mi siedo accanto a lei sul mio letto "e come è giusto che sia ti stai concedendo del tempo per divertirti, rilassarti, insomma goderti la tua età" aggiunge mentre prende a lisciarmi i capelli, un gesto che mi rilassa e mi calma sin da quando ero bambina. Quando sentivo la sua mano sul mio capo era come se fossi protetta e intoccabile, forte e indistruttibile.

" Sei sempre stata più matura delle ragazze della tua età, hai sempre saputo gestire da sola tutte le situazioni ed io sono stata a guardare, fiera, orgogliosa... continuo a farlo e quello che voglio dirti ora è di non aver paura di sentirti fragile o debole, non avere paura di provare sentimenti che possono sembrarti troppo grandi perché non li hai mai provati prima. Buttati, cerca di capire se ti trasformano nel fiore che meriti di essere, se ti fanno crescere per accompagnarti nel viaggio che devi intraprendere per capire chi sei. Buttati per capire se invece sono sentimenti sbagliati quelli che provi e se questo implicherà soffrire non avere paura perché non affronterai mai niente da sola" avvicina le sue labbra tiepide alla mia fronte. "Hai sempre aiutato gli altri, ora aiuta anche te stessa a conoscerti" conclude facendomi l'occhiolino.

Ho compreso il significato di quelle parole, come al solito mia madre sapeva leggermi come nessun altro. E probabilmente doveva aver colto degli atteggiamenti in me che annunciavano un cambiamento. L'idea di buttarmi, di provare davvero ad andare in fondo al tunnel in cui la mano di Manuel mi sta portando, è ciò a cui penso da quando si è fatto avanti nella mia vita.

Non è entrato proprio in punta di piedi, ma almeno posso affermare di non vederlo tenere i piedi in più staffe, come si suol dire. E il modo in cui si è comportato con me, davanti ai suoi amici, ai miei, a Natalia, be'... non lo aveva mai fatto nessuno.

E forse era per questo che avevo sempre lasciato carta bianca a Natalia lasciando che si intromettesse tra me e i ragazzi che dimostravano attenzione nei miei confronti e che, però, davanti alle iniziative di Natalia non si tiravano indietro, sapendo di non dover darsi troppo da fare per conquistarla. Invece Manuel aveva ribadito, persino davanti a lei, di voler restare con me.

Non lo conosco abbastanza da poter dire che sia il ragazzo giusto, ma da quando è arrivato è scattata una strana sensazione in me. Mi ero talmente abituata alla mia comfort zone da vivere le giornate in modo sempre uguale, senza aspettarmi nulla di nuovo. Ora è tutto diverso. Quando arriva il momento di svegliarsi al mattino, non vedo l'ora di alzarmi per scoprire cosa mi riservi la giornata, come lui mi stupisca, come mi faccia capire che per tutto quel tempo sono stata al buio, aspettando di essere riconosciuta.

Un amore da serie ADove le storie prendono vita. Scoprilo ora