Narcotico effetto

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"Ecco, ora puoi rilassarti."

"Era proprio quello che intendevo..." dice avvicinando il suo naso al mio "perché non andrei mai più oltre di così visto che non sei la mia ragazza."

"In realtà prima, siamo andati ben più oltre e non sono la tua ragazza" lo provoco. Lui sorride.

"Sai cosa intendo" mi sussurra ad un orecchio dopo essersi sollevato su di me. Posso sentirlo, la sua emozione, la sua eccitazione e l'imminente effetto che ha su di me. La voglia irrefrenabile di lasciarmi andare, di non pensare alle conseguenze, di fare, per una volta quello che non ho mai fatto con nessuno, ma che il mio corpo implora si compia.

"Posso chiederti di uscire con me?" formula la domanda premendo il suo corpo contro il mio.

"Se ti dicessi che non puoi?" riesco ad articolare, anche se non so cosa mi permetta ancora di parlare.

"Probabilmente lo farei lo stesso e te lo chiederei all'infinito, finché, sfinita e compassionevole, non accetterai" sussurra.

"Sei prepotente, non mi piacciono i ragazzi prepotenti" rispondo soffiando le parole sulle sue labbra carnose.

"So anche essere il ragazzo più dolce di questo mondo, ma solo se me lo permetterai. Conoscimi Brenda" mi sta chiedendo di conoscerlo? Che richiesta assurda, ma al tempo stesso sorprendentemente educata.

Stiamo aprendo l'uno i confini all'altra, io ancora sull'offensiva, lui sulla via della più equa e quieta trattativa. Lo invito a stendersi accanto a me. Accarezzo il suo volto con una mano che diventa esploratrice, voglio toccare i suoi lineamenti.

Le sue labbra dense, il mento marcato, la mandibola serrata in un gesto che trasuda difficoltà di contenimento, biforco le dita per accogliere il suo orecchio, nella mappa che sto tracciando sul suo volto in cui le mie dita si scoprono avide di conoscerlo.

Mi ritraggo, nel momento in cui mi accorgo di voler scendere, percorrere il suo petto, le sue braccia scolpite e, misteriosamente, finire ancora più giù. Non mi sono mai ritrovata in una situazione così intima con un ragazzo e neanche a desiderare di conoscerlo... meglio.

Unisco le mani sotto una guancia, i nostri volti sono vicini, la sua mano è sul mio fianco, a indicare che i nostri corpi, seppur rispettosi della nostra ragione, non vogliono tenersi distanti.

"Ci stiamo già conoscendo Manuel" la sua bocca si apre in un ghigno.

"Non nel modo in cui vorrei davvero, credimi" dice divertito.

"E in che modo credi che io voglia conoscerti?" lo incalzo. Avverto la sua mano farsi più pesante su di me, il che mi provoca un sospiro. Istintivamente sovrappongo la mia alla sua, a cui la intreccio, per frenarlo o per dimostrargli la stessa attrazione che percepisco dai suoi occhi e che corrisponde alla mia. Non lo so. Non so più capirmi quando c'è lui a dettare e scatenare i miei istinti.

"Ti basti sapere che hai un effetto narcotico su di me, tanto quanto ce l'ho io su di te" narcotico. Non avrebbe potuto trovare una definizione migliore.

È così che mi sento tutte le volte che mi brama con lo sguardo, come se volesse spogliarmi, possedermi, concedermi quella dose di passione, amore e libertà che tutti nella vita meriteremmo di provare almeno una volta.

Tornando a sentirci quegli uomini primitivi che siamo stati, quando non si viveva in base alla ragione, a ciò che fosse giusto o non giusto fare, ma in base all'istinto. E cosa potrebbe farci ritornare, anche solo per un momento, al puro stato naturale in cui siamo nati? L'unione consenziente dei nostri corpi.

Quella irrazionale, quella irrefrenabile, quella che ci fa sentire sbagliati e unici al mondo, quella che ci fa perdere cognizione del tempo e dello spazio, ma anche quella che ci fa sentire profondamente, perdutamente, incondizionatamente vivi.

"Manuel Medina sei venuto da Milano per farmi ubriacare, anzi drogare di te..."

"Brenda Levi, concedimi di uscire con te e ti terrò lontana da qualsiasi bevanda alcolica o sostanza che ti dia alla testa. Mi basterà guardarti, sorprenderti, renderti felice e... perennemente eccitata" dice facendo risalire la mano per accarezzarmi il volto. Sussulto.

"E se ti dicessi che non ho spazio e tempo per essere narcotizzata da te? " riesco ad articolare.

"Ti dimostrerò che non è così" dice con la mano dietro la mia nuca e il pollice che sfiora la mia guancia.

"Sei ostinato..."

"La sfida è il mio pane quotidiano" sento un brivido corrermi per il corpo quando colgo la scintilla che guizza nel suo occhio. Sospiro. Controllati Bren, mi dico.

"Posso farti una domanda?" aggiunge mentre si solleva leggermente per guardarmi negli occhi. Resto in attesa. 

"Tuo padre?" ad essere sincera, mi sarei aspettata una domanda molto più intima e personale di quella, vista la dinamica dei nostri corpi.

Mi sollevo, costringendolo a spostarsi e sedersi sul letto, mentre io preferisco alzarmi, sistemare il maglione che è inevitabilmente risalito più su di come dovrebbe trovarsi normalmente – poco al di sopra del ginocchio – e mi volto verso di lui.

"Non c'è..." ogni volta che mi pongono questa domanda non centellino le parole per tristezza, ma per la consapevolezza che non possa comprendere fino in fondo le mie ragioni chi non ha i genitori separati o divorziati.

Con lo sguardo mi incita a proseguire, mitigando la sua richiesta – che teme probabilmente indiscreta – prendendomi le mani e invitandomi a sedermi sulle sue ginocchia. Alzo gli occhi, abituata e allergica a quella reazione compassionevole che spunta ogni volta che mi chiedono di approfondire la situazione.

"I miei genitori si sono separati quando io e mio fratello eravamo piccoli, abbastanza da non abituarci alla presenza di un padre e da capire che cosa stava succedendo. In compenso mia madre è stata bravissima, e lo è tuttora, a ricoprire entrambi i ruoli, senza essere troppo oppressiva. Devo molto a lei ed è per questo che sono molto rigida con me stessa, a volte. Voglio renderla fiera di me" ammetto e a quella confidenza arriva di tutta risposta un suo bacio sincero, spontaneo, profondo sulla mia guancia.

"Ti prego non dirmi che ti faccio pena, non lo sopporto. Tutti quelli che..." ma lui mi interrompe baciandomi ora sulle labbra, sigillandole e impedendomi di proseguire. 

Un amore da serie AWhere stories live. Discover now