Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 2

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Quando Charity spinse la porta per avere accesso al teatro, era convinta di trovarci decine e decine di studenti pronti a lavorare per il ricordo di Noel. Quello che invece vide, al suo ingresso, fu qualche paio di occhi puntati su di sé e si chiese dove fossero finiti tutti quei "ti adoro", tutte quelle emoji innamorate, tutte quelle parole d'ammirazione. Lì dentro non c'erano altro che alcuni ragazzi che tentavano di aggrapparsi alla vita di Noel perché pensare alla propria li avrebbe portati alla deriva.

«Manca ancora qualcuno?», domandò Grayson dando un'occhiata a Charity che si avvicinava a Cookie, mentre quest'ultima la salutava con un abbraccio carico di entusiasmo.

Stava seduto sul palcoscenico, con le gambe che si muovevano nel vuoto di fronte alle prime poltroncine di velluto rosso che, l'una di fianco all'altra, si esibivano con fierezza sotto il suo sguardo. Al centro del palco Logan era in piedi, a far scorrere lo sguardo illuminato d'allegria su tutti quei ragazzi volenterosi - o pieni di sensi di colpa - che sembravano più o meno pronti a iniziare quell'enorme progetto. Kimberly, invece, si teneva in disparte, lì dove il palco tentava di nascondersi oltre il sipario e credeva di sparire tra le ombre che quella luce soffusa tendeva a creare, ma non si era resa conto che gli occhi di Cookie con molta probabilità l'avrebbero trovata ovunque.

«Mitch.», esclamarono in coro Cookie, Logan e Hunter in risposta al ragazzo che sospirò.

Charity li guardò uno ad uno, come a volersi accertare dell'effettiva mancanza dell'amico. Hunter era comodamente seduto su una delle poltroncine in seconda fila, affiancato da Isaac che continuava a osservare il soffitto, con la testa poggiata allo schienale, come se fosse stato decisamente più interessante dell'incontro che si sarebbe tenuto di lì a poco. Cookie era seduta su uno schienale a una sedia di distanza da Hunter e spiegava a Tyson e Denise, in prima fila, la storia di quel teatro chiaramente inventata di sana pianta. Dall'altra parte della sala stavano invece tre figure alle quali Charity non si era mai avvicinata di persona, ma che Shade sembrava conoscere abbastanza bene o, almeno, così era per due di loro: Janette, l'affascinante fidanzata di Noel e Julian, l'eccentrico amante dello stesso ragazzo. Poco distante da loro, c'era invece un ragazzo che teneva gli occhi fissi sul pavimento sotto le sue scarpe, quasi non sentisse una parola del discorso che Logan aveva iniziato a fare, e stava poggiato al muro come se fosse lui in realtà a doverlo sorreggere con quelle esili spalle. Charity lo riconobbe soltanto dopo, come il riservato coinquilino di Noel.

Mitch arrivò, con venti minuti di ritardo, nel momento in cui Logan stava finendo di spiegare per filo e per segno i voleri del rettore per quella nuova edizione del Festival della Cultura. Inciampò e fece cadere una scatola colma di costumi di scena, così che Logan si interruppe e si voltò a guardarlo sorridendo.

«Oh, ben arrivato.», Charity non riuscì a capire se ci fosse una punta di sarcasmo nella sua voce oltre quel sorriso, ma i suoi occhi sembravano decisamente star inondando Mitch di silenziosi rimproveri.

«Mi sono perso.», disse soltanto Mitch lasciandosi cadere sulla sedia accanto a Hunter.

«Dunque. - riprese Logan dopo una lunga occhiata al coinquilino - Dicevo che il nostro obiettivo è trovare per quest'anno un tema che ci permetta di esprimerci al meglio nelle nostre arti e allo stesso tempo di dare memoria di Noel Sanford. Qualcuno ha delle idee?», domandò guardandoli uno ad uno, con quello snervante sguardo d'incoraggiamento che a Charity faceva venire prurito alle braccia.

«Il Pride.», disse Julian osservandosi le unghie con interesse e facendo sorridere appena Victor a qualche metro da lui.

«Non sei divertente.», replicò Grayson guardandolo con diffidenza.

«Vuoi dirmi che non ha senso? - furono allora le parole di Julian, che intanto aveva alzato la testa verso di lui - Eppure Noel è morto proprio per questo, perché aveva troppa paura per essere gay. Allora preferiamo sparire dalla terra piuttosto che amare un altro uomo...Se fossimo tutti come lui, che Dio salvi l'umanità.», Julian era terribilmente serio e mentre parlava teneva gli occhi castani puntati sul viso impassibile di Grayson.

𝗦𝗼𝗺𝗲𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗡𝗲𝘄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora