Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 5

85 26 81
                                    

La prima aria fredda autunnale iniziò a insinuarsi dentro le felpe, i giubbotti e i pantaloni, portandosi dietro piccoli brividi. Aria che fuori faceva ondeggiare le foglie degli alberi, che faceva nascondere il viso degli studenti dentro i colletti sollevati e che colorava di rosso le loro guance e i loro nasi. Aria che si fece strada tra i capelli di Hunter, costretto più volte a spostare le ciocche scure dalla fronte, mentre imperterrito proseguiva la sua caccia a quei Pokémon rari che ancora non era riuscito a catturare con quel gioco sul telefono che pochi anni prima era andato di moda. Camminò con la fotocamera accesa, in cerca di un qualsiasi indizio ed evitò le persone che gli si avvicinarono troppo o gli impedirono una visuale periferica.

Si fermò, poi, quando la sua fotocamera catturò un'immagine conosciuta. Tyson lo notò immediatamente e gli sorrise, pensando che gli stesse per scattare una foto, ma Hunter arricciò le labbra e corrucciò le sopracciglia concentrato, poi sorrise entusiasta abbassando il cellulare e notando soltanto in quel momento la presenza dell'altro ragazzo.

«Non molta gente è autorizzata a scattarmi una foto, ritieniti fortunato. Ma dato che è il tuo compleanno posso fare un'eccezione», commentò Tyson avvicinandoglisi curioso. Hunter sorrise appena.

«Non ti ho fatto una foto. - precisò, mostrandogli il telefono - Ho catturato Noibat! È rarissimo, esce fuori solo quando c'è vento.» gli spiegò, arrossendo nel momento in cui si rese conto del suo sguardo dolce e delle parole imbarazzanti che aveva appena pronunciato. Nascose il telefono nella tasca, fingendo di essere più grande di quello che in realtà aveva appena dimostrato.

«Carino, era un po' inquietante però.», commentò Tyson con un sorriso divertito.

«Scusami.», borbottò Hunter.

«Secondo me ti avrebbe fatto più piacere una mia foto.», mormorò l'altro lanciandogli appena un'occhiata, quasi volesse provocarlo e poi tornò a osservare gli studenti che camminavano loro intorno.

Hunter lo guardò per alcuni secondi, incerto se quella frase fosse da prendere sul serio e si chiese se, effettivamente, gli avrebbe potuto far piacere avere una sua foto al posto di Noibat. Noibat era molto raro da trovare in Pokémon Go, Tyson d'altra parte era molto carino e Hunter non poteva negarlo. Decise di comune accordo con i suoi pensieri che non avrebbe risposto.

«Che cosa stai facendo?», gli chiese allora notando i volantini che teneva tra le mani.

«Julian mi ha ordinato di distribuirli.», rispose sollevandoli tra loro con un sorriso imbarazzato. Hunter scrollò le spalle.

«Anche se Julian è più piccolo di me, mi fa un po' paura.», ammise appena prima che Tyson lasciasse un altro volantino a un ragazzo di corsa.

«Sì, è davvero terrificante. - annuì Tyson facendolo sorridere - Allora, come ci si sente?», gli chiese poi incrociando le braccia al petto. Tyson aveva gli occhi grandi e dolci, uno sguardo morbido eppure Hunter non riuscì a fare a meno di osservare le curve dei bicipiti sotto la felpa grigia.

«A fare cosa?», mormorò distogliendo lo sguardo e puntandolo verso le sue All Star ormai rovinate dalla creta e dal colore che invadevano il suo appartamento.

«Ad aver vissuto un altro anno.», rispose Tyson con leggerezza.

«Oh...Ehm...», balbettò Hunter per quell'intero anno non aveva fatto altro che pensare a Noel, al modo in cui parlava, al modo in cui camminava, al modo in cui sorrideva.

Non aveva fatto altro che chiedersi se mai avrebbero potuto risanare quel loro legame, poi iniziò a chiedersi perché gli avesse detto tutte quelle cattiverie e poi continuò a pensare di aver solo alimentato quello sconforto che lo aveva portato a cadere dal tetto del Conservatorio. Noel, Noel, Noel, l'intera vita di Hunter aveva sempre girato intorno a lui fin da quando erano bambini e, adesso che non c'era più, sentiva di aver perso l'unica cosa che contava.

𝗦𝗼𝗺𝗲𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗡𝗲𝘄Where stories live. Discover now