Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 9

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Allo stesso modo in cui Victor sembrava aver trovato una nota positiva nella melodia della sua vita, Isaac aveva appena premuto il tasto "successivo" sulla playlist che gli risuonava nelle orecchie attraverso le cuffie, in cerca di quella canzone che gli avrebbe regalato una buona mattinata. Era uscito dalla riunione con uno strano senso di leggerezza e allo stesso tempo di pesantezza sullo stomaco che non sapeva da dove provenisse. Chiuse gli occhi e ascoltò quei ritmi lenti accarezzargli la mente, mentre aspettava l'autobus che l'avrebbe portato in città.

E all'improvviso si ripensò bambino, alla fermata per ritornare a casa dopo scuola, con lo zaino appesantito dai mille quaderni e il cappellino bucato che non poteva permettersi di cambiare. I suoi genitori avevano appena divorziato e i soldi che avevano messo da parte per lui stavano lentamente svanendo tra le mani della madre in cambio di qualche bottiglia. Isaac, però, era contento, perché aveva giocato con Noel e gli altri a scuola e perché sapeva che il giorno dopo li avrebbe rivisti, non rendendosi conto che non sarebbero passati molti anni prima che di essere costretto ad allontanare il suo cammino da quello degli altri ragazzi decisamente più agiati di lui all'insegna della scuola pubblica.

«Mamma sono tornato!», esclamò, come ogni volta che apriva la porta e si toglieva le scarpe. Come sempre, il silenzio fu la sua unica risposta e Isaac si avvicinò alla cucina per cercare qualcosa con cui poter pranzare.

Mangiò in silenzio, lasciando penzolare le gambe da quella sedia troppo alta per lui e poi aveva fatto i compiti, lesse un libro e si addormentò sul divano. Isaac, però, quel giorno dimenticò di lavare i piatti e quando la madre tornò e con lei il fetido odore dell'alcol, sobbalzò nel momento in cui lo prese per un braccio. Era quel periodo dove la minima scintilla sarebbe bastata per accendere la sua rabbia, dove aveva sofferto così tanto da perdere di vista l'umanità del suo stesso bambino e dove Isaac aveva avuto più paura.

Lo trascinò, allora come tutte le volte successive, dentro l'armadio, chiudendolo lì dove suo padre aveva appeso le camicie tempo prima e lo lasciò al buio, senza respiro, a piangere e a implorare il suo aiuto per uscire. Ore dopo, sembrò ricordarsi di lui e lo liberò con i muscoli che tremavano per i sensi di colpa.

Quando Isaac si asciugò le lacrime, lei lo abbracciò e lo strinse a sé piangendo con lui. Lui si ritrovò aggrappato alla sua maglia, sussurrandole che sarebbe andato tutto bene, con le dita che gli tremavano ancora per la paura.

La mamma poi si addormentò, prima che la cena finisse di essere scaldata e quando gliela portò la trovò distesa sul divano con gli occhi chiusi e quell'espressione tormentata che avrebbe mantenuto per molti altri anni. Isaac le mise una coperta addosso, le diede un bacio sulla fronte e corse a letto senza mangiare, sperando che il giorno dopo avrebbe potuto restare fuori dall'armadio.

Isaac, però, il giorno dopo in quell'armadio ci ritornò, anche quello dopo e quello dopo ancora, mentre gli anni si susseguirono e lui cambiò scuola, smise di vedere i suoi amici, litigò con Noel e le loro spese economiche iniziarono a diventare tanto insostenibili da costringerlo a vendere la moto che erano riusciti a permettersi tempo prima.

A sedici anni, Isaac uscì da quell'armadio e si chiuse in bagno. Osservò il suo riflesso e guardò le occhiaie lucide per le lacrime, le guance rosse e il petto ancora scosso dall'attacco di panico. Si guardò in silenzio per tanto di quel tempo che quando sbatté le palpebre non capì chi ci fosse di fronte a lui, chi fosse quel ragazzo che lo stava implorando con lo sguardo. Mise la mano in tasca e tirò fuori quel vecchio coltellino svizzero sbeccato che suo padre gli aveva regalato, lo osservò in silenzio prima di alzare il braccio.

Pensava fosse più difficile e invece fu questione di secondi prima che il sangue iniziasse a colare da quel taglio come lacrime dagli occhi, strizzò poi le palpebre di fronte al bruciore e continuò ancora e ancora fino ad accumulare cicatrici giorno dopo giorno, nascoste dagli sguardi degli altri, custodite gelosamente come il suo unico tesoro.

𝗦𝗼𝗺𝗲𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗡𝗲𝘄Where stories live. Discover now