Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 6

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Il cellulare di Charity vibrò con insistenza per un buon quarto d'ora, sotto le continue notifiche che stava ricevendo da parte della sua migliore amica. Charity, però, al momento stava vivendo il suo peggior incubo e non era di certo disponibile a guardare il telefono per rispondere ai numerosi messaggi di Cookie.

Era, infatti, a lezione e non ci sarebbe stato nulla di male se la loro insegnante non avesse voluto provare dei duetti estremamente difficili, se Charity non fosse odiata da chiunque e se Logan non si fosse avvicinato a lei con così tanta normalità da far sembrare a tutti che lo facesse abitualmente. Gli occhi degli altri studenti non l'abbandonarono nemmeno nel momento in cui iniziò la lezione e Charity avrebbe voluto tanto rimanere sotterrata da mille scarpette da ballo usate per evitare quel momento.

«Non ci voglio ballare con te.», mormorò in difficoltà, quando Logan aveva sorriso allungando la mano verso di lei.

«A me non sembra che tu abbia mille altre scelte.», sussurrò Logan avvicinandosi appena, spostando lo sguardo tutto intorno, dove gli altri avevano già iniziato ad allontanarsi da lei.

«Ma a me sembra che tu invece ne abbia mille altre.», replicò Charity alzando il mento e guardando quelle ragazze che si erano avvicinate a Logan ma poi allontanate come scottate quando lo videro parlare con lei.

«Sì, è vero. - sorrise, con quel suo modo di fare che Charity detestava - Ma io voglio ballare con te.», rispose afferrandole la mano e portandola in posizione.

Logan lo aveva notato, il modo in cui Charity aveva cercato di evitarlo dall'ultima riunione, e Charity aveva notato il modo in cui lui stava sviando le sue tacite richieste di lasciarla in pace. Non erano altro che un gatto che si mangiava la coda, lei scappava, lui la inseguiva e lei scappava ancora più lontano. Adesso, Logan però l'aveva messa spalle al muro e Charity prese un lungo respiro per affrontare la realtà.

Sapeva, ne era quasi sicura, che Logan voleva vendicarsi di tutto quello che aveva scritto su di lui, insomma chi non vorrebbe farlo? Però, non riusciva a capire, per quanto si sforzasse, per quale motivo fingere tutta quella gentilezza quando avrebbe potuto fare come tutti gli altri e insultarla, ignorarla o parlarle alle spalle.

«Un, due, tre.», sussurrò Logan dietro di lei, facendo eco all'insegnante prima che facesse partire la base musicale.

I passi in sé non erano complicati, ma necessitavano fiducia tra i due ballerini che avrebbero dovuto interpretarli da renderli quasi impossibili per loro due.

Sentì le mani di Logan cingerle la vita e rabbrividì quando la sollevò, si aggrappò a lui e si voltò trovandoselo finalmente di fronte. Era concentrato e non c'era più traccia di quell'espressione cordiale che aveva sempre, teneva i capelli biondi racchiusi in una coda bassa e le labbra strette mentre le afferrava le braccia. Le strinse i polsi con delicatezza e la fece ruotare fino ad averla alle spalle, non lasciò la presa e la sollevò ancora per trovarsela sulla schiena, Charity sollevò le gambe e poi scivolò giù, tornando ancora una volta davanti a lui. Puoi farcela, puoi farcela, puoi farcela, continuava a ripetersi nella testa.

Sentì il suo respiro tra i capelli e, con il cuore a martellarle nel petto, ruotò un braccio per circondargli le spalle, Logan si abbassò cingendole a sua volta la vita e, con la mano libera, le afferrò la coscia pronto per sollevarla di nuovo. Charity piegò le gambe con lui, ma ci mise troppa forza, si sbilanciò e cadde rumorosamente per terra.

«Tutto bene?», le chiese Logan con il fiato corto, dopo aver evitato che nella caduta si facesse male.

«Sto bene.», sussurrò imbarazzata evitando gli sguardi di tutti gli altri e scusandosi con l'insegnante dopo le urla che le riservò, l'ennesima volta.

𝗦𝗼𝗺𝗲𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗡𝗲𝘄Where stories live. Discover now