Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 30

35 10 42
                                    

«Logan!», una voce squillante ruppe le note di un valzer e fece sussultare il ragazzo, allontanando da lui quella sensazione di prurito al petto che aveva iniziato a infastidirlo, appena prima che un rumore di tacchi si avvicinasse al tavolo sotto il quale lui e suo fratello si erano nascosti.

«Tra un minuto usciamo, Lucas.», lo avvisò con un sussurro.

Il bambino non diede alcun segno di averlo sentito, continuando a giocare indisturbato con le macchinine, ma Logan sapeva per certo che aveva iniziato a contare i secondi per prepararsi.

Dopo alcuni istanti bloccò lo schermo del telefono e, quando Lucas si mise in ginocchio per alzarsi, strisciò fuori cercando di mantenere tutta la dignità di cui era padrone.

«Ciao, mamma.», sorrise alla donna bionda che, con le dita strette nella borsetta nera, li stava cercando da un quarto d'ora buono e che aveva appena abbassato gli occhi sul viso arrossato del figlio.

Logan percepì la vitalità della madre svanirle dagli occhi in pochi secondi e sapeva che, se non ci fosse stato nessuno a guardarla, sarebbe svenuta. La madre di Logan era una donna avvenente, di successo, con un marito perfetto e amorevole e dei figli altrettanto perfetti e felici che mai e poi mai si sarebbero nascosti sotto un tavolo a un evento pubblico pieno di gente importante...O almeno, era ciò di cui era stata sicura fino a quel momento.

«Logan, oh cielo, oh Dio. – sussurrò portandosi una mano al petto – Ti sei sentito male? E Lucas, oh Lucas...», aveva le guance arrossate e Logan sospettava che non c'entrasse il fondotinta, mentre cercava di togliere la polvere dai loro pantaloni sotto gli sguardi divertiti delle altre persone.

«Vi ho persi di vista soltanto un secondo.», sibilò sgranando gli occhi azzurri della stessa identica sfumatura di quelli di Lucas.

«Scusa, avevamo bisogno di una pausa.», sorrise Logan allontanandosi di un passo e indicando con un cenno del capo il fratellino che adesso teneva gli occhi fissi sulle belle scarpette nere.

Lo sguardo della madre si ammorbidì, proprio nell'istante in cui il marito li raggiunse trattenendo un sorriso divertito sotto la barba bionda perfettamente curata.

Carissa e Wilton Oneal si conobbero alle superiori, quando al loro terzo anno furono incoronati re e reginetta, diventando nell'immediato la coppia più invidiata dell'intera struttura. A differenza, però, delle solite coppie di adolescenti che prima o poi finiscono per separarsi, loro due non smisero di amarsi nemmeno per un istante dopo quel loro primo ballo insieme.

E, a distanza di anni, a esprimere quel loro amore, le parole lasciarono posto ai gesti silenziosi. Così, Wilton avvicinandosi le poggiò con delicatezza una mano sul fianco fasciato perfettamente dal lungo vestito nero e abbandonò un veloce bacio tra i suoi capelli, facendo sospirare tutte le donne single presenti in quella sala.

«Ehi, pasticcio, vieni con me? Facciamo un giro fuori?», chiese poi l'uomo rivolto verso Lucas che annuì debolmente. Logan sorrise e, dopo un occhiolino scambiato con il padre, salutò il bambino con un cenno della mano prima di dedicare la sua attenzione alla donna che ancora arpionava la borsetta come se fosse il suo unico appiglio prima di cadere.

«Tesoro mio.», gli disse muovendo le labbra colorate di un vistosissimo rosso prima di stirarle in un sorriso più che forzato. Stava ancora cercando di non guardare la sua camicia stropicciata.

«Mammina.», rispose Logan mieloso, strappandole una piccola risata già più serena.

«C'è una persona che vorrebbe conoscerti.», gli disse appoggiandosi al suo braccio mentre lo guidava tra la folla, snocciolando di tanto in tanto un saluto, un sorriso e qualche congratulazione.

𝗦𝗼𝗺𝗲𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗡𝗲𝘄Where stories live. Discover now