Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 14 ✞︎ [𝑳 𝒐 𝒈 𝒂 𝒏]

68 23 75
                                    

𝑺𝒂𝒃𝒂𝒕𝒐, 31 𝒐𝒕𝒕𝒐𝒃𝒓𝒆.

Il sabato mattina alla Heaven era solitamente silenzioso e tranquillo, i ragazzi tentavano di recuperare con il sonno le energie perse durante la settimana o anche solo durante la sera prima lasciando che fossero soltanto gli uccellini mattinieri ad animare la piazzetta centrale. Quel giorno, però, non era un qualunque sabato mattina e gli studenti si affrettavano a scendere in città per comprare da bere o dei costumi dell'ultimo minuto in preda a un'elettrizzante impazienza. La piazzetta si affollò e si svuotò in un ciclo senza fine, lo zampillio d'acqua continuò incessante attirando la vaga attenzione dei ragazzi che non potevano fare a meno di lanciare almeno un'occhiata prima di proseguire.

Tra questi, anche lo sguardo di Logan che lasciava il teatro dopo la solita riunione fu attirato in un brevissimo istante verso l'acqua e gli parve - un miraggio, forse? - di vedere Julian dall'altra parte della fontana in completa solitudine. Tuttavia, non si fermò ad assicurarsene, impegnato a correre per poter raggiungere l'appuntamento per il quale era già in estremo ritardo.

Superò il Conservatorio, passando oltre un gruppo di musicisti occupati a scambiarsi opinioni sul nuovo album di Taylor Swift, ed entrò dentro l'Accademia di danza. Il profumo di scarpette da ballo, di gel e di talco lo colpì nell'istante esatto in cui varcò l'ingresso e lo costrinse a raddrizzare le spalle di riflesso, come se si trovasse di fronte a una platea colma di persone.

Sorrise ad alcune studentesse di Classica che tentarono di fermarsi a parlare e, con delle eleganti scuse, le schivò di corsa fino a raggiungere, finalmente, una delle molte sale prove a loro disposizione.

Entrò, con il fiato corto e il viso rosso. Dentro era tranquillo, silenzioso, pacifico e Charity stava davanti al grande specchio che faceva da parete, intenta a fare stretching. Alzò lo sguardo, osservando il suo riflesso in piedi davanti alla porta chiusa mentre raddrizzava la schiena come un foglio di carta dopo essere stato piegato. Logan si ritrovò a sospirare, sollevato, dopo aver pensato che avrebbe benissimo potuto andarsene e invece era ancora lì ad aspettarlo.

«Sei in ritardo.», gli disse scacciando un ricciolo scuro dalla fronte.

«Già. - rispose Logan posando il borsone sulla panca, accanto a quello della ragazza - Non sei venuta alla riunione oggi.», aggiunse poi affrettandosi a cambiare le scarpe.

«Già.», vide un accenno di sorriso sul viso pallido.

Charity aveva accettato - con molta fatica - la mano che Logan le aveva porto e, dopo il primo, piccolo successo, lasciò che l'aiutasse anche con la coreografia per il Festival. Logan ricordava, sempre con un sorriso soddisfatto, il giorno in cui la vide arrivare e sussurrare un "grazie" imbarazzato che ovviamente le fece ripetere più volte.

«Ripassiamo quello che abbiamo fatto a lezione, prima?», le chiese avvicinandosi e allungando la mano per aiutarla ad alzarsi in piedi.

«Non abbiamo molto tempo per pensare anche alla coreografia.», rispose Charity guardando il grande orologio appeso oltre le spalle di Logan.

«Allora pensiamo solo alla lezione. - sospirò - Mi dispiace di aver fatto tardi.», aggiunse poi, ma Charity sembrò sollevata dalla notizia.

Non si espresse mai a riguardo, ma Logan intuì la difficoltà al pensiero di preparare un'intera coreografia e la paura di mostrarsi a un Campus che la detestava. Fu una cattiveria da parte sua quella di costringerla a presentarsi sul palco come protagonista, ma non l'avrebbe fatto se non fosse stato assolutamente convinto che l'avrebbe aiutata.

«Non preoccuparti.», lo rassicurò.

Logan le prese la mano, portandola in posizione e le parlò solo con lo sguardo, attraverso lo specchio. Sei pronta? Charity annuì impercettibilmente e Logan la sollevò.

𝗦𝗼𝗺𝗲𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗡𝗲𝘄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora