Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 24

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Isaac non avrebbe mai potuto immaginare, prima di incontrare Denise, quanto il sapore di un bacio gli avrebbe dato alla testa. Nemmeno con la sua prima e unica ragazza, Marleen. Aveva davvero creduto di essere innamorato di lei e, forse, al tempo lo era stato, ma ripensando alle farfalle che prendevano il volo all'interno della sua pancia con un solo sguardo di Denise, si costrinse a rivedere i fatti. O, magari, era soltanto un altro tipo di amore.

Decisero di rimanere un segreto per alcuni giorni, di restare esclusivamente l'uno per l'altra dopo il loro primo bacio alla festa, per capirsi, per comprendere quello che stavano cercando, per studiarsi ed entrare lentamente e reciprocamente nelle rispettive vite.

Isaac aveva già capito, però. Capì che, forse, non gli serviva capire, che non voleva passare ore a pensare di volerla, che gli sarebbero bastati quei minuti che passavano insieme così stretti da sentirne il respiro sulla pelle, ad accarezzarle i capelli, a sussurrarle quanto fosse bella, a sentire le sue dita stringersi sulla sua felpa. Ad Isaac bastavano i momenti come quello che stavano passando, distesi sul letto, con un vinile qualunque che roteava sul giradischi accanto a loro abbandonando lontane melodie che nessuno dei due ascoltava davvero.

La baciò ancora, con una mano sulla guancia tonda e il pollice ad accarezzarle lo zigomo. Sentì il suo sorriso, sentì le loro gambe intrecciate, i jeans grattarsi a vicenda, sentì i suoi capelli impigliarglisi tra le dita e quell'odore dolce che sperava gli si incollasse addosso.

«Ti ricordi quello che mi hai detto la prima volta che siamo andati in città?», gli chiese in un sussurro quando si separarono.

«Che cosa?», mormorò Isaac inclinando il capo e lasciandole un ultimo bacio sulla guancia.

«Avevi paura che finissi per conoscerti davvero.», sorrise Denise spostandogli una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio. Isaac distolse lo sguardo.

«Che ragazzo idiota. – borbottò – Chi ti ha detto una cosa del genere?», scherzò facendola ridere.

«Beh, adesso so molte cose di te. – disse con soddisfazione – Non puoi scappare.», gli puntò un dito contro e Isaac sorrise.

«Cazzo, mi tocca ucciderti.», mormorò buttando la testa all'indietro con finta disperazione.

«E liberarti del corpo...Un lavoraccio, ti conviene accettarlo.», lo assecondò Denise mentre Isaac si poggiava sul gomito per poterla guardare negli occhi e darle un altro lungo bacio.

«A me però manca ancora un'informazione. – sollevò le sopracciglia e Denise assottigliò le palpebre – Mi manca ancora un tatuaggio, li ho contati e ne hai lasciato uno indietro. Magari è il più importante.», la canzonò saccente.

«Oh, lo vuoi vedere?», gli chiese divertita, mentre lui annuiva.

Denise allora lo guardò negli occhi per qualche istante, prima di prendergli la mano e condurla sul suo fianco. Le dita di Isaac scivolarono sotto la maglia, sollevandola man mano che le risalivano sulla pelle, mentre il suo sguardo si concentrò sui dolci occhi cervoni di Denise che non smisero di sorridergli. Aveva quel sorriso imbarazzato e al tempo stesso impaziente di quando aspettava una reazione, Isaac sentì sotto le sue dita la pelle contrarsi per il leggero contatto e abbassò lo sguardo soltanto quando Denise lo fermò, appena sotto il ferretto del reggiseno.

Contornò con il medio la figura di una balena con il muso e la coda rivolti verso l'alto. Lo osservò per alcuni istanti, notando come l'inchiostro nero contrastava la sua pelle chiara, poi tornò a guardarla.

«È bella. – mormorò – Qual è il suo significato?», chiese allora sistemandole la maglia in modo che potesse tornare a coprirla. Denise si lasciò sfuggire uno sbuffò divertito.

𝗦𝗼𝗺𝗲𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗡𝗲𝘄Where stories live. Discover now