Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 18 ✞︎ [𝑰 𝒔 𝒂 𝒂 𝒄]

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𝑺𝒂𝒃𝒂𝒕𝒐, 31 𝒐𝒕𝒕𝒐𝒃𝒓𝒆.

Denise continuò a vagare per la Residenza in cerca di qualche viso familiare. Pestò piedi, abbandonò scuse e rivolse sorrisi imbarazzati a chiunque tentasse di avvicinarla, poi si fermò esausta come dopo una maratona.

Sospirò, cercando di riprendere fiato asciugandosi il sudore che le imperlava la fronte e sorrise quando individuò l'alta figura di Amanda poco più distante da lei. Era vestita da Power Ranger, così come il suo ragazzo che teneva le mani poggiate dolcemente sui suoi fianchi mentre ballavano con la fronte l'una a contatto dell'altra. Si stavano parlando, le labbra si muovevano ma le parole rimasero nascoste in quello stretto spazio che separava i loro volti, e ridevano come due bambini di fronte a un nuovo giocattolo.

Il cuore di Denise si scaldò, ma quella sensazione di calore che aveva provato vedendo l'amore tra due ragazzi, fu spazzata via nel momento in cui il suo sguardo individuò il cappellino che Cookie si era infilata per trasformarsi in Mitch. L'amica aveva un'espressione scombussolata in viso, con la quale guardava Kimberly che dall'altra parte della sala sembrava impegnata in un lungo bacio con un ragazzo che chiaramente non sapeva tenere le mani al loro posto.

Fece per avvicinarsi, ma continuarono a spingerla indietro impedendole di fare più di tre passi senza altri cinque nella direzione opposta. Fortunatamente, con suo grande sollievo, vide Charity avvicinarsi a Cookie con un bicchiere in mano e spingerla verso l'uscita.

Denise si lasciò, quindi, trasportare dalla tortuosa corrente di corpi fin quando non incontrò uno scoglio che la fece fermare. Un profumo agrumato la colpì in pieno viso quando si voltò verso quella sua roccia.

«Scusami!», esclamò alzando la voce per farsi sentire.

Il suo sguardo incontrò un ragazzo biondo, con due occhi scuri e gentili, che le prese le braccia per permetterle di recuperare l'equilibrio. Denise inclinò il capo, studiando quel viso dai lineamenti morbidi con spudorata curiosità.

«Ci conosciamo?», gli chiese. Lui sorrise e scosse la testa, abbassandosi verso di lei per poterle parlare all'orecchio.

«Non credo! – urlò – Mi chiamo Dorian.», aggiunse poi guardandola con ancora quel morbido sorriso sulle labbra.

«Denise.», rispose, sovrappensiero, non riuscendo a capire come continuasse a fare nuovi incontri invece che ritrovare i suoi vecchi. Le sfuggì un sospiro sconsolato e, forse, anche un'espressione spaventata dalla mancanza d'aria che improvvisamente venne formarsi intorno a lei.

«Stai bene?», le chiese piegando le ginocchia per poterla guardare in viso. Denise fece per rispondere, ma un braccio le circondò le spalle bloccandole le parole in gola.

«Denise!», esclamò Ofelia, con le guance rosse e gli occhi lucidi per l'alcol.

«Ofelia, ciao.», le sorrise ricambiando quell'abbraccio inaspettato. Dorian rise, ma non si mosse di un centimetro.

«Hai conosciuto mio fratello?», chiese la ragazza spostando lo sguardo su di lui, un misto di fierezza e ammirazione.

«Tuo...Oh!», Denise fece un largo sorriso, capendo finalmente per quale motivo quel ragazzo le era sembrato così familiare. Adesso che erano l'uno di fianco all'altra sembravano non esserci più dubbi.

Dorian spostava lo sguardo, confuso e insieme piacevolmente sorpreso, dall'una all'altra probabilmente senza riuscire a sentire una parola di quello che stavano dicendo.

«Stavo cercando...», provò a dire Denise, ma Ofelia le mise un dito sulle labbra.

«Il tuo amico? L'ho visto entrare in bagno poco fa.», sorrise spostando una ciocca bionda dietro l'orecchio.

𝗦𝗼𝗺𝗲𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗡𝗲𝘄Where stories live. Discover now