Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 31

32 9 70
                                    

Il paesaggio era in continuo mutamento sotto lo sguardo assonnato di Julian. Gli alberi si susseguirono frettolosi, le case macchiarono il vasto panorama con i loro rossicci mattoni e, di tanto in tanto, il suo sguardo riuscì a catturare anche alcuni animali al pascolo in quei pochi sprazzi verdeggianti che l'inverno aveva dimenticato, ma sfrecciarono via troppo veloci per potergli dare il tempo di formulare la famosa frase "guarda, mucche!".

Julian tenne la testa poggiata al finestrino e le gambe sollevate sul sedile del passeggero con le ginocchia protette dalle braccia nodose. Qualche dosso lo fece sbattere contro il vetro e aveva forse iniziato a formarsi qualche bernoccolo lassù in mezzo ai capelli, a giudicare dal dolore. Eppure, non voleva muoversi. Era convinto che, se avesse sentito abbastanza male, forse quel sogno avrebbe iniziato a sfumare sotto i suoi occhi riportandolo alla triste realtà dov'era seduto da solo sul suo letto al dormitorio, smettendo dunque di illuderlo un'ennesima volta.

Quando Allen si avvicinò a lui, dopo l'ultima riunione per il Festival, Julian pensò che probabilmente l'idea di essere finito in qualche realtà parallela avrebbe potuto non essere del tutto un suo delirio. Passiamo le vacanze insieme, gli disse formulando la frase quasi come un'affermazione alla quale Julian non avrebbe potuto sottrarsi o, forse, era stato soltanto lui stesso a sperare che fosse così.

Gli occhi scuri e seriosi del ragazzo strapparono dalla sua mente qualsiasi parola, lasciandolo in un imbarazzante silenzio a prendere quelle parole come un segno, come un indizio, una flebile voce che nella testa gli intimava di non mollare, abbastanza forte da sentirla ma non da sovrastare l'oscurità che gli stringeva il cuore ogni giorno, facendogli desiderare di abbandonare quel mondo al quale da mesi aveva smesso di incatenarsi.

La mente di Julian era diventata leggera, troppo leggera e i pensieri, ormai liberi di assillarlo, lo torturavano presentandogli con dispetto dubbi e paure di qualsiasi genere, racchiuse nei loro spaventosi artigli. Secondo loro, secondo quei millepiedi che gli camminavano lungo il cervello solleticandolo con sussurri maligni, Victor non era altro che un ragazzo tanto gentile da non avere il cuore di dirgli quanto in realtà odiasse la sua compagnia, Allen...Allen era soltanto un insieme di "forse" che avevano stretto Julian in una morsa per tanto tempo da atrofizzarlo e a teatro aveva smesso di dare ai professori un motivo per tenerlo nella compagnia, aveva smesso di lasciare sui loro volti quell'espressione stupita della quale tempo prima era andato tanto fiero. Sentiva di aver perso tutto, sentiva che la sua vita gli fosse scivolata via dai palmi attraverso le dita e non importava quanto impegno ci avesse messo nel tenerla insieme, non era ormai rimasta che una singola goccia e sarebbe bastato separare le mani per lasciarla cadere.

La sua mente, corrosa dalla depressione, aveva distorto la realtà facendola somigliare a un'enorme, terrificante dramma preparato appositamente per la sua dipartita. Julian aveva, infatti, pensato che allontanando Victor e Allen durante le vacanze avrebbe finalmente avuto il coraggio di lasciare che quel chiodo fisso nel cervello avesse la meglio, che avrebbe avuto il coraggio di salire su quel tetto come aveva fatto ogni giorno dalla festa di Halloween e lasciarsi cadere, tagliato dal freddo invernale fin quando questo freddo avrebbe smesso di percepirlo.

Pensando alla sua morte, Julian non sentiva altro che sollievo. Era convinto che una volta ritornati i suoi unici amici avrebbero guardato alla sua assenza come un qualcosa di necessario, che avrebbero pianto forse uno o due giorni e poi sarebbero passati oltre come tutti avevano fatto con Noel, perché Julian era convinto di non essere abbastanza, era convinto di non meritare nessuna di quelle attenzioni, era convinto di essere soltanto un burattino tra le crudeli mani di una vita che con lui aveva soltanto voluto giocare e che, se si fosse rotto all'improvviso, l'avrebbero semplicemente buttato nel cesto dei ricordi per andare in cerca di qualcosa di più nuovo e divertente, meno sporco e infelice.

𝗦𝗼𝗺𝗲𝘁𝗵𝗶𝗻𝗴 𝗡𝗲𝘄Where stories live. Discover now