ROSSOFUOCO - 22

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non farti strane idee

Christian

Ennesimo giorno, ennesimo compito dalla parte della Pettinelli.
L'aver rifiutato "Grande amore" non l'è andato giù in nessun modo.
Ogni compito che mi manda è il modo più subdolo e assurdo di mettermi in difficoltà.
E questa volta penso ci sia riuscita. 
Ha richiesto che non venga utilizzato l'autotune e Lorella ha accettato. 
Questo mi ha mandato e continua a mandarmi in crisi in una maniera allucinante.
E di questo la vocal coach se n'è accorta. 

<<Cosa ti fa credere che tu non sia capace di farlo?>>

Cosa me lo fa credere?
Tutto, qualsiasi cosa. 

<<Lo so. Sono consapevole dei miei limiti. Vengo dal rap, non ho mai avuto bisogno di "saper cantare" per quello che facevo.
E' da pochi anni che ho intrapreso una strada diversa da quella dell'inizio e rendendomi conto di non essere capace, ho utilizzato l'autotune. 
Ma chi me lo fa fare? Chi me lo fa fare di mettermi in imbarazzo perché non sono capace?>> 

Le domande mi escono a raffica.
Anche le parole.
Ricche di rabbia, tanto da farmi trattenere le lacrime. 

<<Christian, sei capace di farlo. Non riesco a capire perché ti impunti senza nemmeno provarci>>
<<Perché lo so! Hai visto com'è andata l'altra volta? Mi sono sentito malissimo, a disagio. Quasi nudo. Non voglio sentirmi di nuovo così>>

La coach si distrae un secondo per un messaggio che le arriva.

<<Mi hanno comunicato che nell'altra aula c'è Lorella che ti aspetta in chiamata. Che dici di parlare con lei?>>

Mi limito ad annuire. 
La saluto ringraziandola per aver perso del tempo con me.
Imbocco la strada per l'aula. Quando apro la porta mi ritrovo il monitor con il viso di Lorella.

<<Ciao>> mi saluta con un sorriso.
<<Ciao>> mi limito a dire andando a sedere di fronte a lei. 
<<Mi dici che succede? Ho saputo che ci sono un po' di problemi>>
<<Non sono capace di farlo, Lorella. Senza autotune non mi sento io, mi sento nudo. Ho paura di fare male, di deluderti>>
<<Christian, ma tu pensi che se non fossi convinta che tu ne sia capace, te lo farei fare?>> 
<<Non so più a cosa credere in questo momento. So solo che non ne sono capace>> ammetto trattenendo nuovamente le lacrime.
<<Tu vuoi dirmi che non sei nessuno senza autotune?>> 
<<No...>>
<<E allora è da qui che dobbiamo partire. Riuscirai a fare questo compito. Ora va in casetta, prova a riposare un po'>>
<<Grazie Lorella>>

***

Se non fossi stato ad Amici, in questo momento, avrei tanto voluto rimanere solo.
Soltanto che è un po' difficile quando vivi con altre venti persone.
Ed è difficile dopo aver conosciuto Gaia.
Mi fa venire voglia di passare ogni minuto con lei, anche quando in realtà questa voglia non c'è.
Non appena metto piede in casetta vedo la ballerina venirmi incontro. 

<<Che hai?>> mi chiede accigliata. 
<<Nulla, solo una giornata un po' storta>>
<<Ti solleverebbe sapere che ti porto con me alla serata cinema organizzata da Oreo?>> continua cingendomi la vita con le braccia. 
<<Serata cinema? Direi che potrebbe aiutarmi>> ammetto ridendo <<quando dobbiamo andare?>>
<<Proprio adesso! E muoviti che siamo in ritardo!>> esclama staccandosi per andare a prendere il giubbotto.
<<Ma sono appena arrivato>> borbotto sbuffando.
<<Ah se non vuoi venire chiedo a Tiziano di venire con me>> risponde prendendomi in giro.
<<Non ti azzardare, Gaia. Sono qui, pronto, bello come il sole. Andiamo?>> le domando afferrando la sua mano.
<<Ehi, questa cosa che debba essere usato come capro espiatorio per farti fare le cose non mi piace>> ammette Tiziano passando per la cucina. 
<<Kumino lo sai che ti voglio bene. Ma non è per te, avrebbe potuto fare il nome di qualcun altro e avrei reagito allo stesso modo>>
<<Lo so Chri, non ti preoccupare. Divertitevi>> ammette sorridendoci.
<<Grazie>> risponde Gaia con lo stesso sorriso.

Non dice più niente.
Inizia solo a camminare tenendo la sua mano nella mia.
E' bello camminare per strada venendo circondati dalle luci di Natale.
E soprattutto è bello vedere i suoi occhi illuminarsi sotto le luci oro delle decorazioni.
Esce la bambina che c'è in lei.
Quando arriviamo di fronte l'auletta mi allungo per aprire la porta e farla entrare per prima.
E come la prima volta, arrossisce.

<<Che figo>> ammetto vedendo come hanno sistemato la sala.

Non ci penso due volte prima di mettermi sul divano e aspettare Gaia a braccia aperte.
Almeno così sembra di essere in un contesto normale.

<<Grazie>> ammetto guardandola negli occhi.
<<Ti ho scelto perché tu mi hai scelta l'altra volta. Non farti strane idee>> ammette lei ironica.
<<Ah sì? Non perché ami passare il tuo tempo con me?>>
<<Esatto, non per questo>>
<<Peccato. Io amo passare il mio tempo con te>> ammetto stringendomi nelle spalle.

Prova a trattenere un sorriso senza risultati e questo fa sorridere me. 

<<Sembra di essere tornati alla normalità>> mi dice guardandosi intorno.
<<E' quello che ho pensato anche io>> ammetto sorpreso <<ma la normalità fuori da qui sarà ancora più bella, Gaia. Te lo assicuro>> 
<<E questo chi te lo dice?>> mi chiede sorpresa.
<<Lo so e basta. Basti vedere come stiamo qui insieme, in un contesto che non è normale. Dove siamo costantemente osservati>> le spiego accennando un sorriso.
<<Vorrei essere così sicura quanto lo sei tu>>
<<E' bello così, Gaia. Tu con le tue insicurezze -più che giuste- riporti me con i piedi per terra che sono fin troppo convinto delle cose. E' un senso di completezza da non sottovalutare>> rispondo per  poi lasciarle un bacio sulle labbra.
<<Che dici, guardiamo il film?>> mi chiede prendendo il telecomando.

Annuisco.
Non dico più niente.
Di questo film non ho visto nulla.
Mi sono limitato a vedere Gaia, le sue reazioni.
A vedere come sorride e ride di fronte lo schermo.
E più passa il tempo più mi rendo conto che è la donna più bella che abbia mai visto.

Donna, non ragazza.

E sono fortunato ad averla incontrata.
Per me questo è destino.

ROSSOFUOCO - Mida e GaiaWhere stories live. Discover now