ROSSOFUOCO - 33

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Gaia per me sei la ragazza più bella del mondo

Gaia

<<Ga, ti dico la verità... quando mi hai detto che non ti ci vedi bene con i vestiti di scena pensavo fosse vero per quanto ne fossi convinta. E invece stai benissimo, te lo dico per davvero>>

Lucia e Martina sono in stanza con me mentre sto provando i vestiti di scena. 
Quando Marty mi dice queste cose mi guardo di nuovo allo specchio. 
Non so se avrò la forza di mettermi a nudo durante la puntata. 
E' più forte di me superare questi ostacoli. 

<<L'hai detto pure tu, no? Che nella danza bisogna anche fingere di essere sicuri. E allora fallo, Gaia. Combattila questa paura che hai. E sappi che sei bellissima con questi vestiti>> ammette Lucia con un sorriso. 

Voglio scappare da questa conversazione. 
Mi attacco a qualsiasi cosa e quando sento Nicholas urlare dalla cucina che è arrivata la spesa da sistemare, ne approfitto. 

<<Sentito? E' arrivata la spesa. Mi metto qualcosa al volo e vado ad aiutare>> dico alle mie amiche voltandomi di spalle. 

Prendo i pantaloni della tuta e la felpa che avevo poggiato sul letto mettendoli al volo. 
Sento quasi un senso di conforto quando mi ritrovo avvolta dai miei vestiti. 

<<Ci vediamo dopo>> dico alle ragazze andando in cucina. 

Mi fiondo nell'altra stanza trovando solo Nicholas, Sofia e Mida per riordinare la spesa. 
Prendo le confezioni da conservare in frigo. 

<<Posso darti una mano?>> 

La voce di Christian arriva alle mie orecchie come in un rimbombo. 
Detesto averlo così vicino in questo periodo. 

<<Non serve>> mi limito a dire scostandomi un po' da lui. 

<<Gaia...>> inizia lui sospirando. 
<<Cosa, Christian?>> gli chiedo scontrosa voltandomi verso di lui. 

Solo adesso realizzo quanto sia realmente vicino a me. 
E questa vicinanza mi fa ballare il cuore nel petto. 

<<Puoi non fare così?>>
<<Così come?>> gli domando guardandolo negli occhi. 
<<Come se ti desse fastidio avermi intorno>> ammette sospirando. 
<<Perché già sto male per colpa tua. Se ti sto vicina più di quanto debba fare starei peggio e, sinceramente, non mi va>> gli spiego allontanandomi da lui. 
<<Mi dispiace>> si limita a dire provando a seguirmi. 
<<Puoi starmi lontano? Per favore. Non riesco ad averti vicino, ho bisogno di distanza da parte tua. Rispetta questa cosa>>  aggiungo mettendomi dall'altra parte del bancone. 
<<Io mi allontano, va bene. Però non ti lascio sola, anche da lontano>> 
<<Mi hai già lasciata da sola>> gli dico concludendo il discorso. 

Mi allungo a prendere il borsone ed il giubbotto fiondandomi in sala prove. 
Non voglio vedere nessuno. 

***

Mida 

Vedo Gaia andare via un'oretta fa per provare.
Le sue parole mi hanno colpito. 
Ma non riesco a farlo, non riesco a starle lontano
Dopo un po' che è andata via decido di raggiungere la saletta delle prove. 
So di averle detto di provare a starle lontano, ma non ci riesco. 
Raggiungo lo studio e mi giro tutte le sale fin quando non la trovo nella sua preferita. 
La sala quattro. 
La vedo muoversi quasi stremata all'interno fin quando non si siede a terra con il viso tra le mani. 
Entro dentro senza pensarci. 

<<Christian va via>> dice lei.
<<Come fai a sapere che sono io?>> le chiedo divertito.
<<Pensi davvero che non ti abbia visto?>> mi chiede con lo stesso tono.

Non le rispondo.
Nel più completo silenzio mi avvicino a lei.
Mi siedo dietro il suo corpo, poggiando il petto contro la sua schiena mentre le mie mani si posano sulle sue per toglierle dai suoi occhi. 

<<Come faccio a fare il guanto davanti a tutti se non riesco a farlo da sola?>> domanda portando maggiormente le gambe al petto. 
<<Gaia sei bellissima>> sussurro al suo orecchio.
<<Faccio fatica a crederlo, specie se detto da te>> continua voltando il viso verso il mio.
<<Perché non ci credi se te lo dico io?>> le chiedo confuso.
<<Perché ci sarà un motivo se non vuoi portare avanti questa cosa, no? Magari mi vedi brutta tanto quanto mi ci veda io ed è per questo che hai deciso di chiudere tutto>> ammette sospirando.
<<Gaia per me sei la ragazza più bella del mondo. Se sono arrivato a questa cosa, non è per colpa tua. E' colpa mia, delle mie paure e dei miei schemi difensivi. Ma non pensare che sia colpa tua, non pensarlo minimamente>>
<<Prima o poi ne parleremo, vero?>> 

Nella sua domanda riesco a vedere tutta la sua fragilità.
Tutta la fragilità che prova a nascondere, la fragilità che aveva all'inizio quando l'avevo conosciuta. 
Le fragilità che la rendono bambina. 

<<Ne parleremo, promesso. Ma ora non pensarci, devi concentrarti sul portare a casa il guanto>> le rispondo stringendola a me. 

Le lascio un bacio sulla fronte prima che si alzi per mettersi di nuovo a lavoro.
Ed io rimango qui, a guardarla mentre prova fino a tardi. 
E non mi stancherei neanche un minuto.

ROSSOFUOCO - Mida e GaiaWhere stories live. Discover now