➸𝑪apitolo tredici

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Lando Norris

Due settimane avrebbero diviso me dalla pista, me dal rivedere la piccola Leclerc. Nemmeno un giorno passato nella mia Londra e già la mia mente pensava ad un modo per avere un contatto con lei.

Mentre mi martello il cervello in palestra, Max parla con tono allegro con qualcuno al telefono e ad un certo punto qualcosa attira la mia attenzione.

"Si, si Camille ho capito non farmi così scemo. Ho capito giuro! Ora vado che Lando senza di morirà sotto i pesi. Ciao ciao"

Si avvicina a me come se nulla fosse successo pronto per spottarmi ai pesi. Una cosa che non sopporto di questo lavoro sono le determinate qualità fisiche che si devono avere. Bisogna ovviamente essere allenati, ma non troppo o si rischia di sforare qualche limite.

Con fare disinteressato cerco di capire perché il mio migliore amico avesse il numero della monegasca.

"Max, con chi parlavi?"

Più disinvolto di così, probabilmente c'è solo Charles nelle interviste che cerca di non far capire quanto odi la sua auto. Parlando di Charles, chissà se i due avranno chiarito anche se penso che se Charles non faccia il primo passo, Camille potrebbe rimanere nelle sue posizioni a vita.

Certe volte vorrei sapere più di quello che già so sulla ragazza. Vorrei scoprire ogni suo aspetto, ma probabilmente rimarrò per sempre insoddisfatto dato che ogni volta sa sorprenderti con una nuova caratteristica. Vorrei sapere se con la sua famiglia mantiene il punto come fa con me, oppure si trasforma. Se da piccola preferiva guardare i cartoni oppure giocare con le bambole, se è sempre stata una secchiona a scuola oppure se la cavava a malapena.

E questa cosa mi destabilizza. Mai mi era capitato di voler esplorare una persona anche negli aspetti più frivoli. Non sono mai arrivato a conoscere una ragazza a 360 gradi, anche con la mia ex mi sono dimostrato poco attento agli aspetti della sua quotidianità. Non saprei nemmeno ricordare qual è il suo piatto di pasta preferito, nemmeno se mi sforzassi.

"Con Camille!"

Non mi sorprendo di questa domanda così poco soddisfacente da parte del mio migliore amico. Certe volte mi domando come faccia ad essere lui il più intelligente del duo. Eppure non lo cambierei con nessuno al mondo, poiché è l'unico che mi è sempre stato accanto senza cercare di trovare altro in me. Non mi ha mai chiesto di essere migliore, né di dimostrare di più.

"Vi siete scambiati i numeri?"

La mia domanda è quasi insignificante dato che camuffo bene la curiosità invitandolo ad allungare le mani per iniziare la lunga serie di pesi che ho nella scheda dell'allenamento.

Un'altra caratteristica che contraddistingue Max è il suo essere logorroico. Parla più del dovuto e, da quello scoperto dal suo precedente incontro con la piccola Leclerc, probabilmente l'ha fatto anche con un apparente sconosciuta quale Camille.

"Si gliel'ho chiesto prima che venissimo da te, quando siamo stati al bar. È una ragazza fantastica, certe volte complicata, ma da quando siamo a Londra ci scriviamo tutti i giorni."

Sento un magone fastidioso all'altezza dello stomaco, un nervosismo al sapere che i due sono sempre in contatto. Penso sia dovuto al fatto che io conosca meglio la monegasca, io l'abbia fatta sentire in paradiso. Mi concentro sul dolore alle braccia pur di non dar peso a quell'insofferenza psicologica.

"Quindi vi state sentendo?"

Il sudore inizia ad imperlarmi il corpo, specialmente la zona delle mani e del petto mentre porgo questa domanda apparentemente innoqua.

"Ma che, sei pazzo?"

Come se avessi detto di aver appena firmato per l'Alphine o per la Williams il ragazzo rimane così scioccato da spostare per qualche attimo le mani da sotto la sbarra, facendomi spaventare.

Sono consapevole di saperli fare da solo, ma vedere scomparire quelle mani provoca in me uno stato d'ansia poiché farmi male in un modo così stupido mi terrebbe lontano molto più di due settimane dalla pista.

"Che ne so, tu mi dici che vi scrivete tutti il giorno. Comunque stai attento cristo, se mi cade addosso ritieniti morto"

"Ma sei geloso per caso?"

I miei occhi slittano per un attimo sul volto del ragazzo che ho visto crescere, con tono accusatorio. È ovvio che la cosa mi dia fastidio, ma non mi definirei per nulla geloso.

"Quello impazzito sei tu, Max"

Termino la serie e con una certa autonomia, Max mi lancia tra le mani un asciugamano di spugna. Decido di sfilarmi anche la maglia, poiché il calore da me percepito è troppo.

Perdo anche qualche attimo a bere dell'acqua, inquinata con qualche vitamina che Max crede di somministrarmi di nascosto ma è che più che palese al mio gusto. Certe volte mi chiedo perché è così premuroso con me, poi mi rispondo da solo. Sia perché mi vuole bene, sia perché sa quanto da solo tendo a trascurare la mia salute, tanto da arrivare a stati di malessere prolungati.

Dimostra quindi il suo volermi bene attraverso queste piccole accortezze e con la sua presenza costante.

Mentre rifletto su quanto importante sia il ragazzo per me, quest'ultimo con tranquillità scatta mi scatta una foto con tanto di suono del suo iphone.

"Che fai idiota?"

"La mando a Cami"

Inconsciamente porto una mano tra i miei ricci ormai bagnati, come a volerli aggiustare. Proprio non capisco questo mio bisogno di apparire sempre in perfette condizioni quando si parla di quella fastidiosa quanti attraente ragazzina.

"Perché?"

"Perché mi va e perché so che gli da fastidio parlare di te"

Incuriosito più che mai gli porgo uno sguardo che richiede ed ottiene più spiegazioni a questa frase lanciata così, al vento e senza preavviso.

"Diciamo che per quanto voglia sembrare dura, sembra tipo tenerci a te. Cioè non che lei me l'abbia detto, anzi appena si parla di te cambia discorso. Però proprio perché non parla apertamente di te a mio parere vuol dire che non vuole condividere quella parte di te che tu le hai voluto dare. Non so se mi spiego, fa un po' come te."

Capisco le sue parole nonostante esse appaiono sconnesse e poco legate tra loro e mi fa piacere che una persona da sempre sincera con me mi dica queste cose. Forse mi fa più piacere sapere che lei potrebbe pensare queste cose di me, ma infondo ad oggi posso dirvi che quel giorno fu per me solo un primo passo verso la realizzazione di qualcosa di molto più grande di quanto mi aspettassi.

➸ Wildest Dreams || Lando NorrisDonde viven las historias. Descúbrelo ahora